Un ritrovo per uomini omosessuali, svestiti e solitari, attorno alle rive di un placido specchio d'acqua. Due di loro si incontrano e si innamorano, ma uno ha già visto troppo. Ne Lo sconosciuto del lago il regista francese doppia lo sguardo dello spettatore e compone il proprio stile come un vojeur privo di malizia
di Marinella Doriguzzi Bozzo
L'unità di tempo, di luogo e di azione è addirittura esasperata, secondo la canonizzazione aristotelica che esclude ogni atto che non si svolga direttamente sulla scena: un lago anonimo di un'estate scialba, connotata più dalla sospensione del lavoro che non dalla veste della natura; una battigia di sassi che costringe uomini discinti a dotarsi almeno delle scarpe; un bosco che un non botanico definirebbe erratamente "di ligustri", solo per approfittare del suono ispido del termine; un parcheggio fra gli alberi e la sabbia a cui si approssimano automobili
Sembrerebbe un sequel del fortunato Quasi Amici uscito nelle sale qualche mese fa, e invece quella di Eric Toledano e Olivier Nakache è un film più vecchio di tre anni e che in Italia trova distribuzione solo oggi. Un matrimonio e le rispettive cerchie di amicizie e conoscenze, per un film ecumenico, come si conviene sotto le feste
di Marinella Doriguzzi Bozzo
Prima di impalmare qualcuno/a, bisognerebbe meditare sui trattati quasi omonimi di Sun Tsu e di von Clausewitz che, a distanza di quasi 2000 anni l'uno dall'altro, riflettono e fanno meditare a fondo sull'Arte della guerra. Non solo perché gli sposi possono diventare dei futuri nemici intimi, ma soprattutto perché il matrimonio di due persone è in realtà il tentativo di fusione per reciproca incorporazione-sopraffazione delle relative tribù al seguito. Ed ecco quindi fratelli, cugini, suoceri, nuore, cognati confrontarsi, criticarsi e tessersi agguati l
In Tutti i nostri desideri il regista francese, già autore di Welcome, affronta i drammi della malattia di e della crisi economica con il personaggio di Claire, il magistrato affetto da tumore al cervello. Una film "in punta di piedi", tratto dal libro Vite che non sono la mia di Emmanuel Carrère
di Marinella Doriguzzi Bozzo
Non ci sono più le fiabe di una volta: quelle moderne ricalcano la realtà, smarginandone appena il perimetro lungo i confini dell'improbabile, e la smettono di terminare con il classico "...e vissero tutti felici e contenti", tanto non ci crede più nessuno. Anche i desideri sono mutati, e mescolano le eterne aspirazioni dell'uomo con le improrogabili esigenze del superfluo quotidiano, come già Epicuro, nel IV secolo avanti Cristo, concisamente annotava: "Dei desideri alcuni sono naturali e necessari, altri naturali e non necessari,altri n&eg
Nostalgia della nostalgia, quella vissuta del gruppo di protagonisti in Piccole bugie fra amici di Guillaume Canet. Un altro esempio della rinnovata commedia francese che ricorda da vicino la pellicola di Kasdan per tematiche, atmosfere e vocazione generazionale. Una generazione di spettatori, che sempre di più, sembra vivere di memorie
di Marinella Doriguzzi Bozzo
Due domande oziose: ci sarebbe stato l’Orlando furioso senza i poemi epici cavallereschi? E un bugiardo compulsivo nel deserto può ancora definirsi tale, visto che non ha modo di mentire a nessuno? Le risposte (altrettanto oziose) evidenziano come una qualsivoglia opera viva anche in funzione del suo rapporto di continuità o discontinuità rispetto al passato e come un giudizio, per essere tale, debba sempre affrontare la categoria della relatività. In Piccole bugie fra amici il legame con il passato è riferito sfacciatamente a Il grande freddo di Kasdan
La commedia francese diretta da Olivier Nakache ed Eric Toledano ripropone il copione da Principe e Povero: ricco, cinico e paraplegico l'uno, appena uscito di galera l'altro. Il rischio del buonismo facile è dietro l'angolo, ma la regia sa evitarlo con senso della misura tipicamente transalpino
di Marinella Doriguzzi Bozzo
