Mentre la crescita dell'industria plasmava il gusto della borghesia novecentesca, avanguardie artistiche e artigianato creativo si stimolavano e completavano a vicenda. La mostra in allestimento alla Fondazione Ragghianti di Lucca è un tentativo di riattualizzare il patrimonio italiano precontemporaneo
di Riccardo Bonini
Fragile, elegante, orgogliosamente legato al proprio passato, remoto o recente. Sono alcuni dei tratti eterogenei che interessano il carattere nazionale italiano, che si riversano nell’affascinante assunto La Forza della Modernità per Fondazione Ragghianti, Lucca. L’Italia indubbiamente non è un Paese votato al contemporaneo, forse non può esserlo (malgrado gli sforzi e i tentativi), forse invece lo è stato, ma solo in un passato remoto. Nelle sue vene scorre piuttosto il sangue del moderno e lo si riconosce bene in quella che dovrebbe essere una delle
Una mostra che rischiava di essere solo lo specchietto per turisti brilla invece per coerenza e per intelligenza. Ritorno a Venezia porta a Palazzo Ducale alcune tele di eccezionale valore dal Musèe d'Orsay, per un'esposizione comparata con le opere del passato che ispirarono il maestro francese
di Chiara Di Stefano
La mostra Manet – Ritorno a Venezia si può definire senza alcun dubbio sorprendente. Grazie alla partnership con il Musée D’Orsay e con alcuni importanti musei americani per la prima volta in Italia sono state riunite molte delle tele del maestro francese, in un generoso e quanto mai ricco allestimento nella cornice del Palazzo Ducale. L’approccio didattico comparativo ideato per questa mostra, con le tele di Eduard Manet accanto a riferimenti di opere d’arte antica visti nei viaggi in Italia o al Louvre, risulta immediato e perfettamente com
Lo scorso 13 febbraio ci ha lasciati uno dei fotografi più interessanti d'Italia. Il suo stile "implacabile" nel ritrarre le città senza nulla concedere al pittoresco e la sua maestria nel bianco e nero, nel ricordo - personale e professionale - di chi l'ha conosciuto
di Cesare de Seta
L’ultima mostra di Gabriele Basilico è stata Bord de mer 1984-85 che sotto Natale fu riproposta dagli Incontri internazionali a Villa Pignatelli a Napoli: commessa della Mission Photographique de la Datar, progetto di ricerca, a cura di Bernard Latarjet, per documentare sistematicamente lo spazio geografico della Francia. Basilico, nato a Milano nel 1944 e da poco scomparso, fu l’unico italiano invitato in una équipe internazionale. Gabriele aveva scarpinato, come amava dire, sulle coste atlantiche della Francia fotografando città, porti, paesaggi, dist
Curata da Vittorio Sgarbi, la mostra alle Scuderie del Quirinale di Roma illustra la 'carriera' del pittore veneziano, commissione dopo commissione. Il suo sguardo già quasi romantico sul mondo, la sua sensibilità da fotografo ante-litteram, il senso per il "marketing" di chi ha sempre precorso i tempi.
di Marco D'Egidio
Uno schiavo giace disteso, nudo, sotto gli occhi dei suoi aguzzini increduli. Ridotti in frantumi attorno a lui sono i bastoni e i martelli che stavano per conficcarsi nel suo corpo. E’ il Miracolo di San Marco, calato a testa in giù sulla pubblica piazza per impedire il supplizio. Questo grande telero di Jacopo Robusti, detto il Tintoretto (Venezia, 1519 – Venezia, 1594), al quale è dedicata la mostra alle Scuderie del Quirinale curata da Vittorio Sgarbi, domina la prima sala accanto a un autoritratto giovanile dell’artista. (immagine in basso) Le due op
Nota per le esibizioni "masochistiche" sul proprio corpo, la performer serba sarà presente da domani al 24 marzo a Milano per una serie di eventi a lei dedicati. Il principale, intitolato Abramovic Method, si terrà al Padiglione dell'Arte Contemporanea e coinvolgerà direttamente gli spettatori
di Anna Colafiglio
"Smetteranno mai di chiedermi se questa è arte?", si domanda, legittimamente, Marina Abramović, grande artista serba che vanta al suo attivo quarant'anni di carriera nel controverso campo della Performance Art. Un territorio difficilmente circoscrivibile, che Marina definisce come "quella costruzione fisica e mentale che avviene, dinanzi a un pubblico, in un preciso tempo e luogo, e che implica la creazione di un dialogo energetico". Dopo le crude performance che la hanno vista protagonista durante gli anni Settanta (tra le quali ricordiamo le celebri Rhythm
