Il progetto della vita di Plamen Dejanoff si chiama The Bronze House e vuole riunire urbanistica, architettura e scultura nella costruzione di un edificio di oltre 600 metri quadri. Prima di trovare sede nella cittadina di Veliko Tarnovo verrà esposto museo per museo intorno al mondo. L'abbiamo visto al MamBO di Bologna e l'impressione è quella di una grande campagna marketing
di Mirko Nottoli
Perplessità. Potrebbe essere questa la parola che meglio descrive la sensazione che si prova visitando la personale di Plamen Dejanoff allestita al Mambo di Bologna. The Bronze House si intitola, come la colossale opera che ci accoglie nella grande sala delle Ciminiere del Museo: una vera e propria casa costruita con dei moduli di bronzo assemblabili all’infinito. Approfondendo la questione, incuriositi da un concetto che non si riesce ad afferrare nell’immediato, veniamo a conoscenza di un progetto ambizioso - per quanto non nuovo, quantomeno nelle finalità -
Domenica 19 ha debuttato al Teatro Comunale di Bologna, l'allestimento delle celeberrime "nozze" mozartiane diretto da Michele Mariotti e con la regia di Mario Martone. Il punto forte sta tutto nelle interpretazioni femminili, Carmela Remigio, Cinzia Forte e Marina Comparato. Dal palco una dedica anche a Giuseppe Bertolucci, direttore della cineteca appena scomparso
di Giovanni Desideri
Un allestimento corale, vivace, avvolgente, con voci straordinarie per i personaggi principali, accantoad altre meno ispirate. Così ci è parsa la prima delle Nozze di Figaro al Comunale di Bologna, domenica 17 giugno, ripresa dell’allestimento 2006 al Teatro San Carlo di Napoli, sempre per la regia di Mario Martone, ma con la direzione musicale di Michele Mariotti, molto bravo a dare energia e precisione al meccanismo della “folle giornata” mozartiana, qui rappresentata senza anacronismi di sorta. La scena è fissa sul palco, con una lunga tavolata
L’éspace de l’ecriture, la prima mostra italiana dedicata dal MamBo di Bologna a Marcel Broodthaers, genio del secondo novecento, prende la "scusa" per esplorare tutta quell'arte che si interroga su di sè e sull'idea stessa di comunicazione. Si interrogherà anche il visitatore, una volta tanto stimolato a superare (pre)giudizi consolidati
di Mirko Nottoli
Artista concettuale, videoartista, poeta, perfomer. Ma anche situazionista, dadaista, surrealista, creatore visivo. Marcel Broodthaers non sarà una delle figure più conosciute nel panorama artistico italiano (e la colpa è tutta nostra), ma di sicuro rientra tra le più interessanti e geniali di tutto il secondo Novecento, una di coloro che più hanno contribuito allo sviluppo di nuovi linguaggi, sperimentando, provocando, scardinando convenzioni e sistemi predefiniti. Nato in Belgio nel 1924 e morto prematuramente il giorno
Dall'1 al 4 marzo prossimi la città emiliana tornerà ad essere capitale del fumetto grazie alla sesta edizione del festival internazionale BilBOLBul. Sul tema annuale (il confine) si confronteranno disegnatori e lettori, tra esposizioni, incontri e laboratori. Aperto a tutte le età
di Alessandra Testa
Ormai che il fumetto è roba per bambini non ha il coraggio di sostenerlo più nessuno. Le tavole di Andrea Pazienza, le provocazioni e le denunce del Male e di Frigidaire, mitiche riviste nate fra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli anni Ottanta e da poco ritornate in edicola, i cui militanti sotto le Due Torri avevano la propria seconda casa. Certo, Bologna non è più la città che aveva sognato la fantasia al potere e in cui la politica si faceva anche usando la matita come megafono, ma da quelle parti il vento che spazza via le nuvole (quelle c
Sette città italiane ricordano in contemporanea la mostra dei poveristi del 1968, un evento che fece la storia. Bologna, che grazie alla Galleria De’ Foscherari ne fu parte integrante, ospita al Mambo una retrospettiva curata da Germano Celant e Gianfranco Maraniello. Ma dov'è il senso, quando manca la sorpresa?
