Il Salone del Mobile di Milano è l'occasione per celebrare la creatività nostrana. Ricordando il recente spettacolo Mani grandi, senza fine, che ridà voce ai grandi degli anni Sessanta
di Sergio Buttiglieri
Eccoci alla cinquantesima edizione del Salone del Mobile di Milano: la manifestazione del settore più importante al mondo. Questa settimana Milano si trasforma in una vera città cosmopolita: 350mila visitatori che, oltre a percorrere la nuova avvenieristica fiera di Fuksas a Rho, navigano per tutta la città armati di "guide fuorisalone" in cerca di eventi. Eventi che si svolgono non solo negli show room istituzionali dei più importanti brand dell’arredamento, ma anche in luoghi inaspettati del notevole tessuto architettonico ambrosiano, che contribui
Addio alle planimetrie e ai progetti su carta: alla XII edizione Biennale i padiglioni delle varie nazioni hanno indetto la gara a chi "lo fa più strano", e le archistar giocano a fare gli artisti concettuali
di Chiara Di Stefano
Il lungo percorso comincia all’Arsenale. Lo spazio centrale curato quest’anno dall’architetto Kazuyo Sejima appare lontano dall’idea che i profani possono essersi fatti della Biennale di Architettura. Una sensazione di già visto non appena si palesa di fronte il neon di ingresso, troppo simile a quello di una delle passate biennali di arti visive. Passata un’ampia stanza allestita in modo scarno e sbarrata da un enorme monolite ci si ritrova a passeggiare per i corridoi, pensando di lì a poco di trovarsi faccia a faccia con q
Oscurato dalla fama del collega e conterraneo, l'architetto Vincenzo Scamozzi viene rivalutato da una mostra al Palazzo Reale di Amsterdam, che ne mostra l'influenza decisiva sul classicismo olandese
di Cesare de Seta
Alla Rocca Pisana giunsi assai giovane durante un tramonto, e rimasi in silenzio tra il vociare degli amici a godermi l’opera forse più intensa di Vincenzo Scamozzi (1548-1616). L’architetto vicentino fu contemporaneo di Andrea Palladio ed ebbe, per questo motivo, vita difficile e destino ingrato: come quello di Tasso o di Rembrandt, perché anche lui dovette guadagnarsi un posto e un ruolo all’ombra di un grande. Ma Scamozzi la sua strada seppe trovarla, e questo lo si capisce assai bene proprio guardando quella Rocca Pisana che è impropriamente giudicata
Il fotografo Giovanni Chiaramonte indaga le facce dell'immigrazione e il modo in cui si inseriscono nei contesti urbani di Palermo e Milano. L'Altro. Nei volti nei luoghi illumina un nuovo modo di abitare
di Anita T. Giuga
Giovanni Chiaramonte inizia nel 1999 una perlustrazione commissionata dalla facoltà d’Architettura di Palermo. È un progetto ambizioso che, nelle intenzioni, dovrebbe esplorare “il cerchio stretto delle cose intorno a noi”, come diceva Elio Vittorini. Così, infatti, è stato. Cambia una città con l’immigrazione? Come si può arrivare a un progetto che implica l’architettura “per la casa degli altri”? Queste domande, ricordate dal preside della facoltà Pasquale Culotta durante il workshop che ha affiancato
Foto dal finestrino di Ettore Sottsass raccoglie immagini riprese in giro per il mondo, corredate di commenti in cui l'estetica non prevale sull'etica
di Giulia Stok
A Parma Nove100: arte, fotografia, architettura, moda e design per raccontare un'epoca. Milleduecento opere, in maggior parte mai esposte al pubblico
di Marco D'Egidio
Curare una mostra è un po’ come fare una tesi di laurea: si sceglie un tema, un titolo, si selezionano le fonti e le si organizzano nel percorso in un modo ben preciso. Le opere spesso vengono chieste in prestito a musei o collezioni. Ogni volta si tratta di decine, al massimo di centinaia di pezzi da riunire. Ma se questo lavoro di collezione fosse l’impegno di un’intera vita, e portasse a costituire un archivio permanente e pubblico di circa dodici milioni di opere d’arte di tutti i tipi, dalle fotografie ai progetti d’architettura, dai quadri alle scultu