Il nuovo film di Paul Thomas Anderson, premiato a Venezia e incensato dalla critica, è una storia sui giochi di potere e le insicurezze psicologiche. Sulla sua ribalta si confrontano Philip Seymour Hoffmann e Jacquin Phoenix, attori di prima grandezza che non riescono a nascondere le lacune di un'opera debole
di Marinella Doriguzzi Bozzo
Dopo aver visto durante le vacanze due film diversamente dignitosi o più che dignitosi (La regola del silenzio di Robert Redford e La miglior offerta di Giuseppe Tornatore) ma entrambi annacquati dal bisogno di inserire una trama a tutti costi che fa da comune debolezza, ecco l'interessante caso di The master, con cui inauguriamo l'anno nuovo. Caso interessante perché pluriosannato, eppure con parecchi difetti: lungo, noioso, tetro, a tratti decisamente sgradevole, nonché nettamente in contrasto con i primi due di cui abbiamo parlato. Qui infatti la trama non
di Marinella Doriguzzi Bozzo, Dario De Marco, Simone Dotto
Torna il cantore della (pre)adolescenza del cinema indipendente americano. Due dodicenni soli in Moonrise Kingdom scappano insieme, inseguiti da scout e famigliari. Temi e volti ricorrenti della cinematografia andersoniana hanno un po' di magia in meno, in una sceneggiatura studiata fin troppo a tavolino
di Marinella Doriguzzi Bozzo
"La poesia non deve necessariamente fare rima, ma deve essere creativa" comunica lui dodicenne a lei dodicenne. Peccato che Wes Anderson (specialista in famiglie bizzarre e in personaggi borderline) di rime cerchi di azzeccarne fin troppe,e alla luce di una inventività talmente intellettualizzata da perdere per strada la sua freschezza emotiva. L'ambientazione che già tanti accordi armoniosi aggiungeva a i Tenenbaum (2001) anche qui è a tratti magnifica, e prova con successo a coniugare gli spaccati verticali tipici delle case di bambole con una sorta
Sembrerebbe un sequel del fortunato Quasi Amici uscito nelle sale qualche mese fa, e invece quella di Eric Toledano e Olivier Nakache è un film più vecchio di tre anni e che in Italia trova distribuzione solo oggi. Un matrimonio e le rispettive cerchie di amicizie e conoscenze, per un film ecumenico, come si conviene sotto le feste
di Marinella Doriguzzi Bozzo
Prima di impalmare qualcuno/a, bisognerebbe meditare sui trattati quasi omonimi di Sun Tsu e di von Clausewitz che, a distanza di quasi 2000 anni l'uno dall'altro, riflettono e fanno meditare a fondo sull'Arte della guerra. Non solo perché gli sposi possono diventare dei futuri nemici intimi, ma soprattutto perché il matrimonio di due persone è in realtà il tentativo di fusione per reciproca incorporazione-sopraffazione delle relative tribù al seguito. Ed ecco quindi fratelli, cugini, suoceri, nuore, cognati confrontarsi, criticarsi e tessersi agguati l
Thomas Vinterberg, regista danese fautore del cinema Dogma assieme al conterraneo Lars Von Trier, torna con un film che indaga le nostre colpe "originali". Il sospetto racconta la storia di Lucas, uomo-bambino, e della giovanissima Klara che se ne innamora e poi lo accusa. Grande interpretazione di Mads Mikkelsen, ma la regia osa di meno
di Marinella Doriguzzi Bozzo
I convegni amical famigliari sono l'ossessione di Thomas Vinterberg, che vi ritorna circolarmente a partire da Festen (1998) passando attraverso Riunione di famiglia (2007) fino ad approdare appunto a Il sospetto: lo si direbbe una sorta di avvento che precede il Natale, contemplando nel contempo la passione dell'uomo che si fa capro espiatorio della comunità, ma senza la certezza di una Pasqua di resurrezione, poichè si rimane dalle parti del secolare e non del divino. Appartenente al movimento Dogma 65, il regista condivide con Lars Von Trier il proposito di purifi
Ne La Sposa Promessa, la regista israeliana Rama Burshtein racconta le implicazioni di un matrimonio in quel di Tel Aviv. Cultura, religione, morale e una tradizione ancestrale che arriva attraverso il chiacchericcio della gente: è il pesante bagaglio della donna che va all'altare, vista qui da una prospettiva tutta femminile
di Marinella Doriguzzi Bozzo
Ogni religione è nel contempo precetto morale, norma di culto, regola di comportamento e di controllo associativo. Spesso è anche elemento di riferimento, quando non di sovrapposizione, all'interno della legge laica. Ma il cuore, continuamente diviso tra il sacro e l'umano - impropriamente detto profano - come se la cava? Da sempre, e sotto ogni sole, si arrangia e soffre. Tanto più se siamo all'interno di una comunità ebraica contemporanea di strettissima osservanza, che già di per sé costituisce elemento di interesse estetico, etnologico e etologi
L'ultima pellicola di un grande che invecchia tra alti e bassi e torna su uno dei suoi temi caratteristici: quello di un luogo chiuso, una cantina, dove i due giovanissimi protagonisti estratti dal libro di Niccolò Ammaniti, regrediscono a un rapporto tra uomo e donna "primordiali".
