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FILM

Torna Clint Eastwood, con un film-indagine sulla presidenza Hoover e la nascita dell'FBI. La pellicola ricostruisce la formazione degli agenti e le azioni di spionaggio, e al contempo si arrovella sull'enigma umano del Presidente, senza però riuscire a scioglierlo


di Marinella Doriguzzi Bozzo

“Gli storici scrivono della storia al presente, tralasciandone la contestualizzazione”. Accettabile o meno, l’affermazione enunciata nel film potrebbe rappresentare la traccia che ne ha guidato la realizzazione ,in precario equilibrio tra “il retaggio di un uomo e l’onore di una istituzione”.   Certo, l’argomento non era facile: da un lato, quasi quarant’anni di epopea degli Stati Uniti, da Coolidge a Nixon. Dall’altro, la nascita di un FBI “moderno”, dotato di sistemi di identificazione e di metodi investigativi organi
05 Gennaio 2012

RECENSIAMO TUTTO - PROFESSIONI

Prima o poi doveva succedere. In qualità di "sito che recensisce tutto" non potevamo esimerci dal mettere nel mirino anche il nostro stesso "mestiere", quello del recensore. Lo facciamo cercando ci capire quanto sia cambiato e quanto ancora debba cambiare il ruolo di chi giudica le arti


di Marinella Doriguzzi Bozzo

Quando ci chiedono cosa ne pensiamo del tale o della talaltra, difficilmente rispondiamo limitandoci a descriverne il colore del vestito o degli occhi. Salvo identificarli come persone "strane" (un'abdicazione che non vuol dire assolutamente niente) in genere proviamo ad abbozzare un tentativo di interpretazione dei soggetti in questione. Invece, per quanto riguarda in particolare i libri e i film, che pure sono anche loro degli organismi viventi che spesso addirittura ci sopravvivono, il discorso torna al colore del vestito o degli occhi. Nel senso che con frequenza sempre più
02 Gennaio 2012

FILM

Impegno civile e trama da thriller: è il nuovo filone, classico ed "europeo", della cinematografia americana. Ben rappresentato da Le idi di marzo, di George Clooney


di Marinella Doriguzzi Bozzo

Ridotto alle fatidiche frasi "alea iacta est" e "veni vidi vici", Giulio Cesare imperversa in questi giorni sugli schermi televisivi grazie alla pubblicità della Tim, mentre George Clooney, regista e interprete, ce lo ricorda con il titolo del suo ultimo film, Le idi di marzo. Data solo temporaneamente finale di una visione provvidenzialistica della storia, che fece dire a Jorge Luis Borges in una lirica ispirata al dramma di Shakespeare: "qui quelli che lasciarono i pugnali, qui la povera cosa, un uomo morto che si chiamava Cesare". Proprio mentre
19 Dicembre 2011

FILM

Lui, lei e il cane. L'amore tra un divo sul viale del tramonto e una giovane attrice in ascesa anima il film di Michel Hazanavicius, un tributo al cinema muto (e musicale) affettuoso e un po' ruffiano che è valso a Jean Dujardin la Palma d'Oro di Cannes come migliore attore.


di Marinella Doriguzzi Bozzo

Una storia muta di cinema e d'amore, che, per la sua stessa natura, non abbisogna di molte parole. Hollywood, 1927: lui è l'interprete famoso proprio delle pellicole con cartigli che stanno per tramontare definitivamente; lei una maschietta sgambettante - e sgomitante - ma dal cuore d'oro. Potrebbe essere sia pubblicità che colpo di fulmine. Ma prima che si ritrovino lui dovrà toccare il fondo,ostinandosi per orgoglio a non piegarsi alle esigenze del sonoro; lei,viceversa, farà una folgorante carriera tutta parlata. Entrambi si salveranno finalmente insieme, ricorre
12 Dicembre 2011

FILM

L'ormai tradizionale appuntamento annuale per Allen, che dopo Londra, Barcellona e prima di Roma, fa tappa nella capitale francese. In Midnight in Paris il suo alter ego, lo sceneggiatore e aspirante scrittore interpretato da Owen Wilson, incontra le personalità artistico intellettuali della Belle époque


di Marinella Doriguzzi Bozzo

Sostiene Cacciari, ci sembra citando Hegel, che il bello del passato è che è passato (professore, adoperi la matita blu se stiamo dicendo una fesseria). Mentre Woody Allen sostiene l’esatto contrario, secondo il rigurgito adolescenzial-nostalgico di un’età anagrafica ancora nutrita di solide reminiscenze classiche.   Il film si apre con tre minuti di una Parigi ancora più accattivante delle più belle cartoline, con punti di vista e rendez vous atmosferici che un turista nemmeno si sogna dopo anni di appostamenti, ed un autoctono che v
05 Dicembre 2011

