Doveva essere un progetto in comune tra la poetessa e l'artista Mimmo Rotella, un omaggio alla bellezza della diva americana. E' diventato la mostra Milano. Ultimo atto d'amore: un percorso parallelo fra le vite tormentate della Merini e della Monroe, fra la potenza dell'icona, della parola e del suono
di Anna Colafiglio
“Rido per te che mi canti / e canto per te che ridi”, scriveva Alda Merini accanto allo splendido volto di Marilyn Monroe profanato (o sacralizzato?) dall’intervento di Mimmo Rotella. Ci fissa dall’alto di una vecchia fotografia di lei bambina e diciottenne, la sua bellezza pura di allora che muta pian piano nel volto della poetessa che tutti conosciamo; una videoproiezione di due minuti che condensa una vita intera. Entriamo negli spazi di questa mostra con il preconcetto della discordanza, domandandoci perchemmai abbiano deciso di accostare l’arte di Alda
Le sagome filiformi dello scultore italiano vengono ingigantite, moltiplicate e... vestite, pescando nell'immaginario collettivo: dal trench di Bogart al raso di Marilyn passando per Via col vento e Raperonzolo. Sono le Variations che l'artista concettuale americano ha pensato per la Fondazione Prada di Milano
di Anna Colafiglio
Provate a immaginare a una scultura a metà tra Giacometti e Degas, tra Marilyn Monroe e la Dorothy di Judy Garland nel Mago di Oz, tra Humphrey Bogart e… John Baldessari, nientemeno che lui. Moltiplicate questa scultura per nove, ingigantitela a dismisura e frazionate le citazioni artistiche, cinematografiche e, perché no, quel tocco da fashion victim che non fa mai male. Otterrete così The Giacometti Variations, l’installazione di John Baldessari creata appositamente per gli spazi della Fondazione Prada di Milano. Mostro sacro dell’arte contempo