Lodevole operazione di recupero quella messa in piedi dal Museo S. Domenico di Forlì nei confronti del poco noto scultore italiano, sospeso (anche stilisticamente) a cavallo tra Novecento e Ottocento. Ma nel tentativo di mettere la sua opera a confronto "tra Michelangelo e Klimt" i nomi degli intrusi aumentano e il percorso di visita diventa una giungla da sfoltire
di Mirko Nottoli
Adolfo Wildt, nato a Milano nel 1868, ci è morto nel 1931. Fu titolare della cattedra di scultura all’Accademia di Brera, Accademico d’Italia, più volte invitato alla Biennale di Venezia. Celebrato in vita e poi dimenticato fino a oggi, quando un lento processo di rivalutazione è entrato in atto. Il fatto è che Wildt, nato e vissuto a cavallo tra i due secoli scorsi, in pieno clima Liberty, è come se lì in mezzo ci fosse rimasto bloccato, quasi sospeso: ancora troppo legato all’Ottocento per essere contemporaneo ma già tro
Con sguardo immune da giudizi storici, la fondazione Guggenheim di New York allestisce una mostra sull'estetica italiana e europea dopo le avanguardie storiche. Chaos and Classicism testimonia quel "ritorno all'ordine" e al rigore formale che precede un ventennio di dittatura
di Chiara Di Stefano
A distanza di quasi novant'anni dal suo avvento, in Italia ancora non si riesce a parlare serenamente di fascismo e alcuni artisti sono rimasti assenti fino a oggi dai manuali proprio perché fascisti dichiarati: bisognava andare al Guggenheim di New York per farsi spiegare cos’è stato il Ventennio per l’arte, in Italia e nel resto d'Europa. La mostra al Solomon Guggenheim di New York è una strana sorpresa. Non trovandoci proprio nel giardino di casa non ci si aspettava di vedere esposti sulla celebre rampa “di garage” una selezione di ar
Quando la banda della Regia Marina suonava il ragtime e i futuristi anticipavano il free degli anni '60. In Sincopato Tricolore, manuale breve ma non superficiale, Guido Michelone spiega come fu che i ritmi afroamericani conquistarono il paese dei melodrammi
di Marco Buttafuoco
La mostra si intitola Gli anni di Venezia, ma passa dal realismo classico alle sperimetazioni romantiche, attraversando simbolismo e fauvismo. Tutte le anime di un pittore ingiustamente identificato con il fascismo
di Chiara Di Stefano
La sempre affascinante sede dell’Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti fa da cornice ad un’altra mostra a tema veneziano. Felice Carena e gli anni di Venezia promette un’antologica del pittore italiano con particolare riferimento agli ultimi anni della sua vita, trascorsi dopo la fine della guerra e l’esilio intellettuale nella città lagunare. L’opera di Carena (Torino, 1879 – Venezia, 1966) non è notissima ai più se non sotto il cartellino di Novecento: la mostra invece si rivela un utile compendio di S
Aspettando la nostra Guida per difendersi dal razzismo
Per smentire lo stereotipo che ci vorrebbe antisemiti per caso, il compianto studioso Riccardo Bonavita guarda alla letteratura d'epoca fascista con il saggio Spettri dell'altro
di Matteo Di Gesù
Grande successo di vendite per i discorsi di Mussolini su iPod (poi ritirati dal commercio, ma non per scrupoli etici). Chi ha avuto la "fortuna" di ascoltarli dal vivo si chiede il perché
di Carlo Augusto Viano
Pare che i discorsi del duce – messi in vendita come applicazione per l’iPod e ritirati solo per ragioni di diritti commerciali – riscuotano successo. Perché? viene da domandarsi; e toccherà a sociologi ed esperti di pubblico indagare. Io quei discorsi li ho sentiti quando furono pronunciati, in casa alla radio, nelle piazze e a scuola, dove venivano ritrasmessi. In un certo senso devo perfino esser grato a quei discorsi, perché, accolti in casa con sdegno, sghignazzi e lacrime (le lacrime di nonne e mamme all’annuncio dell’entrata in guerra),
Augusto Bianchi Rizzi racconta ne La guerra di Nene la storia di sua madre, che attese per vent'anni il marito morto nel secondo conflitto mondiale.
di Giovanna Canzi