di Marinella Doriguzzi Bozzo
La buona notizia è che una volta tanto non abbiamo letto l’omonimo libro di Niccolò Ammanniti da cui il film è tratto, e quindi siamo esentati, volenti o nolenti, da qualsiasi confronto proprio e improprio. La cattiva notizia è che il tempo non solo passa, ma con Bernardo Bertolucci si è anche comportato male, inchiodandolo su una sedia a rotelle: lui, il regista della danza come liberazione e delle solitudini multiple come catarsi. Che si tratti di un film d’Autore lo si vede fin dai titoli di testa: sobriamente bianchi su fondo nero, com
L'ultimo capitolo della saga bondiana è diretto da Sam Mendes e vede l'agente 007, ancora con il volto di Daniel Craig, problematico come non mai. Un calibratissimo gioco fra il vero, il falso e il verosimile.
di Marinella Doriguzzi Bozzo
Sugli schermi dell’infanzia, Tom e Jerry se le danno di santa ragione, e ogni possibile marchingegno domestico è utile per sortire effetti violentissimi senza che nessuno si massacri definitivamente: la rivalità non è una contrapposizione fra buoni e cattivi, ma un semplice espediente perché la lotta senza esclusione di colpi possa proseguire all’infinito. Sugli schermi dell’età adulta, le avventure di James Bond ricalcano da quasi cinquanta anni lo stesso schema, ma il conflitto, sotto l’egida manichea del bene e del male, &egr
In Argo, alla sua terza prova anche da regista, l'attore appare con un look pilifero alla Cacciari e dimostra di essere diverso dal bambolotto standard hollywoodiano. E anche la storia, un film nel film escogitato per liberare alcuni addetti dell'ambasciata americana nella crisi del '79, è congegnata in modo originale
di Marinella Doriguzzi Bozzo
Iran: nel 1953, dopo la deposizione di Mossadeq, la dinastia Pahalavi viene reinsediata al potere con l'aiuto americano, mentre l'Ayatollah Khomeyni è esiliato dal paese (1964); nel corso del 1978 la ribellione contro lo Scià raggiunge il suo culmine,e Reza Pahalavi, ormai malato di cancro, trova un avversatissimo rifugio proprio negli States; intanto la nuova Repubblica islamica si radicalizza intorno a due poli: il potere religioso di ispirazione khomeyniana e le istituzioni statali. Nel 1979 un gruppo di studenti ribelli prende in ostaggio una sessantina di addetti pre
Lo sguardo dei monumenti parlanti e dei volatili si posa sulla città e sulle vicende del vedovo Valerio Mastandrea e dei suoi affetti. Una Torino vista dall'alto, quella proposta da Silvio Soldini ne Il Comandante e la Cicogna, con una leggerezza che troppo spesso diventa superficialità
di Marinella Doriguzzi Bozzo
I tempi sono quelli che sono: tautologia che non vorrebbe dire niente, se non contenesse un implicito eufemismo. Nel senso che i tempi sono pessimi, solo che una volta questo pensiero lo si lasciava alle zie e ai nonni nostalgici, mentre la novità è che oggi lo stesso assunto può essere condiviso anche dai giovani. Così Silvio Soldini deforma lo spirito di Fantasmi a Roma di Elio Pietrangeli e Ennio Flaiano (ossia una delle poche commedie fantasy del cinema italiano,1961) in una sorta di attualizzazione dal titolo sepulvediano, mentre i contenuti sono un p
Da William Friedkin, autore de L'esorcista, ma soprattutto di Vivere e Morire a Los Angeles, un'opera che torna ad indagare sul confine tra bene e male nelle maglie di una famiglia allargata e di un'America disastrata. Killer Joe è molti generi (e molti film) in uno solo, tra citazioni cinemafile e verità del racconto
di Marinella Doriguzzi Bozzo
Dimentichiamo L'esorcista (1973), film epocale che ha costituito per il grande e diseguale, William Friedkin una sorta di appiccicoso sudario ante litteram. Puntiamo viceversa la memoria su di un altro suo titolo, ossia il notevolissimo Vivere e morire a Los Angeles (1985) in cui si affacciavano i temi del doppio e dell'impercettibile confine che separa il crimine dalla legalità, qui portati alle loro estreme conseguenze: entrambe le pellicole sono infatti un incrocio tra il noir e il poliziesco con venature socio-esistenziali, e tutte e due hanno un'origine eminentemente lettera
