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TEATRO

Mattia Torre, uno degli sceneggiatori di Boris, porta sul palco Valerio Aprea e Valerio Mastandrea in un incidente frontale che vale come una guerra civile: due parti opposte del nostro paese che hanno abbandonato il confronto ideologico per darsi battaglia nel quotidiano 


di Maria Rosaria Corchia

Lo scontro violento tra due scooter che dà principio a Qui e ora è solo l’anteprima di uno scontro umano che si svilupperà nella pièce, un carnage metropolitano all’italiana, nel quale finiscono, decisamente nolenti, due uomini di mezz’età. La scena è semplice: un incrocio appena fuori Roma dove è accaduto l’incidente, un segnale, il limitare della strada e nessun altro elemento, solo la sirena di un’ambulanza che passa ma non si ferma, il rumore di un elicottero che sorvola la zona.   Aurelio è uno chef
24 Gennaio 2013

FILM

Lo sguardo dei monumenti parlanti e dei volatili si posa sulla città e sulle vicende del vedovo Valerio Mastandrea e dei suoi affetti. Una Torino vista dall'alto, quella proposta da Silvio Soldini ne Il Comandante e la Cicogna, con una leggerezza che troppo spesso diventa superficialità  


di Marinella Doriguzzi Bozzo

 I tempi sono quelli che sono: tautologia che non vorrebbe dire niente, se non contenesse un implicito eufemismo. Nel senso che i tempi sono pessimi, solo che una volta questo pensiero lo si lasciava alle zie e ai nonni nostalgici, mentre la novità è che oggi lo stesso assunto può essere condiviso anche dai giovani. Così Silvio Soldini deforma lo spirito di Fantasmi a Roma di Elio Pietrangeli e Ennio Flaiano (ossia una delle poche commedie fantasy del cinema italiano,1961) in una sorta di attualizzazione dal titolo sepulvediano, mentre i contenuti sono un p
22 Ottobre 2012

FILM

La consacrazione di Daniele Gaglianone al cinema 'mainstream' passa da un film tratto dal romanzo di Stefano Massaroni: prima bambini, poi cresciuti, i suoi personaggi metropolitani sono i testimoni quasi 'muti' di terribili episodi di violenza. Da stasera nelle sale


di Sandra Petrignani

Il punto di forza di Ruggine, opera della piena maturità di Daniele Gaglianone, è aver raccontato per immagini e suoni, mettendo in secondo piano la parola. Pur essendo basato su un libro, infatti (un omonimo romanzo einaudiano di Stefano Massaron), Ruggine non poteva contare su dialoghi coerenti e articolati o sull’intreccio misterioso di una trama che si svela strada facendo. Per due motivi molto semplici: narra una società di bambini in un’area degradata e le pulsioni preverbali e perverse di un pedofilo, che si sa da subito autore di crimini imminenti. 
02 Settembre 2011

FILM

Un'incantevole Sandrelli e un ottimo Mastandrea nell'ultima pellicola di Paolo Virzì. La prima cosa bella conferma la tradizione della migliore commedia all'italiana. E smentisce alcuni luoghi comuni


di Alessandra Testa

Il cinema italiano non sarà in salute, ma La prima cosa bella di Paolo Virzì è una vera boccata d'ossigeno. Forse il momento più alto della carriera del regista che, ancora una volta, caricaturizzando la realtà, finisce per fotografarla nella sua essenza più profonda. A dodici anni da Ovosodo, Virzì torna a girare nella sua Livorno e, come aveva fatto nel 2008 con Tutta la vita davanti, è spietato e, al contempo, terribilmente tenero nel muovere i fili dei suoi personaggi. Fra un flashback e l'altro, ripercorre quarant'anni di Italia
18 Gennaio 2010