Ciak si gira! è l'omaggio dell'attore-trasformista alla settima arte: dalla sedia dello spettatore al centro del grande schermo, i continui cambi di costume citano Fellini e Casablanca, Charlie Chaplin e Lo Squalo, riprendendo un discorso interrotto dieci anni fa con lo spettacolo Brachetti in Technicolor
di Nicola Arrigoni
Alla fine Arturo Brachetti in frack bianco ringrazia Fellini, Rossellini, Chabrol, Lang e Spielberg, la camminata di Totò e le tette di Liz Taylor, le gambe della Dietrich e i baffi di Groucho Marx, i bambini di Truffaut, e i silenzi di Bergman insieme alla bicicletta di E.T., della Vita è bella e di Ladri di biciclette. Come dire che senza di loro avremmo meno sogni, avremmo meno mondi possibili in cui fare abitare i nostri desideri e le nostre paure. Ed è proprio al grande schermo e alla sua forza fascinatoria, magica, che Arturo Brachetti, il Peter Pan del trasf
Il nuovo spettacolo di Pippo Delbono racconta di un'opera lirica che in scena non ci andrà mai: la cronaca di un naufragio (culturale e sociale) che come tutti i naufragi lascia dietro di sé spaesamento e desolazione ma, questa volta, anche qualche speranza
di Nicola Arrigoni
Assistere a Dopo la battaglia impone una scelta radicale: Pippo Delbono lo si accetta del tutto oppure totalmente lo si rifiuta. Perché l’artista mette in scena se stesso, sempre e comunque, perché l’artista legge il mondo e in quell’atto di condivisione che è il teatro ne offre la sua visione. Delbono, insomma, lo si ama o lo si odia: il suo teatro è di pelle, è fatto di pancia, un puro atto poetico che dà sempre l’impressione di farsi lì per lì, davanti all’occhio disorientato dello spettatore. Ques
Elio Capitani e Ferdinando Bruni riportano in scena l'irriverente testo di Alan Bennett, History Boys: la spassosa preparazione di alcuni studenti liceali per il test d'ingresso alle Università di Oxford e Cambridge. Una pièce che i registi hanno saputo riportare in vita magistralmente
di Nicola Arrigoni
The history Boys di Alan Bennett è una pièce esilarante sulla scuola, sulla sessualità, sulla necessità di entrare a far parte dell’élite del sapere e sui rischio di omologarsi al supermarket della cultura - un rischio che l’istituzione scolastica irride con superbia. Elio De Capitani e Ferdinando Bruni – che firmano la regia – hanno dato vita ad uno spettacolo che è un corpo in ebollizione, che vive di un’energia data dal cast di giovani e meno giovani, luogo deputato a criticare con affetto la scuola e i suoi abit
Ricci/Forte, la coppia di autori passati dalla fiction televisiva al teatro d'assalto, mette in scena Grimmless: il mondo senza favole in uno spettacolo di grande intensità fisica, quasi "pornografica". Le storie di quotidiana violenza dei giovani protagonisti turbano ma senza mai avventurarsi in profondità
di Nicola Arrigoni
Grimmless è la terra senza fiaba, è il nostro presente, mediato dallo sguardo disincantato della coppia Ricci/Forte: un fenomeno della scena italiana, artisti che da autori della fiction I Cesaroni sono diventati penne di culto di un fare teatro che sta intercettando un pubblico giovane, partecipe e "partigiano" come lo sa essere solo il pubblico della grandi star della musica leggera. Anche questo è un aspetto che non va sottolineato nel raccontare degli spettacoli della coppia di artisti romani che, con spudorato gioco della provocazione estetica, raccon
Ogni mondo cerca di prevedere la propria morte attraverso la cultura e lo spirito dei (suoi) tempi. Lo spiega bene Andrea Tagliapietra nel suo saggio, che insegue l'argomento analizzando opere d'arte, testi e film e muovendosi con grande agilità tra cultura alta e pop
di Nicola Arrigoni
C’è un bel libro che sa intrecciare cultura alta e cultura pop, che sa condurre un discorso sulla fine con un grande rigore argomentativo, ma anche una capacità di leggere con creativa intelligenza il cupio dissolvi non solo nelle elaborazioni filosofiche ma anche nei film come Metropolis, Il settimo sigillo o 2001 Odissea nello spazio. A occuparsene è Andrea Tagliapietra in Icone della fine. "Che si tratti della fine individuale che chiamiamo morte o di quella fine collettiva che nella tradizione occidentale si è intesa vuoi nei termini simbolici
