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TEATRO

La banalità del male ha il volto di tre giovani naziskin (uno dei quali musulmano) ultranazionalisti più per paura che per convinzione. La messinscena di Marco Plino rende giustizia al testo di Lars Noren, che guarda alla violenze dei suoi personaggi con gelido distacco  


di Nicola Arrigoni

Tutto si svolge in un parchetto giochi, in un bosco, a fine anno scolastico. A festeggiare la maturità appena conseguita è un trio di ragazzotti rasati, con gli anfibi ai piedi e bomber indosso. La divisa denuncia subito che si tratta di tre naziskin, tre ragazzi che appartengono a quella gioventù sedotta dalle ideologie dell’estrema destra più per paura che convinzione, più per inadeguatezza al presente che per consapevolezza.   Nella costruzione drammaturgica di impatto cronachistico elaborata da Lars Norén c’è il desiderio d
11 Aprile 2011