Dall'1 al 4 marzo prossimi la città emiliana tornerà ad essere capitale del fumetto grazie alla sesta edizione del festival internazionale BilBOLBul. Sul tema annuale (il confine) si confronteranno disegnatori e lettori, tra esposizioni, incontri e laboratori. Aperto a tutte le età
di Alessandra Testa
Ormai che il fumetto è roba per bambini non ha il coraggio di sostenerlo più nessuno. Le tavole di Andrea Pazienza, le provocazioni e le denunce del Male e di Frigidaire, mitiche riviste nate fra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli anni Ottanta e da poco ritornate in edicola, i cui militanti sotto le Due Torri avevano la propria seconda casa. Certo, Bologna non è più la città che aveva sognato la fantasia al potere e in cui la politica si faceva anche usando la matita come megafono, ma da quelle parti il vento che spazza via le nuvole (quelle c
Corpi maschili scultorei secondo l'ideale formale classico ma dotati di una vitalità rivoluzionaria figlia degli anni Settanta. Questo ritraggono le 178 fotografie di Robert Mapplethorpe portate a Milano dall'omonima fondazione di New York, a celebrare uno dei grandi ingegni del ventesimo secolo
di Anna Colafiglio
Direttamente dalla Robert Mapplethorpe Foundation di New York, arriva a Milano la prima, grande retrospettiva su uno degli artisti più celebri e rappresentativi del ventesimo secolo. 178 opere fotografiche, perfettamente rispondenti a un approccio alla materia che, emblematicamente, l'artista riassume dichiarando: "se fossi nato cento o duecento anni fa, avrei potuto fare lo scultore, ma la fotografia è un mezzo molto veloce per vedere e per fare scultura". Sin dalle prime Polaroid di inizio anni Settanta, che aprono la mostra, appare evidente il particolarissim
A Punta della Dogana, Venezia, la mostra Elogio del Dubbio per la Fondazione Francois Pinault raccoglie i lavori e i nomi più significativi della nostra epoca: appeal commerciale e potenziale scenico vanno a braccetto con il valore specifico delle opere, come in un'antologia riuscita bene
di Mirko Nottoli
Una mostra per riconciliarsi con l’arte contemporanea. Quella mainstream. Quella che finalmente sa di internazionalità e non di classico provincialismo italiota (l’ormai mitico padiglione Italia made in Sgarbi è solo lì a due passi). Il luogo, le opere, l’allestimento, tutto concorre alla riuscita dell’operazione. Primo: il luogo. Punta della Dogana, accuratamente restaurata da Tadao Ando che costruisce un enorme cubo di cemento nel bel mezzo dello storico edificio, mantenendo intatte le antiche strutture e allo stesso tempo rendendo le sale
Wayne Thiebaud, pop artist dall'Arizona, è l'ultimo ospite del museo dedicato al maestro bolognese. Al netto di epoche, luoghi, stili e correnti lontane, i due artisti "dialogano" e, quadro dopo quadro, scoprono di avere qualcosa in comune
di Mirko Nottoli
Il Museo Morandi di Bologna è da qualche anno protagonista di un’iniziativa lodevole e intelligente, capace in un solo colpo di fronteggiare le due problematiche più spinose per un posto di quel tipo. Problemi condivisi da tante altre realtà museali, alle prese con la scarsa affluenza di visitatori, ovvero come rendere le proprie collezioni permanenti dinamiche e attuali al contempo, le due cose senza, ovviamente, snaturare o tradire l’originaria vocazione del museo che, nel nostro caso, è quella di raccogliere, conservare e mostrare l’opera di Gio
Viene allestita alla galleria L.I.B.R.A. di Catania Perigrafie, la mostra personale del giovane artista. Il suo è uno stile capace di sintetizzare cambiamenti e evoluzioni dell'arte grafica tra il XX e il XXI secolo, fino alla "liberazione" dagli obblighi raffigurativi
di Anita T. Giuga
A Catania è in esposizione la personale siciliana del giovanissimo Riccardo Negri (nato a Mantova nel 1985), curata da Duccio Trombadori. Negri ha voluto far collimare l’avventura artistica con la sua biografia, tant’è che il giorno prescelto per l'inaugurazione, il 7 maggio, è stato quello del suo stesso compleanno. Diplomato all’Accademia di Belle arti di Bologna, il suo lavoro parte dal “segno” ed è proprio questo che lo contraddistingue; intanto come “prova” di un atto creativo diretto, che dalla mano s
