Cade il prossimo 2 agosto il triste anniversario della strage che fece 85 vittime. Mentre il luogo della tragedia viene riconosciuto patrimonio dell'Unesco, L'estate spezzata, documentario di Vittorio Pastanella e Francesca Mozzi, mostra oggi chi è sopravvissuto e chi ha perso un caro: vite sospese a causa di una verità che ancora non c'è
di Alessandra Testa
Sullo sfondo scorrono le immagini di quella terribile mattina. Il famoso autobus 37, usato per trasportare i feriti in stazione. E tanti uomini qualunque che si inventano soccorritori per salvare più persone possibili da sotto la macerie. Nell’anno in cui Bologna commemora il trentesimo anniversario della bomba alla stazione, due giovani giornalisti di belle speranze presentano il documentario L’estate spezzata. Il 2 agosto del 1980 Vittorio Pastanella e Francesca Mozzi, rispettivamente classe 1979 e 1978, non erano che bambini. Eppure il loro primo lavoro lo hanno voluto dedicare a una delle pagine più nere della città in cui vivono, una ferita che anche chi allora non c’era sente ancora sanguinare.
La cicatrice è di quelle indelebili: 85 morti e 200 feriti, esecutori materiali già liberi e mandanti ancora senza nome. Senza dimenticare le polemiche che ancora vedono partiti di destra e sinistra l’un contro l’altro armati e le difficoltà che sopravvissuti e familiari delle vittime scontano sulla propria pelle per l’incompleta applicazione della legge 206/2004 sui diritti delle vittime del terrorismo.
In 44 minuti, intensi e toccanti come solo il ricordo di una tragedia può essere, Pastanella e Mozzi mostrano la vita, trent’anni dopo, di chi è sopravvissuto o ha perso un caro. Vite rimaste sospese a causa di una verità che ancora non c’è, fra la ricerca dei responsabili e le improbabili piste che ogni tanto rispuntano sui media o nei libri che si occupano delle tante stragi italiane. L’ultimo esempio è Intrigo internazionale di Rosario Priore e Giovanni Fasanella, un testo che, nelle parti in cui cita la strage del 2 agosto, il presidente dell’Associazione dei familiari delle vittime Paolo Bolognesi definisce "disarmante e poco rispettoso delle sentenze".
Molte delle testimonianze de L’estate spezzata sono inedite, volti mai apparsi davanti ad una telecamera. Non potevano mancare, invece, le voci dell’allora sindaco Renato Zangheri e dell’ex pm Libero Mancuso, che ripercorre le indagini e le deviazioni che le hanno ostacolate.
Un grazie a Pastanella, Mozzi e Vincenzo Mario Corvaglia, autore delle riprese. Il loro lavoro, dal linguaggio semplice e diretto, merita di essere divulgato nelle scuole di ogni ordine e grado.
La presentazione del documentario, inoltre, ha offerto all’Associazione dei familiari delle vittime un’occasione per annunciare una buona notizia. Lo squarcio alla stazione e la sala d’attesa “Torquato Secci”, intitolata al primo presidente dell’Associazione, saranno proclamati patrimonio dell’Unesco per la pace. Una carezza per la Bologna che non dimentica. Il prossimo settembre verrà affissa una targa accanto al memoriale con i nomi di tutti coloro che persero la vita durante l’attentato. Sopra sarà incisa la scritta: "Questo luogo, testimone della strage terroristica del 2 agosto 1980, è stato inserito nel programma Unesco 2001-2010 'Patrimoni messaggeri di una cultura di pace e di non-violenza' affinché il dolore non sia immobile nel ricordo, ma viva testimonianza della volontà di costruire le difese della pace nella mente dei giovani".
Intanto, l’orologio della stazione continua a segnare le 10.25. Quelle maledette 10.25 di una mattina d’estate di trenta anni fa.
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L'estate spezzata. A trent’anni dalla strage del 2 Agosto 1980, di Vittorio Pastanella e Francesca Mozzi, Italia 2010, 44 m
Dove vederlo: il documentario è stato presentato lo scorso 15 luglio presso il Circolo Pavese di Bologna ma non è ancora arrivato nelle sale. Nell'attesa se ne può vedere uno spezzone sul sito dell'EmiliaDocFestival
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