In La banda Apollinaire, Renzo Paris parte da Roma, città natale del lirico, per mettersi sulle sue tracce: ne viene fuori un'accurata biografia che racconta la sua vicenda, allargando lo sguardo al gruppo di amici intellettuali e a tutta la società contemporanea
di Giuseppe Grattacaso
Con la fine della prima guerra mondiale si conclude un'epoca, che aveva mostrato gli ultimi palpiti nella contraddittoria età della Belle Epoque. Si spegne anche la vicenda esistenziale di Guillaume Apollinaire. Nello stesso giorno in cui a Parigi si festeggia la fine del conflitto, gli amici si raccolgono intorno al corpo senza vita di quello che sarebbe stato considerato come uno dei più grandi lirici del Novecento: arebbe voluto essere il Papa delle avanguardie ma in lui i suoi contemporanei riconobbero soprattutto il fantasioso prosatore, oltre che il brillante e a volte trop
Un giallo di bambini scomparsi, tra la Parigi del 1750 e un condominio di Lucca di fine '900. Insegnante di italiano al suo esordio letterario, in Dall'aprile a Shantih stravolge la lingua (e il dialetto) in un unico flusso di coscienza, che mescola Gadda e altri grandi modelli. Una piacevole sorpresa
di Giulia Stok
Il comico, scrittore e cineasta giapponese espone alla Fondazione Cartier di Parigi tutti i suoi giocattoli d'artista. Un'imperdibile occasione per capire cosa frulla nella mente del genio demenziale di Mai dire Banzai: imparerete così perché si sono estinti i dinosauri e come salvarvi dalla pena capitale
di Francesca Barca
La Fondation Cartier pour l'Art Contemporain di Parigisi è fatta madrina di un progetto in collaborazione con il cineasta giapponese Takeshi Kitano (in arte "Beat" Takeshi) che ospita nei suoi locali fino al 12 settembre 2010: Gosse de Peintre, un gioco di parole tra "ragazzino", "pittore" e "imbianchino". Kitano, che in Italia abbiamo conosciuto, prima ancora che per i suoi film da regista, per Takeshi's Castel - la trasmissione demenziale ripresa dalla Gialappa's Band come Mai Dire Banzai - ha una carriera e
Con il fotomontaggio digitale l'artista romana (ora a Parigi sulle orme di Georges Perec) sovrappone sullo stesso luogo immagini di epoche diverse: l'effetto è destabilizzante
di Anita T. Giuga
Gea Casolaro è nata nel 1965 a Roma, dove vive e lavora, quando non si sposta in giro per il mondo fra progetti e residenze. Casolaro ha, infatti, vissuto in Nuova Zelanda per due mesi alla fine del 2008 e oggi è di stanza a Parigi, dove si trova da più di un anno. Dopo una permanenza di 9 mesi alla Cité International des Artes, ospite nell'atelier di Incontri Internazionali d'Arte di Graziella Lonardi, ha deciso di restare. L'artista sta perlustrando la città aristocratica per eccellenza sulle tracce dei “simulacri” del cinema, camminando tra l&r
Il cognome in comune con il noto zio Sigmund gli impone da sempre l'etichetta di intimista. Ma le opere in mostra al Centre Pompidou di Parigi chiariscono che l'ultraottantenne Lucian è soprattutto pittore della carne
di Remo Bassetti
La parola “intimità” fa principalmente riferimento a una forma di regolare vicinanza fisica tra persone, pur sottintendendo che proprio questa vicinanza è la via d’accesso a una reciproca confidenza spirituale. L’intimismo, corrente artistica e letteraria, sembra evidenziare più direttamente la disposizione interiore di un protagonista, i suoi pensieri e il suo essere più profondo, risalendovi attraverso la rappresentazione del suo quotidiano celato agli occhi pubblici. Come definire Lucian Freud? Ce lo si può domandare co
Da Vanessa Beecroft a Marina Abramovic, oggi le donne si sono fatte strada nel mondo dell’arte. Ma ancora alla fine dell’Ottocento non potevano neanche entrare in Accademia. Ricordiamo le anonime “suffragette” della pittura, sopravvissute a divieti, diffidenze, insulti
di Francesca Castellani
Nel Medioevo erano chiamate così le donne che non volevano né sposarsi né chiudersi in monastero, e vivevano libere di muoversi e pensare. Margherita Porete era una di loro, e giusto settecento anni fa venne condannata per eresia: aveva solo scritto che cercare Dio nelle chiese è da asini
di Luisa Muraro
A cento anni dalla morte, i racconti surreali di Alfred Jarry sulla bicicletta
di Chiara Zocchi
In mostra a Parigi James Ensor, il pittore belga noto per le maschere e i teschi. Fu solitario e sprezzante: ad impressionismo, fauvismo e cubismo preferiva se stesso
di Silvia Conti
Tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, mentre in Francia gli impressionisti inseguono le trasformazioni della natura, i neoimpressionisti scompongono i colori, i fauve rompono con le prospettive e i cubisti smembrano la realtà, in Belgio un pittore pensa soltanto a se stesso: è James Ensor. “Ho anticipato tutti i movimenti moderni”, dice di sé l’artista, che nel 1887 si dipinge come un Cristo in croce attorniato dai suoi detrattori: un simbolismo non propriamente velato della considerazione che egli aveva del suo genio e degli al
Dieci foto in bianco e nero, dieci racconti che tratteggiano la prima metà del Novecento: è Istantanee del critico teatrale Osvaldo Guerrieri. Tra un Pirandello in spiaggia tutto vestito e un Joyce rifiutato dalle case editrici, le immagini di un'epoca tragica e bellissima
di Giulia Stok
In mostra a Verona una eccezionale selezione del paesaggista francese: 100 quadri provenienti soprattutto dal Louvre, che illustrano il percorso di quello che viene definito l'ultimo dei classici e il primo dei moderni. E che aveva negli occhi l'Italia anche quando dipingeva Parigi
di Francesca Castellani
Quando a organizzare una mostra è il Louvre, è un po' come se il Manchester United giocasse in casa tutta la Champions League: il risultato è scontato, e a punteggio pieno. Sto parlando della mostra Corot e l'arte moderna aperta alla Gran Guardia di Verona fino al 7 marzo: 100 quadri provenienti dal grande museo francese, e non solo. Qualcuno (con un pizzico, o magari anche più di un pizzico di snobismo) mi ha detto che in fondo era una mostra con tante opere "di magazzino", provenienti dai depositi. Sarà: ma quando i depositi sono quelli del Louvre
A Parigi una mostra sugli ultimi anni del maestro: addio all'Impressionismo, fanciulle formose e paesaggi mediterranei
di Cesare de Seta
Nel 1892 Pierre-Auguste Renoir (1841-1919) è ormai così celebre che entra, per iniziativa di Mallarmé e di Roger Marx, nelle collezioni nazionali francesi. Le ragazze al piano sono esposte, in dicembre, al Musée du Luxembourg, destinato ad accogliere i contemporanei. Lo stesso tema Renoir l’aveva affrontato la prima volta tre anni prima, con la Lezione al piano, ed è molto significativo il confronto tra queste due tele. Perché nella prima versione c’è ancora una tenuta per così dire realista: il disegno è rifinito, il c