LIBRI - NARRATIVA
Un giallo di bambini scomparsi, tra la Parigi del 1750 e un condominio di Lucca di fine '900. Insegnante di italiano al suo esordio letterario, in Dall'aprile a Shantih stravolge la lingua (e il dialetto) in un unico flusso di coscienza, che mescola Gadda e altri grandi modelli. Una piacevole sorpresa
di
Giulia Stok
Una po’ Gadda un po’ Joyce, un po’ pastiche in salsa toscana un po’ flusso di coscienza. Un po’ presuntuoso, direte voi: perché fare tanta fatica per leggere un esordiente? Perché è bravo e, benché a tratti possa sembrare pretestuoso, con un’ottima padronanza linguistica finisce per aggomitolare il lettore in una storia non storia, in un avvilupparsi di congetture, movimenti minimi, chiacchiere e vite trascorse tra androne e cortile.
Il filo conduttore dei (pochi) eventi, che si svolgono tra la Parigi del 1700 e la Lucca de
23 Febbraio 2011