Caterina e Carlotta Sagna usano danza e parole per denunciare il vuoto affettivo dell'uomo contemporaneo. Ecco dove raggiungerle nella loro tournée europea
di Nicola Arrigoni
Caterina e Carlotta Sagna non concedono nulla allo spettatore, anzi con assoluto rigore lo tengono a debita distanza, mostrandogli relazioni a tratti incomprensibili, forse ancora in corso oppure già finite. Si assiste a tutto ciò con disorientata voracità.
Nuda Vita non è solo una coreografia, ma il tassello di un percorso che mette insieme teatro e danza, con un omaggio dovuto a Pina Bausch ma anche con la consapevolezza che i nostri tempi impongono una riflessione spesso urtante, spiazzante sulle potenzialità espressive della coreografia e del corpo, così come sull’afasia a cui è costretto il dialogo affettivo fra intimi e amici. Qui la nudità sta nell’occhio voyeuristico dello spettatore che sbircia i dialoghi fra quattro personaggi, ruba brandelli di conversazione, gesti quotidiani che apparentemente non hanno peso specifico, ma divengono esemplari in quanto posti nell’extra-quotidiano, ovvero sulla scena. Si parla del più e del meno, di una pacca data sul culo, del doversi vestire come una monaca e dell’irrefrenabile voglia di spaccare la faccia a quello, anzi di accoltellarlo in un cesso e poi asciugare il sangue con la carta igienica. Parole, parole, parole, un fatto banale ma urtante e la risposta, più che agita, raccontata in uno spazio che non conosce confini ed è gestito dal movimento dei danzatori in scena.
Cosa accade in Nuda Vita? Non accade nulla se non il tentativo – solo parzialmente riuscito nella fluidità preannunciata ma non percepita – di coniugare il vuoto dell’esistere e delle relazioni, di far vedere la banalità di un oggi che si nutre di solitudini, in cui le relazioni sono impossibili, in cui l’unica soluzione è quella dello stordimento: "E balleremo, e riderai, e balleremo balleremo balleremo nella luce strobo che pulsa come un cuore impazzito, e balleremo, balleremo", dice uno dei personaggi. Nuda Vita è questo, è la dimostrazione – pornografica, perché scrive del corpo e dello spirito – di ciò che siamo, del grado zero dell’essere contemporaneo, del vuoto che ci attanaglia.
Un lavoro spigoloso, come spigolose sono le due coreografe e danzatrici, e che forse necessiterebbe di maggiore fluidità, perché i ritmi comici – amaramente comici – sono ancora da affinare, l’ironia e il sarcasmo devono ancora trovare la giusta misura per dimostrare quanto la tristezza del nostro essere sia ridicola, o meglio quanto alla nostra disperazione s’addica di più il riso ebete e un po’ stordente che il peso delle lacrime.
Tags: affettività, caterina e carlotta sagna, Nicola Arrigoni, nuda vita, pina bausch, pornografia, recensione, teatro danza, violenza,
NUDA VITA, coreografia di Caterina Sagna e Carlotta Sagna, testo di Roberto Fratini Serafide e Carlotta Sagna
Il resto della locandina: con Alessandro Bernardeschi e Tijen Lawton, disegno luci di Philippe Gladieux, ideazione costumi di Alexanra Bertaud, ideazione musicale e sonora di Arnaud Sallé, direzione tecnica e luci di Frank Condat
Produzione: Compagnia Caterina & Carlotta Sagna
Debutto europeo: 1 e 2 ottobre alla Biennale de la Danse de Lyon
Prossimamente in scena: 4 e 5 marzo, Le Cuvier CDC d'Aquitaine, Artigues prés Bordeaux; 8 marzo, Centre Culturel Agora, Boulazac; 3 maggio, Espace des arts, Chalon sur Saone; 10 maggio, L’apostrophe Théâtre des Arts, Cergy Pontoise, Val d’Oise
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