Aspettando la nostra Guida per difendersi dal razzismo
Per smentire lo stereotipo che ci vorrebbe antisemiti per caso, il compianto studioso Riccardo Bonavita guarda alla letteratura d'epoca fascista con il saggio Spettri dell'altro
di Matteo Di Gesù
Suscita un duplice e contraddittorio sentimento di compiacimento e rimpianto la lettura di Spettri dell’altro. Letteratura e razzismo nell’Italia contemporanea di Riccardo Bonavita, ad oggi uno dei più compiuti e innovativi studi sulla codificazione dell’immaginario segregazionista e discriminatorio verso neri ed ebrei nella letteratura (ma sarebbe opportuno dire anche mediante la letteratura) del ventennio fascista e non solo.
E non deve apparire inopportuno, a proposito di questo libro, parlare di sentimenti: giacché, sebbene si tratti di un saggio che non deflette dal rigore delle sue prerogative scientifiche (a cominciare dalla doviziosa e vasta ricognizione delle fonti) obbliga tuttavia a mettere in gioco anche la sfera emozionale della propria coscienza.
Perché si provano anche indignazione, disprezzo, rabbia, mentre ci si addentra in una rigorosa e sistematica smentita di un trito e tenace luogo comune sull’Italia fascista: "la diffusa convinzione che nel nostro paese non vi sia mai stato del razzismo e che la politica razziale del 1938 (pochissimi ricordano che la politica razzista in colonia iniziò molto prima) sia stato un caso isolato, un orrore introdotto dal fascismo improvvisamente e con scarsi risultati, data la totale refrattarietà culturale e sentimentale dell’intera nazione a questi argomenti".
Dunque la soddisfazione discende dall’avere per le mani una nitida testimonianza di come, da studiosi di letteratura, si possa produrre una ricerca che travalica i confini disciplinari accademici, aprendosi alla storia e alla sociologia della cultura. D’altro canto, è proprio alla specificità del mestiere di critico e di storico della letteratura – oltre che al talento e alla competenza del suo autore, evidentemente - che si deve la saldezza delle argomentazioni e la precisione delle analisi portate nel testo.
Il rammarico, grande, è che Spettri dell’altro sia una pubblicazione postuma, avendo Riccardo Bonavita voluto lasciare questo mondo nel 2005, a soli trentasette anni. Il volume ha visto la luce grazie soprattutto all’appassionato lavoro degli amici, in particolare dei due curatori Giuliana Benvenuti e Michele Nani, autori, con Cristina Facchini, anche di una bella postfazione e di una nota bio-bibliografica.
Rimane e rimarrà questo libro che, come immagino si sarà compreso, pur monco delle parti che sono rimaste allo stadio di progetto, è ben più di un omaggio alla memoria del suo autore. Per rendersene conto basterebbe solo la lettura del saggio di apertura Ma Silvia era ariana? Quando Leopardi fu arruolato a "difesa della razza", nel quale Bonavita ricostruisce le forzose e ostinate interpretazioni ideologiche di alcuni luoghi leopardiani, sulle pagine della Difesa della razza, volte a fare del poeta di Recanati un precursore dell’antisemitismo fascista e un campione del clerico-fascismo reazionario.
Qualunque interpretazione di un classico, del resto, è soprattutto una battaglia per l’egemonia, ci ricorda lo studioso evocando Gramsci. E al regime riconoscersi in un poeta, rendere dignità pubblica al letterato, "serve a risarcire sul piano dell’immaginario quel ceto medio che fu la prima base del consenso al fascismo".
Ma Bonavita censisce in altri capitoli, con analogo acume, anche i contenuti razzistici e antisemiti di moltissima narrativa, minore quanto popolare, dell’Italia fascista; rinviene archetipi e modelli, stereotipi e ricorrenze simboliche in quella che non esita a definire "una tradizione razzista". Sistematizza temi e motivi antiebraici cristiani nella narrativa italiana a partire dal 1827 (intercettando autori come Matilde Serao, Carolina Invernizio, Giovanni Papini). Chiudono il volume due micro saggi: una ricostruzione del difficile rientro nell’università italiana, dopo la fine della seconda guerra mondiale, di Santorre Debenedetti e Attilio Momigliano, espulsi in seguito alle leggi razziali del 1938, e infine uno studio sulla Shoah e la poesia del Novecento.
Spettri dell’altro appare un libro utilissimo quanto tempestivo: per quanto già detto finora ma anche per le indicazioni di metodo che fornisce a chi vorrà proseguire la ricerca (in un ambito così inusuale e per il contesto italiano e per il deliberato intento civile e politico che lo ispira). Una lettura opportuna e indispensabile - come scrive Andrea Battistini nella prefazione- "nelle triviali miserie di questi tempi, in cui la peste mai debellata del razzismo conosce una recrudescenza che trae alimento dal disinteresse e dal qualunquismo".
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Riccardo Bonavita, Spettri dell’altro. Letteratura e razzismo nell’Italia contemporanea, Il Mulino 2009, p. 231, Euro 22
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