Recensione multipla: quattro libri che raccolgono testi scritti per il teatro ma che sono dotati di una vita autonoma. Dal preside in pensione di Lievi alle donne carcerate di Massini, dai travestiti di Berardi al Gramsci di Tarantino, viaggio alla scoperta di un genere in grado di raccontare il presente
di Nicola Arrigoni
Storie quotidiane possono finire col rappresentare il mondo, mentre la grande Storia si ritrova a raccontare il nostro presente, quasi come un oracolo postdatato. Queste sono alcune suggestioni che la drammaturgia contemporanea riesce a regalare quando – e non è frequentissimo – trova spazio, oltre che sulla pagina scritta, anche sulla scena. Chi pensa al teatro come a una cosa rivolta al passato avrà di che ricredersi e soprattutto potrà individuare nella scrittura scenica un ottimo esercizio di pensiero sul mondo contemporaneo. Seguendo il connubio tra pagina
Un poderoso saggio di Francesco Bruni dimostra che la nostra comunità nazionale esisteva ben prima del 1861. Dal mare nostrum a Dante, passando per tavole imbandite e alta moda, un viaggio alla scoperta di quella identità che qualcuno vorrebbe perduta
di Nicola Arrigoni
Paolo Rossi rivisita il capolavoro buffo del suo maestro Dario Fo in chiave pop: triestino al posto del lombardo, inglesismi invece del francese, per un teatro popolare sempre attuale
di Nicola Arrigoni
L’umile versione pop di Mistero Buffo di Dario Fo è tutta in un una battuta: "Vedere l’effetto che fa...". L’effetto che fa il teatro, una comunità di uomini vivi che incontrano altri uomini vivi, senza bisogno del 3D. L’effetto che farebbe se Gesù Cristo tornasse oggi. Cosa potrebbe fare? Forse il clandestino, senza dubbio non gli piacerebbe quel Papa un po’ troppo rigido su cui Paolo Rossi imposta l’inizio del suo personalissimo e popolare Mistero Buffo, "rubato" a Dario Fo, perché "rubare in teatro &egr
Versione onirica dell'ultimo e incompiuto testo del grande scrittore: i registi Enzo Vetrano e Stefano Randisi si fanno trasportare dal gioco delle illusioni, affidandosi a un'interpretazione che sarebbe stata più adatta per Sei personaggi in cerca d'autore
di Nicola Arrigoni
I giganti della montagna di Enzo Vetrano e Stefano Randisi è il teatro che si disvela, è la poesia che supera la vita e resiste, malgrado tutto, malgrado quel "Io ho paura! Ho paura!" che pronuncia impietrita Diamante all’arrivo dei giganti... Il testo ultimo e incompiuto di Pirandello, portato in scena da Vetrano e Randisi, si offre come un reiterato invito a credere ai fantasmi, un invito a farci fantocci, quei fantocci che sanno far parlare i personaggi davvero e non rappresentarli solamente, quei fantocci che alla fine nel loro essere finti si dimostrano
Torna in scena a Brescia uno storico spettacolo dei fratelli Lievi. Amore e sangue in un racconto visivo frammentato, che anticipa le invenzioni del teatro contemporaneo
di Nicola Arrigoni
Per leggere Barbablù di Cesare e Daniele Lievi, contenuto e contesto devono andare di pari passo. Barbablù dei fratelli Lievi ha una genesi lontana e un’attualità stringente. Lo spettacolo fu presentato alla Biennale Teatro nel 1984 ed è stato ripreso nel 1992 al Festival di Cividale del Friuli nella doppia versione in italiano e in tedesco, conquistandosi il consenso dei teatri di mezza Europa. Ora Barbablù torna in scena per volere dello stabile bresciano e per celebrare i vent’anni della morte di Daniele Lievi, premio Ubu alla memo
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