L'allucinatorio dittatore portato in scena da Francesco Manetti per la regia di Antonio Latella: A.H. è il ritratto onirico, in forma di monologo, di uno dei più grandi misteri della nostra storia
di Sergio Buttiglieri
Uno spettacolo che inesorabilmente ci riduce in pezzi l'anima, esattamente come fa, ad un certo punto, il bravissimo attore Francesco Manetti, solo in scena, strappando minuziosamente in mille pezzetti, in una lenta e calcolata estenuazione del pubblico, il grande foglio bianco su cui aveva appena dipinto il segno grafico Bet, seconda lettera dell'alfabeto ebraico (da questa lettera, lui ci svela, nascerà tutto il mondo), e prima lettera della parola Bereshit, "in principio", prima parola della prima frase della Genesi, "in principio Dio creò", che nel Va
In Don Giovanni a cenar teco... Sergio Latella dà al leggendario seduttore una punizione esemplare. Rinchiuso al focolare domestico, ogni sera alla stessa tavola con la stessa moglie. Uno spettacolo che è un pensiero sull'amore assoluto e sulla sua irrealizzabilità
di Nicola Arrigoni
La condanna di Don Giovanni non è bruciare nelle fiamme dell’inferno, ma è trascinarsi nella vecchiaia, vivere a lungo, magari con la stessa donna… Don Giovanni a cenar teco di Antonio Latella si chiude con la scena del gran seduttore invecchiato, seduto a tavola con Sganarello, Don Elvira e gli altri personaggi in una cena dalle luci caravaggesche, destinato a condividere nell’abbruttente vecchiaia quell’invito ‘a cenar teco’ del titolo che per tutto lo spettacolo ricorre ossessivo. Proprio come la presenza in scena di due tavoli su cui tutto
Antonio Latella si confronta con Un tram che si chiama desiderio, il testo dolorosamente autobiografico di Tennesse Williams che forniva il copione al film con Marlon Brando. Qui invece ci sono Laura Marinoni e Vinicio Marchioni ad animare un dramma sulla solitudine e la voglia di evadere dalla realtà
di Sergio Buttiglieri
Se c'è un regista che odia il realismo quello é Antonio Latella. Lo conosciamo bene, da anni ci stupisce con le sue viscerali riletture di Pasolini, Shakespeare, Genet, Testori, ma anche Marlowe, Giordano Bruno, Beckett, Melwille, Aristofane e Cervantes. Al centro di questo testo dolorosamente autobiografico firmato Tennessee Williams, di cui tutti ricorderanno la versione cinematografica di Elia Kazan, con un giovanissimo Marlon Brando (che il regista cita direttamente facendone indossare l'icona al marito di Stella) c'é la solitudine che pervade tutti i personaggi
Lo spettacolo si chiama [H]L_DOPA, come il farmaco che il medico newyorkese somministrava ai pazienti affetti da encefalite letargica. Prendendo spunto dalle sue testimonianze, Antonio Latella e Linda Dalisi trasformano il processo di terapia e guarigione in una drammaturgia corale
di Nicola Arrigoni
Ci si commuove e si ride, gli occhi si spalancano e il cuore palpita nell’assistere a [H] L_ DOPA di Antonio Latella. Non si tratta solo di uno spettacolo, ma della conferma che il teatro è portatore sano di pensiero in un mondo che ha smesso di pensare, sa essere presenza viva e attiva frequentando la marginalità, i luoghi della malattia, rimossa da un convivere sociale annichilito e inebetito. Questo per dire che di fronte allo spettacolo di Latella si rimane senza parole, o meglio non si trovano le parole adeguate per raccontare ciò che si è visto e vissuto
Antonio Latella mette in scena Le Nuvole di Aristofane in modo sorprendentemente fedele allo spirito originario della commedia: dialoghi brillanti, citazioni oscene e scheletri sul palco, a ricordarci la nostra caducità
di Sergio Buttiglieri
E' divertente assistere alla messa in scena di Antonio Latella de Le Nuvole di Aristofane prodotto dal Teatro Stabile dell'Umbria (e vedere qualcuno del pubblico che si alza e se ne va - almeno questo l'ho potuto vedere al Metastasio di Prato dov'era in scena pochi giorni fa - convinto che il regista sia stato irrispettoso verso il testo e oltraggioso verso il pubblico). Eppure qui Latella, regista che in passato aveva lavorato con ottimi risultati su autori viscerali come Pasolini, Testori, Shakespeare, e Melville, è stato particolarmente fedele ad Aristofan
In anteprima a Napoli la rivisitazione di Antonio Latella: coloratissimi volumi per bambini, amore fuori da ogni logica e risate
di Sergio Buttiglieri
Quello che ha appena debuttato con grande successo in prima nazionale al Nuovo Teatro Nuovo di Napoli, direttamente nel cuore dei quartieri spagnoli, alla presenza di un gremitissimo pubblico è Don Chisciotte, l'ultimo intimo lavoro di Antonio Latella. Il vulcanico regista partenopeo da tempo risiede a Berlino ma da quest'anno è diventato il nuovo direttore artistico di questo vitale spazio teatrale, che il 5 gennaio metterà in scena L_Dopa, un altro suo nuovo lavoro ispirato ai testi di Oliver Sacks, autore che ha saputo transustanziare la malattia in letteratura e che La