Claudio Cojaniz, pianista jazz e monkiano di razza, seduto di fronte all'antico ed imponente strumento a canne di Santa Maria dei Frari a Venezia vi improvvisa una suite intitolata Shadows of Colours, che gradualmente trascolora fino ad arrivare al.."giorno perfetto" di Lou Reed
di Marco Buttafuoco
Il jazz, per la sua storia e la sua natura, è anche musica rituale ed il rito è sempre, in qualche maniera evocazione e memoria. Data questa premessa proviamo ad immaginare un improvvisatore innamorato di Thelonius Monk e “dipendente “ dal blues come Claudio Cojaniz davanti ad un organo; non un hammond, o una tastiera elettronica, ma un vero organo da chiesa, strumento principe di altre e diversissime ritualità. Per di più un organo importante, quello della Chiesa de’Frari a Venezia, uno strumento costruito nel 1927/28 e considerato uno dei capo
Coniuga tradizione secolare e modernità l'esordio del pianista Alessandro Sgobbio. Aforismi Protestanti reinterpreta i canti religiosi della comunità valdese con un occhio di riguardo alla musica contemporanea: in vendita soltanto su Internet
di Marco Buttafuoco
Pugliese di Taranto, ventotto anni, di religione valdese, appena diplomato in jazz al Conservatorio di Parma, secondo classificato al concorso nazionale Luca Flores per giovani pianisti. Questa la rapidissima scheda di Alessandro Sgobbio. Inutile sprecare aggettivi come "promettente" o "emergente". In Italia il talento non è garanzia di riuscita professionale. Il successo - non citiamo i soliti nomi - è frutto di alchimie mediatiche misteriose ma non troppo. Per fortuna oggi la rete rende indipendenti gli artisti che tali vogliono veramente restare. Quest
C’è una “manovra volta a screditare”, si tratta di “attacchi personali”, ma per fortuna “il popolo è dalla sua parte”. Sembrano i soliti argomenti del premier italiano, ma da qualche tempo sono stati adottati da un altro Capo di Stato…
di Angelo d'Orsi
Lippi difese il suo utilizzo in campo, suscitando la reazione indignata di monsignor Ravasi
di Giampaolo Rugarli
La filosofa di Alessandria d'Egitto fu uccisa nel 415 da un gruppo di fanatici cristiani. E' passata alla storia come una martire della scienza, versione femminile di Galileo. Ma la sua vicenda nasconde un mistero ancora più inquietante
di Luisa Muraro
Ipazia di Alessandria ha un conto aperto con la nostra civiltà che dobbiamo incominciare a pagare. Parlo, per chi ancora non conoscesse questo nome, della scienziata e filosofa neoplatonica, maestra nel Museo di Alessandria d’Egitto (non un museo, ma un centro di studi superiori) che, nell’anno 415 dell’era cristiana, venne trucidata da un gruppo organizzato di cristiani fanatici. Il delitto restò impunito perché l’inviato imperiale non fece il suo dovere. Da parte di chi ha a cuore la tradizione religiosa cristiana, io mi aspetto un preciso co