La giovane artista texana è al Peep-Hole, il nuovo progetto di uno spazio espositivo milanese dalla storia illustre, con un lavoro su memoria e narrazione
di Riccardo Bonini
A Milano, in via Panfilo Castaldi 33, nello spazio che fu la prima piattaforma di Massimo de Carlo (per intenderci lo storico gallerista di Maurizio Cattelan), vive ora Peep-Hole. Il progetto dei due curatori Vincenzo de Bellis e Bruna Roccasalva coniuga esposizioni, incontri, letture nello spirito della ricerca contemporanea.
Peep-Hole (lo sguardo attraverso il buco della serratura, morboso quanto basta - Peeping Tom docet -) arriva alla quinta e ultima mostra del 2010 presentando, per la prima volta in Italia, il lavoro della trentenne americana J. Parker Valentine (nata ad Austin, Texas, nel 1980), che interviene con un progetto concepito appositamente per gli ambienti del centro milanese. Si tratta di un excursus sulle potenzialità del tratto gestuale ed istintivo, sull’incisività del segno e, più in generale, di un elaborato percorso che si interroga su disegno, memoria e narrazione.
L’esposizione si articola attraverso i due ambienti comunicanti, andando letteralmente a comporre un unico, incessante dialogo tra differenti istanze narrative. La memoria e il valore del preesistente si confondono nel tentativo di definire una nuova forma di racconto che non conceda alcun punto di riferimento, rimanendo continuamente in bilico tra figura ed astrazione.
Attraverso un ‘dialogo nel dialogo’, l’artista arriva anche a recuperare alcuni pezzi di una sua mostra precedente, in un continuo richiamo alla necessità di ricostituire una memoria storica personale. E' un processo, peraltro molto simile a quello della narrazione orale, che coinvolge direttamente il nuovo tessuto nel quale lo strato di esperienza finisce col depositarsi. Il supporto, che sia un muro oppure un tavolo, diventa l’icona del superamento della semplice definizione dell’oggetto artistico in disegno (bidimensionalità soggettiva) o scultura (presenza materiale che diviene essa stessa spazio, significandolo).
In questa imponente costruzione di senso, lo spettatore viene chiamato a sentirsi parte di un macroracconto di cui forse gli sfugge qualcosa, ma dalla cui genesi finisce col sentirsi comunque affascinato: all’interno di un archetipo narrativo tradizionale si manifesta il reale stupore che chiunque prova davanti ad una fabula ascoltata per la prima (in realtà per l’ennesima) volta.
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Dove: Peep Hole, via Panfilo Castaldi 33, Milano
Fino al: 29 gennaio 2011
Orari: dal martedì al sabato dalle 15 alle 19 o su appuntamento
Informazioni: www.peep-hole.org
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