Una mostra che rischiava di essere solo lo specchietto per turisti brilla invece per coerenza e per intelligenza. Ritorno a Venezia porta a Palazzo Ducale alcune tele di eccezionale valore dal Musèe d'Orsay, per un'esposizione comparata con le opere del passato che ispirarono il maestro francese
di Chiara Di Stefano
La mostra Manet – Ritorno a Venezia si può definire senza alcun dubbio sorprendente. Grazie alla partnership con il Musée D’Orsay e con alcuni importanti musei americani per la prima volta in Italia sono state riunite molte delle tele del maestro francese, in un generoso e quanto mai ricco allestimento nella cornice del Palazzo Ducale. L’approccio didattico comparativo ideato per questa mostra, con le tele di Eduard Manet accanto a riferimenti di opere d’arte antica visti nei viaggi in Italia o al Louvre, risulta immediato e perfettamente com
La mostra sugli Impressionisti debutta al Palazzo Reale di Milano, e poi partirà per una serie di tappe internazionali. Agli esordi e alle produzioni dei maggiori protagonisti del movimento (Monet, Degas, Renoir...) si affiancano le opere di precursori e "avversari". Un itinerario completo nella Parigi di fine Ottocento
di Anna Colafiglio
“Scrivete: Impression”. Così iniziò la storia di un movimento eversivo, in un periodo storico che l’eversione artistica ce l’aveva nel sangue, su tutti i fronti e in tutti i campi. Claude Monet, uno dei massimi esponenti di quella corrente che presto sarebbe divenuta, suo malgrado, una vera e propria scuola, decise di mettere la didascalia Impression sotto una delle sue opere rimasta senza titolo; non sapeva, però, che quel nome casuale sarebbe diventato l’appellativo, inizialmente dispregiativo, della rivoluzionaria corrente destinata a
Giudizi sotto l'albero/3 Non è il titolo di una commediuccia con velleità intellettuali, ma la nostra visita guidata a tutte le mostre e agli appuntamenti artistici che non dovete mancare durante le feste
di Silvia Conti
Dicembre, è tempo di arte. L’offerta è ampia e le vacanze natalizie sono un’ottima occasione per recuperare le mostre che chiudono l’anno e per scoprire quelle che apriranno il 2011. Ma prima di cominciare il giro tra fotografie, installazioni, dipinti e sculture, tre consigli fondamentali: controllate sempre le date e gli orari di apertura dei musei (sotto le feste vengono spesso modificati), prenotate le visite quando necessario e alzatevi presto la mattina per evitare le code e la ressa. EVENTO Il vostro tour natalizio potrebbe aprirsi con una grande n
Mentre sul Lido approdano artisti e star da ogni parte del mondo, al Museo Correr il tappeto rosso è tutto per il secolare concittadino. Nelle sue tele sono le lavandaie e i commercianti a fare passerella, senza però rinunciare a quel tocco di internazionalità che da sempre contraddisgue la laguna
di Chiara Di Stefano
Dopo quasi un secolo Giacomo Favretto (1849-1887) è omaggiato di una rassegna personale nella sua città natale. La mostra propone lavori che coprono tutta la produzione artistica del maestro veneziano: nel percorso museale (funestato dalla solita pessima illuminazione che non lascia apprezzare le opere e si riflette sugli olii lucidi delle tele) si riesce a percepire in pieno la maturazione dell’artista, sovente messo a confronto con colleghi veneziani celebri come Guglielmo Ciardi ed Ettore Tito. Il lavoro di Favretto si agita tra le molte anime dell’arte italia
In mostra a Parigi James Ensor, il pittore belga noto per le maschere e i teschi. Fu solitario e sprezzante: ad impressionismo, fauvismo e cubismo preferiva se stesso
di Silvia Conti
Tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, mentre in Francia gli impressionisti inseguono le trasformazioni della natura, i neoimpressionisti scompongono i colori, i fauve rompono con le prospettive e i cubisti smembrano la realtà, in Belgio un pittore pensa soltanto a se stesso: è James Ensor. “Ho anticipato tutti i movimenti moderni”, dice di sé l’artista, che nel 1887 si dipinge come un Cristo in croce attorniato dai suoi detrattori: un simbolismo non propriamente velato della considerazione che egli aveva del suo genio e degli al
A Parigi una mostra sugli ultimi anni del maestro: addio all'Impressionismo, fanciulle formose e paesaggi mediterranei
di Cesare de Seta
Nel 1892 Pierre-Auguste Renoir (1841-1919) è ormai così celebre che entra, per iniziativa di Mallarmé e di Roger Marx, nelle collezioni nazionali francesi. Le ragazze al piano sono esposte, in dicembre, al Musée du Luxembourg, destinato ad accogliere i contemporanei. Lo stesso tema Renoir l’aveva affrontato la prima volta tre anni prima, con la Lezione al piano, ed è molto significativo il confronto tra queste due tele. Perché nella prima versione c’è ancora una tenuta per così dire realista: il disegno è rifinito, il c