Bob e Nico, vale a dire Roberto Benigni e Nicoletta Braschi. La rassegna multimediale curata da Giuseppe Bertolucci ripercorre i maggiori successi della coppia sullo schermo. E mentre le stanze del Palazzo Pepoli ospitano videoproiezioni e set cinematografici, i due protagonisti in carne e ossa recitano nei teatri di Bologna
di Mirko Nottoli
Bob e Nico, ovvero Roberto Benigni e Nicoletta Braschi: una mostra organizzata dalla Cineteca di Bologna e dalla Fondazione Carisbo, nei rinnovati spazi di Palazzo Pepoli Vecchio, futura sede del Museo della Città, è un invito ad entrare nell’universo artistico e umano dell’attore premio Oscar. Uno dei pochi italiani viventi ammantato di sacralità, uno dei pochi viventi in generale che già sa di avere un posto assicurato nella storia. Un percorso lungo e articolato, immersivo e multisensoriale, quello ideato dai curatori, che alterna spezzon
La mostra sugli Impressionisti debutta al Palazzo Reale di Milano, e poi partirà per una serie di tappe internazionali. Agli esordi e alle produzioni dei maggiori protagonisti del movimento (Monet, Degas, Renoir...) si affiancano le opere di precursori e "avversari". Un itinerario completo nella Parigi di fine Ottocento
di Anna Colafiglio
“Scrivete: Impression”. Così iniziò la storia di un movimento eversivo, in un periodo storico che l’eversione artistica ce l’aveva nel sangue, su tutti i fronti e in tutti i campi. Claude Monet, uno dei massimi esponenti di quella corrente che presto sarebbe divenuta, suo malgrado, una vera e propria scuola, decise di mettere la didascalia Impression sotto una delle sue opere rimasta senza titolo; non sapeva, però, che quel nome casuale sarebbe diventato l’appellativo, inizialmente dispregiativo, della rivoluzionaria corrente destinata a
A Piacenza fino a fine mese, la galleria Placentia arte ospita la prima mostra personale del giovane artista Diego Caglioni. Una riflessione sull'estetica del web e sui ritmi della nostra quotidianità, sempre più scandita dai social media e dall'uso della rete
di Riccardo Bonini
Alla luce delle numerose intuizioni degli ultimi decenni a proposito della dirompente influenza della rete sulla sfera del sentimento individuale e collettivo - un guru su tutti, Derrick de Kerckhove - l’operazione che l’artista bergamasco Diego Caglioni (classe 1983) ha ideato per lo spazio di Placentia Arte assume un’aura nostalgicamente commovente. Un’inversione di tendenza rispetto alla nostra quotidianità svilita, sacrificata ai social network o affidata alla fallace intimità del documento di testo nello scrigno ‘segreto’ del proprio perso
Doveva essere un progetto in comune tra la poetessa e l'artista Mimmo Rotella, un omaggio alla bellezza della diva americana. E' diventato la mostra Milano. Ultimo atto d'amore: un percorso parallelo fra le vite tormentate della Merini e della Monroe, fra la potenza dell'icona, della parola e del suono
di Anna Colafiglio
“Rido per te che mi canti / e canto per te che ridi”, scriveva Alda Merini accanto allo splendido volto di Marilyn Monroe profanato (o sacralizzato?) dall’intervento di Mimmo Rotella. Ci fissa dall’alto di una vecchia fotografia di lei bambina e diciottenne, la sua bellezza pura di allora che muta pian piano nel volto della poetessa che tutti conosciamo; una videoproiezione di due minuti che condensa una vita intera. Entriamo negli spazi di questa mostra con il preconcetto della discordanza, domandandoci perchemmai abbiano deciso di accostare l’arte di Alda
La giovane artista texana è al Peep-Hole, il nuovo progetto di uno spazio espositivo milanese dalla storia illustre, con un lavoro su memoria e narrazione
di Riccardo Bonini
A Milano, in via Panfilo Castaldi 33, nello spazio che fu la prima piattaforma di Massimo de Carlo (per intenderci lo storico gallerista di Maurizio Cattelan), vive ora Peep-Hole. Il progetto dei due curatori Vincenzo de Bellis e Bruna Roccasalva coniuga esposizioni, incontri, letture nello spirito della ricerca contemporanea. Peep-Hole (lo sguardo attraverso il buco della serratura, morboso quanto basta - Peeping Tom docet -) arriva alla quinta e ultima mostra del 2010 presentando, per la prima volta in Italia, il lavoro della trentenne americana J. Parker Valentine (n