Appassionata panoramica sulla quarantunesima edizione del Festival più longevo d'Italia, che quest'anno era dedicato al rapporto attore-pubblico
di Nicola Arrigoni
Piazza Ganganelli di Santarcangelo è diventata la platea d'Italia. Non è una metafora, almeno non solo, perché gli oltre cento partecipanti al festival teatrale - che arrivato alla sua quarantunesima edizione è il più longevo del Paese - hanno portato ognuno una seggiola, una poltrona, una panca, raccogliendo l'invito della direttrice artistica Ermanna Montanari. Del resto l'edizione 2011 è dedicata proprio al rapporto fra attore e spettatore, e così il fitto programma ha interrogato il pubblico, g
Alle proverbiali bugie di Pinocchio Roberto Latini contrappone il contraltare negativo e lo rilegge come una sorta di profeta: il sogno di un Paese dei Balocchi dove fuggire, il rigetto fisico verso lo studio fanno del personaggio collodiano il portavoce di un mondo senza prospettive
di Nicola Arrigoni
Noosfera Lucignolo è un’immersione nell’angoscia di un esistere che non può sperare in un altrove, eppure vive nel desiderio di andar via. Noosfera Lucignolo è la dimostrazione di quanta sensibilità e intelligenza ci sia ancora nel teatro d’autore italiano; è l’urgenza di un artista come Roberto Latini di interrogare il mondo e interrogarsi sul mondo, di mostrare il vuoto dell’anima, la disperazione di un esistere in cui l’unica soluzione è appesa sopra la testa del personaggio collodiano: un cappio da impiccato.&nbs
Un volume per combattere le malattie infettive: perché ogni epoca ha avuto la sua peste (più o meno grave) e perché i virus, "nemici invisibili", hanno trovato il modo di evolversi. Il medico Giovanni Rezza ci spiega passando in rassegna nuovi e vecchi incubi da contagio
di Nicola Arrigoni
Epidemie. Origini ed evoluzione di Giovanni Rezza è un piccolo volume che ha la forza di rinnovare incubi ancestrali, ma che tanto ancestrali poi non sono. Si sta parlando di epidemie, o meglio di quei fenomeni dalla peste al recentissimo batterio killer che sempre più spesso rischiano di minacciare l’umanità, facendo riemergere le grandi pestilenze raccontate da Tucidide, Lucrezio, Boccaccio e Manzoni, solo per rifarsi al mito della cosiddetta peste nera. Ben lungi dall’essere sconfitte, le malattie infettive rinnovano la loro sfida all’umanit&ag
Lo spettacolo si chiama [H]L_DOPA, come il farmaco che il medico newyorkese somministrava ai pazienti affetti da encefalite letargica. Prendendo spunto dalle sue testimonianze, Antonio Latella e Linda Dalisi trasformano il processo di terapia e guarigione in una drammaturgia corale
di Nicola Arrigoni
Ci si commuove e si ride, gli occhi si spalancano e il cuore palpita nell’assistere a [H] L_ DOPA di Antonio Latella. Non si tratta solo di uno spettacolo, ma della conferma che il teatro è portatore sano di pensiero in un mondo che ha smesso di pensare, sa essere presenza viva e attiva frequentando la marginalità, i luoghi della malattia, rimossa da un convivere sociale annichilito e inebetito. Questo per dire che di fronte allo spettacolo di Latella si rimane senza parole, o meglio non si trovano le parole adeguate per raccontare ciò che si è visto e vissuto
Il coreografo e la compagnia dei La La La Human Steps rileggono le storie d'amore di Enea e Didone e Orfeo ed Euridice. A loro volta, le musiche di Gavin Bryars, suonate dal vivo, citano le opere di Gluck e Purcell: quello dei canadesi è un New Work con i piedi ben piantati nella tradizione
di Nicola Arrigoni
Amori impossibili, amori che emergono dal buio e sono consumati dal tempo, amori sognati, perdite precoci, abbracci mancati, passioni brucianti: di tutto ciò "parlano" i cinetici assoli e passi a due di New Work di Édouard Lock. Il punto di partenza sono due storie d’amore, quella che lega Didone ed Enea e quella tra Orfeo ed Euridice. Il riferimento è evidentemente per Lock un pre-testo, ovvero un discorso narrativo che dà il via all’azione coreografica e porta il "racconto" a concentrarsi sulla costruzione di relazioni pos