Dopo Il Profeta del 2009, il cineasta francese torna con un altra 'favola' dal retrogusto realista, quella di un giovane straniero spiantato e della sua "principessa" rimasta senza gambe per un tragico incidente. Più che per la storia, Un Sapore di ruggine e ossa vale soprattutto per le suggestioni di un artista dell'immagine
di Marinella Doriguzzi Bozzo
Che la fiaba fosse un rito di iniziazione finalizzato a illustrare la vita ricorrendo alle rappresentazioni della morte lo sosteneva già Karl Popper ne Le radici storiche dei racconti di fiabe (1946). Che il regista Jacques Audiard se ne avvalga per ottenere lo stesso scopo lo diciamo noi. Nell'osannatissimo Il profeta (2009, recensito qui) la nascita e l'ascesa criminale di un boss all'interno di una prigione si poneva come un racconto di crudo realismo, ricorrendo tuttavia a tutte le caratteristiche della fiaba: la vaghezza, la verosimiglianza solo di superficie, l'insistenza
Cosa succederebbe se i nostri ricordi di infanzia crescessero con noi? Seth McFarlane, autore dei Griffin, si inventa un orsacchiotto di peluche sboccato e violento al quale dà anche la voce. Ma il suo proprietario 35enne (Mark Wahlberg) sta per accasarsi e entrare definitivamente nell'età adulta. Un assunto di base semplice ma difficile, per una pellicola che vuole "piacere" a tutti i costi
di Marinella Doriguzzi Bozzo
Tutti conoscono il complesso di Peter Pan, ma chi ha mai sentito parlare della sindrome di Wendy? Probabilmente perché le femmine non solo maturano prima, ma maturano comunque. Mentre per i maschi il confine con l'età adulta è più incerto, e talora può non presentarsi mai. Tuttavia è più facile che siano le donne a restare attaccate ai peluche, alle bambole o ai pupazzi della loro infanzia, mentre i maschi spesso li rinnegano, almeno ufficialmente, come un sintomo di debolezza, cercando di dimenticare il conforto diurno e notturno di quei compa
In Appartamento ad Atene, Ruggero Di Paola traduce per lo schermo un romanzo di Glenway Wescott: il Maggiore tedesco Kalter colonizza la casa di un ex editore scolastico, instaurando un regime di terrore su tutta la famiglia. Le ragioni delle grandi tragedie della Storia ricercate nel quotidiano. Ma qualcosa resta sulla carta...
di Marinella Doriguzzi Bozzo
La ragione dei più forti non ha bisogno di ragioni, e l'arrendevolezza dei più deboli nemmeno: superior stabat lupus. Tuttavia, dietro e all'interno dei ruoli che si fondano sulla mera sopraffazione, si estendono le vicende delle vittime e dei carnefici, che a loro volta si incrociano con la cultura dominante delle rispettive epoche, sicché tutto il film viene basato sul discrimine che corre tra il privato e la Storia. Discrimine già diversamente (e mirabilmente) adombrato ne Il silenzio del mare di Vercors (1942) e ripreso in Appartamento ad Atene appena t
Il cinema italiano torna dietro i nostri banchi, a rivisitare quella linea di confine tra chi insegna e chi impara che si fa via via più sottile. Il rosso e il blu verte su un tema non nuovo ma sempre intrigante, senza cavare dagli scritti di Marco Lodoli, che gli fanno da soggetto, la giusta profondità
di Marinella Doriguzzi Bozzo
La vecchia matita rossa e blu - che presumiamo non sia più in uso - era un inesorabile strumento non solo sotto il profilo del rendimento scolastico, ma anche in termini psicologicamente più sottili: soddisfaceva l'inconscio bisogno dei meccanismi di premio-punizione (e quindi di una articolata forma di attenzione) alla base di ogni consorzio umano organizzato, sempre congegnato in modo tale da sopportare le peggiori violenze, ma mai quella più perfida e offensiva di tutte, ossia l'indifferenza. Nel contempo, la matita rossa e blu tracciava anche un solco invalic