Lo spettacolo si chiama [H]L_DOPA, come il farmaco che il medico newyorkese somministrava ai pazienti affetti da encefalite letargica. Prendendo spunto dalle sue testimonianze, Antonio Latella e Linda Dalisi trasformano il processo di terapia e guarigione in una drammaturgia corale
di Nicola Arrigoni
Ci si commuove e si ride, gli occhi si spalancano e il cuore palpita nell’assistere a [H] L_ DOPA di Antonio Latella. Non si tratta solo di uno spettacolo, ma della conferma che il teatro è portatore sano di pensiero in un mondo che ha smesso di pensare, sa essere presenza viva e attiva frequentando la marginalità, i luoghi della malattia, rimossa da un convivere sociale annichilito e inebetito. Questo per dire che di fronte allo spettacolo di Latella si rimane senza parole, o meglio non si trovano le parole adeguate per raccontare ciò che si è visto e vissuto in quattro intense e leggerissime ore di viaggio nei risvegli raccontati da Oliver Sacks.
[H] L_ DOPA è il farmaco che Sacks somministrava ai suoi pazienti affetti da encefalite letargica, per destarli dal sonno e riportarli alla normalità fra il ’69 e ’72 al Mount Carmel Hospital di New York. La drammaturgia di gruppo che sostiene la messinscena prende spunto dai suoi stessi scritti. Antonio Latella e Linda Dalisi trasformano le testimonianze dei medico statunitense in una sinfonia di musica, parole e danza in cui si raccontano la malattia, la fatica di sentire col cuore per una medicina che pensa alla persona più che al sintomo da curare, la voglia di sognare e vivere.
La compagnia di attori provenienti da tutta Europa, il lavoro di scrittura drammaturgica su e con gli attori confermano come l’estetica sia madre dell’etica e come dal sentire e condividere il mondo sia possibile arrivare a un comportamento morale. Schierati in proscenio nella prima parte dello spettacolo quegli strani personaggi sono i parenti dei malati: tutti accudiscono una piantina, il loro caro, tutti accusano quella relazione con un corpo presente e una mente assente, tutti nutrono le loro speranze con l’attesa del risveglio e recriminano la loro vita mancata davanti al figlio o alla moglie dormienti. La definizione dei parenti dei malati, la loro ordinarietà colorata e grottesca, la loro tenerezza infantile sono ideate dagli stessi attori, immaginando chi avrebbe potuto prendersi cura di quei vegetali che Sacks avrebbe risvegliato dando loro la levo dopa.
La seconda parte della messinscena offre la visione dei malati. Schierati in proscenio, vestiti di bianco raccontano la loro storia, interrotti dall’arrivo del medico: mago e star, demiurgo e padre di quei corpi che hanno ritrovato vita, interpretato da uno strepitoso Emiliano Masala. Ma tutti i giovani attori di Latella sono prepotentemente in scena, sono i tic, sono la disperazione e la poesia, sono corpi tesi e immagini strazianti, sono dolore e felicità.
Risvegliati dal farmaco ma a questo sottomessi, i dubbi della scienza e la battaglia impari contro la morte sono alcuni tasselli del dire e del dirsi del medico, dell’essere e raccontarsi dei pazienti. C’è voglia di altrove, c’è voglia di sogno, un sogno coloratissimo che arriva nella terza e struggente parte dello spettacolo in cui quei malati divengono Hulk, Dylan Dog, Biancaneve e Jessica Rabbit, personaggi dei cartoon e dei fumetti, abitanti di un mondo di sogno, la voglia di esistere al di là della normalità a cui il risveglio farmacologico li ha condannati…
E alla fine sono i malati ad ospitare nel loro mondo altro possibile il loro medico, a consolarlo della battaglia vinta sulla malattia e della guerra persa contro la morte. Al termine un angelo sulle note di Casta Diva ci racconta l’utopia della medicina, da Ippocrate a Sacks e allora i nostri malati volano via, camminando sulle poltrone, angeli di carne e sudore in viaggio verso il sogno di essere, di esistere liberamente. Almeno al teatro Carignano, dove si è assistito allo spettacolo, l’applauso parte vero, vivo, liberatorio.
Tags: antonio latella, coma, Linda Dalisi, Nicola Arrigoni, oliver sacks, recensione, risveglio, terapia, [H] L_ DOPA,
[H] L_ DOPA, drammaturgia di gruppo a cura di Antonio Latella e Linda Dalisi
visto al: Teatro Carignano di Torino
resto della locandina: scene e costumi di Fabio Sannino, musiche di Franco Visioli, disegno luci di Giorgio Ceversi Ripa
Produzione: Nuovo Teatro Nuovo di Napoli con la partecipazione di DeVIR-CAPa Centro de Artes Performativas do Algarve
Prossimamente in scena: 27, 28 e 29 Maggio al Teatro Eliseo di Roma
Commenti
sono pronta per rivederla/li
sono pronta per rivederla/li per la terza volta (mai a milano!). davvero complimenti!!!
BRAVISSIMI!!
BRAVISSIMI!!
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