A quasi due anni dalla scomparsa della coreografa, il Tanztheater Wuppertal continua a portare in giro il suo Vollmond (luna piena): attorno a un grande masso i ballerini si stringono, lottano, si corteggiano sotto una pioggia battente. L'inno alla vita definitivo di una grande
di Nicola Arrigoni
Pina Bausch è riuscita in quello che a molti grandi è risultato impossibile: ovvero proseguire il suo racconto sul e del mondo oltre la propria esistenza, e lo ha fatto lasciando in eredità i suoi splendidi danzatori e il suo Tanztheater Wuppertal Pina Bausch, che per ora – a quasi due anni di distanza dalla scomparsa della coreografa – non dà segni di cristallizzazione. Per un repertorio coreografico o registico che continua in assenza dell’autore, la cristallizzazione è un percorso prima o poi inevitabile: la vita di un’artista come
La banalità del male ha il volto di tre giovani naziskin (uno dei quali musulmano) ultranazionalisti più per paura che per convinzione. La messinscena di Marco Plino rende giustizia al testo di Lars Noren, che guarda alla violenze dei suoi personaggi con gelido distacco
di Nicola Arrigoni
Tutto si svolge in un parchetto giochi, in un bosco, a fine anno scolastico. A festeggiare la maturità appena conseguita è un trio di ragazzotti rasati, con gli anfibi ai piedi e bomber indosso. La divisa denuncia subito che si tratta di tre naziskin, tre ragazzi che appartengono a quella gioventù sedotta dalle ideologie dell’estrema destra più per paura che convinzione, più per inadeguatezza al presente che per consapevolezza. Nella costruzione drammaturgica di impatto cronachistico elaborata da Lars Norén c’è il desiderio d
L'opera da tre soldi nello straordinario allestimento del regista americano: un capolavoro espressionista fondato sulla bravura degli attori-cantanti-ballerini del Berliner Ensemble. Da vedere tra poco, proprio a Berlino
di Nicola Arrigoni
In tempi di banalità estetiche, di approssimazione di pensiero, il regista californiano Bob Wilson dà conferma di un rigore e di una complessità d’analisi che ne fanno un maestro dello spettacolo dal vivo, un punto di riferimento illuminante. Per rendersene conto bastava assistere a L’opera da tre soldi portata in scena qualche tempo al Valli di Reggio Emilia con gli straordinari attori/cantanti del Berliner Ensemble. Brecht comme il faut ma senza nostalgie filologiche: la genialità di una regia al servizio della drammaturgia ma non per questo prona alla
I vent'anni dalla scomparsa sono una buona occasione per ricordare il regista polacco, che della memoria fece uno dei temi cardine della sua avanguardia. La materia e l'anima è un saggio di Renato Palazzi, critico del Sole 24Ore nonché infiltrato speciale in uno degli spettacoli italiani dell'autore de La classe morta
di Nicola Arrigoni
“Per le platee che in tutto il mondo hanno seguito e ammirato i suoi spettacoli, Kantor è qualcosa di più di un semplice uomo di teatro: nell’immaginario collettivo è l’officiante di uno strano culto, è l’artista che ha osato guardare in faccia la morte, che ha individuato la finestra attraverso la quale ci è dato affacciarsi dall’altra parte”. Così scrive Renato Palazzi riferendosi a Tadeusz Kantor, artista, visionario del teatro a cui è dedicato il ricco e leggibilissimo volume, Kantor. La materia e
Caterina e Carlotta Sagna usano danza e parole per denunciare il vuoto affettivo dell'uomo contemporaneo. Ecco dove raggiungerle nella loro tournée europea
di Nicola Arrigoni
Caterina e Carlotta Sagna non concedono nulla allo spettatore, anzi con assoluto rigore lo tengono a debita distanza, mostrandogli relazioni a tratti incomprensibili, forse ancora in corso oppure già finite. Si assiste a tutto ciò con disorientata voracità. Nuda Vita non è solo una coreografia, ma il tassello di un percorso che mette insieme teatro e danza, con un omaggio dovuto a Pina Bausch ma anche con la consapevolezza che i nostri tempi impongono una riflessione spesso urtante, spiazzante sulle potenzialità espressiv