Cronache dalla Biennale/3. A spasso nei Giardini, tra i Padiglioni storicamente affidati ai singoli Stati, le opere degli artisti tendono sempre di più a sottolineare la natura trans-nazionale e cosmopolita delle loro proposte
di Chiara Di Stefano
Da sempre quando la canicola si fa sentire i Giardini della Biennale, luogo storico dell’Esposizione artistica lagunare, offrono ristoro al viaggiatore dell’arte. I Padiglioni Nazionali che li occupano sono proprietà dei diversi Stati che rappresentano; si susseguono uno dopo l’altro nei viali alberati di questo luogo fatto costruire da Napoleone durante l’occupazione del 1797 e poi sempre destinato alla Biennale, dal 1895 fino ad oggi. Le rappresentative nazionali che li occupano hanno spesso tentato di mettere in discussione la loro stessa esistenz
Africa, America Latina e Europa Centro-orientale la fanno da padrone alla undicesima Biennale della città francese: da questi luoghi, lontani per cultura e sensibilità dai modelli standard occidentali, arriva buona parte degli artisti in mostra, chiamati a dialogare con gli spazi urbani
di Riccardo Bonini
Undici edizioni, poco più di vent’anni di esistenza: la Biennale di Lione si conferma un focus di grandissimo rilievo su alcune tra le tematiche più stimolanti della ricerca contemporanea. Al di là del grande richiamo dell’evento (ai piani alti del panorama europeo), ciò che maggiormente attrae è l’alto livello qualitativo impiegato nell’indagine, firmata questa edizione da Victoria Noorthoorn, curatrice indipendente di Buenos Aires. Une terrible beauté est née (tratta da Yeats, dal poema Easter-1916, in cui l’autor
Un giro al Centro d'Arte contemporanea Luigi Pecci per confrontare due diverse esposizioni: la sezione toscana del Padiglione Italia, curata dal famoso critico d'arte, e la mostra sull'estetica rock Live! allestita con la consulenza di Luca Beatrice. In comune, l'attitudine a mettere insieme un'esagerazione di ingredienti diversi
di Riccardo Bonini
C’è qualcosa in comune tra le due esposizioni che attualmente trovano asilo presso il Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato: Live! un percorso a tappe eterogenee attraverso la storia visiva del rock’n’roll da fine ’60 ad oggi e la sezione toscana del Padiglione Italia della Biennale, coordinato da Vittorio Sgarbi (leggi la nostra recensione). Entrambi gli allestimenti, pur nella diversità di dimensioni e contenuto, sono figli di una medesima linea concettuale sbandierata a più riprese da entrambi i curatori (il gi&
La mostra si intitola Gli anni di Venezia, ma passa dal realismo classico alle sperimetazioni romantiche, attraversando simbolismo e fauvismo. Tutte le anime di un pittore ingiustamente identificato con il fascismo
di Chiara Di Stefano
La sempre affascinante sede dell’Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti fa da cornice ad un’altra mostra a tema veneziano. Felice Carena e gli anni di Venezia promette un’antologica del pittore italiano con particolare riferimento agli ultimi anni della sua vita, trascorsi dopo la fine della guerra e l’esilio intellettuale nella città lagunare. L’opera di Carena (Torino, 1879 – Venezia, 1966) non è notissima ai più se non sotto il cartellino di Novecento: la mostra invece si rivela un utile compendio di S
Da Vanessa Beecroft a Marina Abramovic, oggi le donne si sono fatte strada nel mondo dell’arte. Ma ancora alla fine dell’Ottocento non potevano neanche entrare in Accademia. Ricordiamo le anonime “suffragette” della pittura, sopravvissute a divieti, diffidenze, insulti
di Francesca Castellani