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LIBRI PER L'ESTATE

Se è vero che l'aspirazione massima di ogni scrittore è inventarsi una lingua che sia soltanto sua, allora l'autore di Ischia ci sta andando vicino: in Lu Campo di Girasoli il napoletano italianizzato dei libri precedenti diventa una 'fusion pan meridionale', che lo rende il suo lavoro ancora più interessante


di Dario De Marco

Quelli che vogliono dare a intendere di saperla lunga, quando si trovano a parlare di Camilleri dicono “dialetto siciliano”, e subito si affrettano ad aggiungere: “che poi in realtà non è il vero siciliano, è un dialetto che non esiste, una lingua inventata”. Ma quando mai: lo stesso Camilleri ha più volte raccontato la genesi del suo stile, spiegando che si tratta della lingua parlata, un idioma misto di dialetto semplificato, gergo e italiano colloquiale, ripreso dalla pratica quotidiana. Di fatto, è la lingua oggi più diffusa
22 Luglio 2011

LIBRI - NARRATIVA

Cosimo Argentina racconta, in dialetto tarantino strettissimo, la miseria dei lavoratori di una fabbrica metallurgica. Vicolo dell'acciaio non si sforza di essere comprensibile a tutti, ma va anche oltre il regionalismo da marketing


di Lorenza Trai

Per chi scrive quando scrive Cosimo Argentina? Anche io, che ho respirato la sua stessa aria soffocante di estati tarantine anni Settanta, incespico un pochino nel dipanare le battute in dialetto. Per chi scrive? Forse solo per i suoi concittadini? O forse solo per se stesso? Per rispondere a una urgenza interiore di confrontarsi con i suoi fantasmi personali che parlano tarantino, dialetto violento e volgarissimo, abbaiare reciproco, dialogo all’insegna dell’insulto triviale più o meno cameratesco che costituisce l’ossatura della sua narrazione?   Una cosa va de
29 Marzo 2011

LIBRI - NARRATIVA

Un giallo di bambini scomparsi, tra la Parigi del 1750 e un condominio di Lucca di fine '900. Insegnante di italiano al suo esordio letterario, in Dall'aprile a Shantih stravolge la lingua (e il dialetto) in un unico flusso di coscienza, che mescola Gadda e altri grandi modelli. Una piacevole sorpresa
 


di Giulia Stok

Una po’ Gadda un po’ Joyce, un po’ pastiche in salsa toscana un po’ flusso di coscienza. Un po’ presuntuoso, direte voi: perché fare tanta fatica per leggere un esordiente? Perché è bravo e, benché a tratti possa sembrare pretestuoso, con un’ottima padronanza linguistica finisce per aggomitolare il lettore in una storia non storia, in un avvilupparsi di congetture, movimenti minimi, chiacchiere e vite trascorse tra androne e cortile.   Il filo conduttore dei (pochi) eventi, che si svolgono tra la Parigi del 1700 e la Lucca de
23 Febbraio 2011

CULTURA

Con buona pace della Lega, i dialetti in Italia si parlano ormai più nelle aule universitarie che nelle piazze. Anche per questo il nome del poeta milanese Carlo Porta è noto a pochi. Ma i suoi versi crudi e antiautoritari sono un'eredità che la nostra cultura dovrebbe riscoprire, al di là ogni barriera regionale


di Giampaolo Rugarli

Suppongo che Umberto Bossi sia uomo di cultura peculiare, ma è possibile che il nome di Ludovico Zamenhof gli sia sconosciuto. Meglio così: se Bossi sapesse chi era e che cosa ha fatto, verosimilmente andrebbe a distruggerne la tomba, a Varsavia, dove presumo sia sepolto. Zamenhof tentò di inventare un linguaggio universale, che chiamò esperanto, sperando di affratellare i popoli e di superare la confusione babelica: il tentativo abortì, e l’esperanto sopravvisse come una curiosità, come un’invenzione da mettere sullo scaffale delle cose in
28 Maggio 2010

TEATRO

Me vojo sarva’ – Nessuno ci guarda è un monologo in romanesco in cui la talentuosa attrice interpreta più voci, amare e comiche, di outsider afflitti dalla vita


di Igor Vazzaz

Scena spoglia, cruda nella desolata laconicità di fondali neri, come reduce dallo smontaggio d’un dopo spettacolo. Le tavole del palco sembrano ancor più consumate, colte quasi alla sprovvista dal calare dell’ombra e dall’irruzione fonica di un James Brown d’annata che, nella brulla nudità del quadro visivo, suona ancor più ruvido e dolente. Una figura femminile, snella ed elastica, disegna orbite circolari intorno al tenue fascio luminoso proiettato dall’alto: passi nervosi, estenuati, a mancare il centro, suggerendo l’assenza d&
09 Marzo 2010