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ARTE CONTEMPORANEA

A Piacenza fino a fine mese, la galleria Placentia arte ospita la prima mostra personale del giovane artista Diego Caglioni. Una riflessione sull'estetica del web e sui ritmi della nostra quotidianità, sempre più scandita dai social media e dall'uso della rete


di Riccardo Bonini

Alla luce delle numerose intuizioni degli ultimi decenni a proposito della dirompente influenza della rete sulla sfera del sentimento individuale e collettivo - un guru su tutti, Derrick de Kerckhove - l’operazione che l’artista bergamasco Diego Caglioni (classe 1983) ha ideato per lo spazio di Placentia Arte assume un’aura nostalgicamente commovente. Un’inversione di tendenza rispetto alla nostra quotidianità svilita, sacrificata ai social network o affidata alla fallace intimità del documento di testo nello scrigno ‘segreto’ del proprio perso
22 Febbraio 2011

LIBRI

Filetto di faraona e parfait al cioccolato, mentre si discute di come coprire l'omicidio commesso dai figli adolescenti. Così i colti e progressisti protagonisti de La cena di Herman Koch trasmettono al lettore la loro algida inquietudine


di Giampaolo Simi

La cena di Herman Koch arriva in Italia per i tipi di Neri Pozza. Il momento è quello delicato in cui un successo inaspettato (250.000 copie in Olanda) può trasformarsi in un successo annunciato negli undici Paesi in cui è in corso di pubblicazione. L'idea di base non brilla per originalità. Anzi. Diremmo casomai che brilla per presunzione, giacché poggia interamente su un topos come il rituale della riunione intorno al cibo. Un topos declinabile all'infinito, certo, dal banchetto luculliano al pranzo di famiglia, dal sacro al profano, sfruttato incessanteme
18 Febbraio 2010

ATTUALITA'

Le spie di epoca comunista? Non ce n'è più bisogno: oggi tutti possono controllare tutti. Ma per far tremare i potenti ci vuole anche altro


di Peppino Ortoleva

“Certe cose non solo non bisogna dirle; non bisogna neppure pensarle”. La dichiarazione di Maurizio Gasparri all'indomani della pubblicazione delle conversazioni “eterodosse” di Gianfranco Fini, al di là del disagio che provoca comunque l'associazione del nome Gasparri con la parola “pensare”, suona come un avvertimento. Se negli ultimi tempi della Ddr un regime paranoico era arrivato ad arruolare un cittadino su sei per spiare gli altri cinque, adesso non c'è bisogno di arruolamenti, il cittadino accanto o i dispositivi automatici di ogni isol
09 Dicembre 2009