La parola buonismo - e buonista - è di conio recente e viene registrata dai dizionari a metà degli anni '90. Come tutti gli "ismi" è una derivazione, e, nel caso, un annacquamento o un'ironia ambigua sul sostantivo "bontà" e l'aggettivo "buono". Dovrebbe di fatto individuare un'ampia (e abusata) disponibilità nei confronti dell'avversario o di quell'infernale prossimo sartriano a cui noi, incattiviti dai tempi, non siamo disposti a credere fino in fondo, sia per cinismo che per pudore. E non è un caso che il film in questi
Africa, America Latina e Europa Centro-orientale la fanno da padrone alla undicesima Biennale della città francese: da questi luoghi, lontani per cultura e sensibilità dai modelli standard occidentali, arriva buona parte degli artisti in mostra, chiamati a dialogare con gli spazi urbani
di Riccardo Bonini
Undici edizioni, poco più di vent’anni di esistenza: la Biennale di Lione si conferma un focus di grandissimo rilievo su alcune tra le tematiche più stimolanti della ricerca contemporanea. Al di là del grande richiamo dell’evento (ai piani alti del panorama europeo), ciò che maggiormente attrae è l’alto livello qualitativo impiegato nell’indagine, firmata questa edizione da Victoria Noorthoorn, curatrice indipendente di Buenos Aires. Une terrible beauté est née (tratta da Yeats, dal poema Easter-1916, in cui l’autor
Il pamphlet di Stéphane Hessel, un novantatreenne scampato ai campi di sterminio che ora si impegna per i diritti umani in ogni parte del mondo, è l'ultimo inatteso best seller francese. Ora che Indignatevi! è sbarcato in Italia, ce lo racconta un testimone che l'ha scoperto in anteprima
di Cesare de Seta
Un Depardieu enorme e scapigliato presta volto (e corpo) alla Francia alienata di Sarkozy. Con il personaggio dell'easy rider sessantenne il film di Kervern e Delépine satireggia sui "nuovi mostri" della società, ma esagera con il grottesco. Da oggi in sala
di Andrea B. Previtera
Con il cinema francese, è sempre una questione di rubinetti. Da una parte quello di una visione laterale delle cose, della capacità di cogliere la poesia del quotidiano e trovare il surreale nel dettaglio. Dall’altra, quello del grotesque. E quasi sempre eccolì lì, aperti ambedue a cercare una miscela che non ci lasci sotto una doccia troppo calda o troppo fredda. Mammuth! Cinema francese in piena regola, rubinetteria spalancata a massimo regime e si salvi chi può, con il corpaccione di Gerard Depardieu - più dilatato che mai - a fare onor
Forse non sarà più eroico come ai bei tempi di Sidi bel Abbes. Ma anche oggi che le guerre non si chiamano più guerre, arruolarsi nel corpo speciale dell'esercito francese mantiene un suo fascino, soprattutto economico. L'ennesima riprova che il lavoro, ormai, lo si trova solo all'estero
di Andrea Ferrari
Orfana, donna e nera: la protagonista di Ourika, di Madame de Duras, è condannata ad essere emarginata. Come l'autrice di questo romanzo, troppo intelligente e non abbastanza bella
di Alessandra Montrucchio
La Francia lo vieta negli uffici e sugli autobus. Invece il velo islamico va rispettato come quello delle suore o delle spose
di Margherita Granbassi
Pubblichiamo un capitolo dalla prima delle guide di Giudizio Universale. La Guida al corpo della donna dalla A alla Z, firmata da Margherita Granbassi e Carlo Flamigni, sarà in libreria l’8 marzo In origine il velo non è una cosa che si mette sopra la testa, ma è una parte della testa stessa. Ecco che cosa scriveva San Paolo nella prima lettera ai Corinzi: “Non è forse la natura stessa a insegnarci che è indecoroso per l’uomo lasciarsi crescere i capelli mentre è una glor
In Welcome di Philippe Loiret c'è il dramma dei clandestini che dalla Francia sperano di approdare in Inghilterra, c'è il razzismo dei cittadini delatori. E c'è la storia di chi, per amore, impara a nuotare per attraversare la Manica
di Gianpaolo Fissore
Che sensazione si prova a vedere giovani uomini che dopo aver attraversato mezzo mondo sfidano la morte per autosoffocamento per eludere le ispezioni dei poliziotti di confine e il fiuto dei loro cani? Che sensazione si prova a vedere un minuscolo punto nero sbattuto tra le onde e le prore delle enormi navi da carico, sapendo che si tratta di un ragazzo che sfida il mare per attraversare il confine? Siamo al cinema e, anche se è fiction, il dramma è palpabile, per la tensione che anima il racconto per immagini e perché a ispirare il dramma rappresentato sullo schermo &egra