La regione orientale, per il poeta e filosofo buddista Roberto Carifi, rappresenta un traguardo, la tappa finale di un cammino spirituale. A quei luoghi mistici si intitola l'ultima raccolta di componimenti, più di cinquanta, di una produzione inaugurata nel 1979
di Giuseppe Grattacaso
La poesia di Roberto Carifi, a partire dalla prima raccolta Simulacri, pubblicata nel 1979, ha seguito negli anni un suo percorso coerente e rigoroso, sempre orientato a manifestare un sentimento pietoso e accorato di fronte alle tragedie individuali e collettive, alla sofferenza di cui suo malgrado si nutre la vita degli uomini. Attraverso un cammino personale di rinuncia e di dolore, di intima dignitosissima tribolazione, Carifi approda in Tibet, che è insieme luogo dello spirito per eccellenza, ma anche spazio di incontaminata percezione, territorio dove si consuma la separazione dal
E' a Salemi, voluto dal sindaco Vittorio Sgarbi e intitolato a Leonardo Sciascia. Tra le retoriche tele di un pentito e la galleria di ritratti degli eroi, spiccano le claustrofobiche installazioni di Cesare Inzirillo: il vero volto del crimine organizzato è all'interno di una cabina. Elettorale
di Eleonora Lombardo
Nel 1860 fu la prima capitale d'Italia. Oggi, per iniziativa del sindaco Vittorio Sgarbi e dell’ex assessore ai diritti umani Oliviero Toscani, è la capitale provvisoria del Tibet. Salemi, provincia di Trapani, Sicilia, Italia. Non ci sono statue del Buddha, monaci o monasteri, ma c'è un tempio che scongiura l'ascesi e la redenzione. Lo chiamano il museo della mafia, e la parola museo ha scatenato più sdegno di quello che dovrebbe provocare quotidianamente la parola mafia (solita assuefazione alla malavita piuttosto che all’arte). Si può
Quando un intervento solidale è progettato dai suoi stessi beneficiari: l'attività della onlus Aiuto allo Zanskar nelle valli himalayane
di Redazione
Google sfida la Cina, togliendo i filtri al motore di ricerca. Sembra un nuovo conflitto tra l'occidente delle libertà e l'oriente dalla censura. Ma in realtà gli eserciti in campo sono altri. E, sorpresa, non è detto che i buoni siamo noi
di Massimo Balducci