di Mirko Nottoli
Dopo le personali di Giovanni Anselmo, Giuseppe Penone, Gilberto Zorio, Pier Paolo Calzolari, che si sono susseguite nel corso degli anni prima alla Gam poi al Mambo, una grande retrospettiva sull’Arte Povera sembrava un approdo più che naturale per il museo bolognese. Gloria artistica nazionale, risalita agli onori della cronaca durante la penultima biennale di Venezia con il dibattito se esista o meno un’arte di destra e una di sinistra, l’arte povera nasce a Torino nel 1967 su iniziativa di Germano Celant, e oggi se ne celebra il "non si sa cosa"
Artisti multimediali, in questa prima personale in un museo pubblico (il Mambo di Bologna), propongono video, fotografie, installazioni sonore e visive. Un ragionamento sullo spazio geografico nella realtà contemporanea, domande interessanti che però troppo spesso restano senza risposta
di Mirko Nottoli
Una cosa va detta, gli allestimenti del Mambo sono proprio belli. Non sarà un’osservazione molto scientifica ma è quello che si pensa ogni volta che si varca l’ingresso. Per la mostra di Zimmerfrei, Campo | largo, ci accoglie una gigantesca rete di nylon che pende dal soffitto per tutta la lunghezza della grande sala e che, illuminata da alcuni fari che cambiano intensità e colore, dal bianco al violetto, crea dei suggestivi giochi d’ombra alle pareti. Qual è il significato? Non lo sappiamo ma fa effetto e comunque un significato lo si trova.  
Bob e Nico, vale a dire Roberto Benigni e Nicoletta Braschi. La rassegna multimediale curata da Giuseppe Bertolucci ripercorre i maggiori successi della coppia sullo schermo. E mentre le stanze del Palazzo Pepoli ospitano videoproiezioni e set cinematografici, i due protagonisti in carne e ossa recitano nei teatri di Bologna
di Mirko Nottoli
Bob e Nico, ovvero Roberto Benigni e Nicoletta Braschi: una mostra organizzata dalla Cineteca di Bologna e dalla Fondazione Carisbo, nei rinnovati spazi di Palazzo Pepoli Vecchio, futura sede del Museo della Città, è un invito ad entrare nell’universo artistico e umano dell’attore premio Oscar. Uno dei pochi italiani viventi ammantato di sacralità, uno dei pochi viventi in generale che già sa di avere un posto assicurato nella storia. Un percorso lungo e articolato, immersivo e multisensoriale, quello ideato dai curatori, che alterna spezzon
Invitato al Mambo per una mostra personale, il semisconosciuto newyorkese Matthew Day Jackson si presenta ai bolognesi... defunto. In Search of è il titolo una (finta) trasmissione tv che indaga sulla sua scomparsa, mentre le altre installazioni mettono in scena il ritrovamento del corpo in un contesto futuristico
di Mirko Nottoli
L’accusa che più di frequente si muove ad ArteFiera, a Bologna, è di essere provinciale. Ogni anno, alla domanda com’è quest’anno ArteFiera, qualcuno risponderà: “provinciale”. Del resto l’Italia, si sa, è provinciale, Bologna è provinciale, pertanto anche la Fiera sarà provinciale. Niente a che vedere con Basilea, che è molto cool, né tantomeno con Miami che è il top del cool. Per sfuggire a tale accusa cosa c’è di meglio di una mostra di un giovane artista, semiscono
L'ultima trovata del Comune - commissariato - di Bologna per fare cassa e combattere il degrado del centro storico: multare i mendicanti, con cifre salatissime. E' il nuovo regolamento di polizia urbana, che entrerà in vigore il 1° marzo. E la città delle Due Torri ormai è rossa solo di vergogna
di Alessandra Testa
Primo marzo 2011. Da quel giorno sarà in vigore il nuovo regolamento di polizia urbana approvato dal Comune di Bologna. La giunta, retta dal commissario straordinario Anna Maria Cancellieri che siede sulla poltrona di sindaco da quando si è dimesso Flavio Delbono, ha deciso di indurire le azioni contro il degrado. Passino le multe per i locali fracassoni (quella della movida in centro storico è da sempre un terreno di battaglia fra residenti e polo della notte), passi la mano dura contro chi sporca o disturba la quiete pubblica, ma l’accanimento su clochard, mendican
Con la rassegna Art First e il Premio Furla, parata di grandi nomi sotto le due torri. Trivelle finte (ma che fanno rumore vero), impronte di fango e video in HD: ma l'obbligo di coinvolgere non garantisce la qualità
di Mirko Nottoli