FILM

Una favola natalizia per il regista finlandese: Miracolo a Le Havre è ambientata nel tempo sospeso di una comunità sottoproletaria francese, dove la gente è tanto laboriosa quanto generosa. Una storia surrealisticamente felice, il "miracolo" di cui abbiamo bisogno


di Marinella Doriguzzi Bozzo

Dalla Le Havre de Il porto delle nebbie (film celeberrimo che vide all’opera per la prima volta il trio Prévert Gabin Carné-1938) alla Le Havre dei giorni nostri. Che potrebbe però essere anche quella degli anni cinquanta, tanto il tempo è disincarnato: qui le classi umili e non più giovani vivono spesso in una sorta di modernità retrodatata, siamo evidentemente in un apologo favolistico-realista, tanto che i soliti traduttori italiani hanno aggiunto la parola "miracolo" al più sobrio titolo originale di Le Havre.   Gi&agrav
28 Novembre 2011

FILM

Più pastiche che thriller il nuovo film di Roland Emmerich, che passa dalla fantascienza alla fantastoria. Anonymous ipotizza che il grande bardo inglese si sia impadronito del lavoro altrui: sulla falsariga del Codice da Vinci, il regista tenta la carta della dietrologia retroattiva, ma gli va male


di Marinella Doriguzzi Bozzo

Un film formalmente sontuoso sul conflitto d’interessi, spalmato lungo le sue tradizionali declinazioni: l’amore, il potere, il denaro, il sesso. Con l’aggiunta di una quinta, inusitata variabile, quella dell’arte. Ambientato nel periodo storico forse più spettacolarmente famoso, il secolo elisabettiano (debitore sia al miracolo della stabilità economica che allo strepitoso rigoglio della letteratura e della scienza) l’opera si avvale di una sceneggiatura più ascrivibile al pastiche di generi che al thriller puro e semplice.   Come
21 Novembre 2011

FILM

La kryptonite nella borsa di Ivan Cotroneo si trasferisce dagli scaffali delle librerie alle sale, per la regia del suo stesso autore. Peppinello, dieci anni, si divide tra una famiglia vivace e affollata e le sue fantasie solitarie. Una narrazione intelligente che riesce a far convivere diversi spunti nel solco della tradizione napoletana


di Marinella Doriguzzi Bozzo

“Quand’eeero piccola, dormivo sempre al lume di una lampada, per la paura della solitudine,paura che non m’ha lasciato mai”. Mina urla melodiosamente la sua canzone, mentre la cinepresa inquadra un vicolo amaro lungo il quale arranca Valeria Golino, fulminata dalla scoperta del tradimento del marito. Siamo a pochi minuti dall’inizio, e già si capisce, pur senza saper nulla di Ivan Cotroneo (qui alla sua prima prova registica) che siamo nelle mani di un intellettuale della napoletanità. Con gli inevitabili alti e bassi, ossia con il coraggio di ibrida
07 Novembre 2011

FILM

Premiata a Venezia, la pellicola del russo Alexander Sokurov ricalca l'epocale testo di Goethe, riducendo ai minimi termini la narrazione e concentrandosi sui particolari pittorici dell'immagine e della messinscena. Un'altra vittoria del ricatto da "cultura alta" sulle giurie festivaliere...   


di Marinella Doriguzzi Bozzo

Come affrontare la recensione di un film da cui si è usciti affranti e desolati? Affranti per la noia sparsa a piene mani, come la semina dei contadini prima dell'avvento delle macchine; desolati per il ricatto che una pretesa "cultura alta" sembra talvolta esercitare nei confronti delle giurie dei festival, che finiscono con il premiare opere ai margini dello specifico cinematografico, comunque lo si voglia intendere.   Quest’anno Cannes ha incoronato come miglior film Tree of life di Terrence Malick (leggi) e Venezia questo Faust di Sokurov. Entrambi sontuosi
31 Ottobre 2011

FILM

Discusso e un po' penalizzato al Festival di Cannes per via delle esternazioni antisemite del suo regista, Melancholia immagina uno scenario fantascientifico e apocalittico. Come le due sorelle protagoniste reagiscono all'avvicinamento di un pianeta che incrocerà la traiettoria della terra, distruggendola


di Marinella Doriguzzi Bozzo

La possente e struggente musica del Tristano e Isotta di Wagner non irrompe nella sala, ma sembra fermare le immagini sullo schermo in una sorta di minacciosa attesa, mentre dall’alto piovono le sagome distorte in cenere di uccelli, simili a foglie. Questo è il prologo del film che, almeno inizialmente, sembra proporsi le vette immaginifiche de Tree of life di Terrence Malick (vedi recensione) mentre è invece in grado di semplificarne lo spirito, senza cadere negli abissi di goffaggine di una pellicola che veniva premiata da quello stesso Festival di Cannes che nel contempo
24 Ottobre 2011

FILM

Un roadmovie alla ricerca di se stessi. Come il suo personaggio, la rockstar decaduta Cheyenne (Sean Penn), anche il regista napoletano varca l'oceano per la sua prima pellicola internazionale. This Must be the place è un incontro riuscito fra il suo visionarismo d'autore e le esigenze da grande produzione


di Marinella Doriguzzi Bozzo

La vita come un breve intervallo, trascorsa tra l’enunciazione di quello che si farà in futuro e la quasi subitanea constatazione che “ormai è andata così". In questa concezione astratta della realtà si imbozzoliscono i giorni sempre uguali di Cheyenne, attempata rockstar che non vuole crescere, autisticamente ibernata da un trucco che lo maschera e lo sottrae ad un passato lontano, più sconfessato che rimosso. Nel contempo, quel trucco lo protegge dalla paura di vivere, rassicurandolo con la noia depressiva di abitudini, presenze e ambienti
17 Ottobre 2011

FILM

L'amore che resta è quello che lega Enoch, sopravvissuto a tre mesi di coma, e Annabel, sua coetanea affetta da un cancro già allo stadio terminale. Un'altra variante sui temi eterni del sentimento tra adolescenti e del binomio amore e morte: ma l'autore di Elephant se la gioca tutta sul filosofico


di Marinella Doriguzzi Bozzo

“Entra fra queste braccia. Se ti parve meglio per me non sognar tutto il sogno, ora viviamo il resto”. Così John Donne, in una delle sue più celebri poesie, nell’insuperata traduzione di Cristina Campo. E mentre quel che là restava era l’impegno di un futuro condiviso, qui quello che resta sono tre mesi d’amore fra due post adolescenti corteggiati innaturalmente dalla morte. Nonché un consolatorio ricordo per lui e una breve condivisione per lei. Premessa per l’uno di una diversa disposizione a vivere, mentre per l’altra non
10 Ottobre 2011

FILM

David Cronenberg racconta i triangolo tra Freud, Jung e la loro paziente Sabine Spielrein, simbolo della nuova scienza contesa fra i due. A dangerous method ricostruisce la storia della psicanalisi in un torbido intreccio di relazioni, dove l'unico a comportarsi bene, una volta tanto, è il regista


di Marinella Doriguzzi Bozzo

Se si dovesse chiedere ad un uomo quali siano, secondo lui, i classici protagonisti di un triangolo amoroso, probabilmente risponderebbe: lui, lei, l'altra. In questo caso, invece, l'ottica è più "femminile", trattandosi di due lui e una lei. Ma non si parla di personaggi anonimi, ringalluzziti o dilaniati dai soliti eterni intrighi amorosi (che inevitabilmente coinvolgono anche altre vite, facendo di ogni triangolo almeno un pentagono). Bensì dei più autorevoli psicanalisti del '900, ossia Freud e Jung. Anzi, a ben guardare, il personaggio femminile non &
03 Ottobre 2011

FILM

Le folli avventure di un chirurgo (Antonio Banderas) ai limiti della moralità, raccontate con enigmatica suspence. La pelle che abito, ultima fatica del cineasta spagnolo è una girandola di citazioni artistico-cinematografiche che però non sa replicare il grado di coinvolgimento dei film precedenti


di Marinella Doriguzzi Bozzo

La dolcezza insinuante, quasi midollare, del brano Petite fleur (1952) di Sidney Bechet a separare in due metà la storia, il cui racconto comincia dalla seconda per risalire fino alla prima. Si tornerà in seguito sul fatto ad aggiungere l’estrema agnizione, che arriva, appunto, all’ultimo secondo del film, quasi come un sigillo: l'unico momento di commozione tardiva in una pellicola che il regista Almodovar estrae di peso dal suo consueto bagaglio delle meraviglie, senza però mai riuscire a trasfigurarlo in repertorio artistico.  
27 Settembre 2011

FILM

Il gioco a quattro inscenato da Roman Polanski nel suo ultimo film, appena presentato alla Mostra di Venezia, ricorda da vicino il film di Mike Nichols del '66, con cui condivide anche una matrice teatrale. Ma se la pellicola di allora fece scandalo, lo schema della lite domestica riproposto oggi risulta più debole


di Marinella Doriguzzi Bozzo

Nel 1966 usciva sugli schermi Chi ha paura di Virginia Woolf, spaccato sulle liti apocalittiche di una coppia irrorata dall’alcool, in presenza di un’altra coppia di ospiti occasionali. Allora il testo teatrale che lo ispirava era una commedia di Edward Albee, adattata per lo schermo dal regista esordiente Mike Nichols. Cinque Oscar, e il vero merito di aver liberato cinematograficamente la crudezza violenta delle parole, in un’epoca in cui non si usava dire pubblicamente quel che si diceva in privato.   Quarantacinque anni dopo, Polanski riadotta e riadatta lo stesso sc
20 Settembre 2011