Quello compreso tra il 28 e il 31 gennaio è stato per Bologna il weekend di Arte Fiera, momento in cui la città si anima come per incanto e si scopre amante dell’arte contemporanea. Notti bianche, palazzi e gallerie aperti fino a tardi, mostre ed eventi, gente per strada nonostante il freddo polare, file chilometriche davanti ai musei, locali sold out per la gioia di commercianti e ristoratori. Ma l'abbuffata va oltre il weekend, e la durata di alcuni eventi collaterali si allunga fino a fine mese. Bologna art first, a cura di Julia Draganovic (senza un curatore
di Marco Dalpane
Ancora tagli decisi dal governo: Tremonti dice che con la cultura non si mangia, Brunetta dice che lo spettacolo non è cultura. Possiamo provare a sostenere qualcosa di diverso? Perché pensi che la cultura sia un investimento necessario? Perché non dovremmo fidarci semplicemente del mercato ma cercare strategie alternative? Dobbiamo innanzitutto considerare che quello italiano è un caso unico. Il governo di questo paese teorizza che lo Stato non debba più intervenire sulla cultura e lo mette in pratica con i tagli diffusi, ma anche con la riforma dell&r
Il maestro bolognese è noto perché stava sempre in casa a dipingere nature morte e bottiglie. La mostra L'essenza del paesaggio ad Alba ci fa riscoprire la sua produzione "all'esterno", governata dalle stesse leggi intimiste
di Mirko Nottoli
Che ci sarà mai ancora da scoprire su Giorgio Morandi? Morandi, il pittore delle nature morte, il pittore delle bottiglie, il pittore dei quadri tutti uguali, il pittore noioso per definizione, quello che non esce mai da Bologna, quello che non esce mai dalla sua stanza di via Fondazza, circondato dai suoi vasi, dai suoi piattini, dai suoi bicchieri, dalle sue cianfrusaglie. Che dipinge e ridipinge in loop continuo. E invece. Invece, la mostra Morandi – l’essenza del paesaggio, organizzata dalla Fondazione Ferrero, ci rivela un Morandi diverso, inedito, un Morandi ch
La mostra del MamBO, Lampi di Design, è l'omaggio che Bologna rende al suo geniale cittadino scomparso tre anni fa. Un percorso a tappe tra le creazioni di chi per primo portò l'arte negli spazi domestici e urbani, convinto che la bellezza deve essere per tutti
di Mirko Nottoli
“La produzione è il mezzo di comunicazione più efficace del nostro tempo”. Così scriveva Dino Gavina, imprenditore illuminato che partito da una piccola bottega di tappezzeria è diventato uno dei personaggi chiave del design italiano del Novecento. Dai mobili all’illuminazione all’arredo urbano, era fondamentalmente un’idea di democrazia quello che lo guidava, l’utopia di portare la bellezza ovunque, di farne un bene alla portata di tutti. “Sappiamo che l’equilibrio psicologico dell’uomo dipende in gran p
C'era una volta una città governata dai suoi abitanti, dove cultura e impegno sociale andavano a braccetto. Nel loro documentario Alessandro Rossi e Michele Mellara vanno alla ricerca di uno spirito sorto nel dopoguerra e che oggi sembra così lontano
di Alessandra Testa
Che pena la politica di oggi se paragonata a quella vissuta nell’ex città “rossa” per antonomasia e rappresentata nel bellissimo documentario di Michele Mellara e Alessandro Rossi, La febbre del fare. Bologna 1945-1980. Dalla liberazione alla lettura di Carmelo Bene dedicata “ai feriti” della strage del 2 agosto, il film ripercorre, attraverso immagini d’archivio e la voce dei protagonisti, la storia di un mito: quella Bologna che fu modello e simbolo della sinistra italiana, ma dove oggi nemmeno la Festa de l’Unità è più af
Cade il prossimo 2 agosto il triste anniversario della strage che fece 85 vittime. Mentre il luogo della tragedia viene riconosciuto patrimonio dell'Unesco, L'estate spezzata, documentario di Vittorio Pastanella e Francesca Mozzi, mostra oggi chi è sopravvissuto e chi ha perso un caro: vite sospese a causa di una verità che ancora non c'è
di Alessandra Testa
Sullo sfondo scorrono le immagini di quella terribile mattina. Il famoso autobus 37, usato per trasportare i feriti in stazione. E tanti uomini qualunque che si inventano soccorritori per salvare più persone possibili da sotto la macerie. Nell’anno in cui Bologna commemora il trentesimo anniversario della bomba alla stazione, due giovani giornalisti di belle speranze presentano il documentario L’estate spezzata. Il 2 agosto del 1980 Vittorio Pastanella e Francesca Mozzi, rispettivamente classe 1979 e 1978, non erano che bambini. Eppure il loro primo lavoro lo hanno voluto de