Un padre muore lasciando moglie e figlia: una giovanissima esordiente racconta il lutto delle due donne stravolgendo le regole del linguaggio. Settanta acrilico trenta lana è un sorprendente esperimento formale ed emotivo
di Anita T. Giuga
In Fabula suite Lugano, il pianista norvegese prova a suonare le onomatopee. E crea un misto di barocco, folclore nordico e classica contemporanea
di Dario De Marco
C’era una volta l’avanguardia. C’era la voglia di sperimentare, di trovare nuove soluzioni, di uscire dagli schemi: sia nelle arti belle che in quelle meno, come la politica. C’era la capacità - e la possibilità - di sognare utopie, e qualche volta (ma solo nelle arti belle, non in politica) di realizzarle. Poi vennero gli anni ’80. In politica, ci fu il ripiegamento nel privato, il riflusso. Nelle arti, soprattutto in musica, fece da pendant il ripiegamento nel banale, il reflusso: in altre parole - e con decenza parlando - una roba da vom
Lev è un reduce di guerra che ha perso la memoria e scrive per cercare di ricordare. Una delle più solide compagnie di teatro contemporaneo, appena insignita del Premio Ubu, porta in scena la sua storia
di Anna Colafiglio
“La domanda di base è: un uomo è dato dalla somma dei suoi ricordi, o un uomo esiste a prescindere dal suo passato?” (Claudia Sorace) Lev Zasetskij è stato un reduce di guerra: nel 1943, una scheggia gli aveva perforato il cranio portandogli via tutti i ricordi. Lev non aveva più memoria ma, nonostante questo, scriveva. Scriveva, e nelle pagine del suo diario troviamo tutta la forza della sua lotta contro l’oblio, il suo tentativo di ricostruire ciò che era stato per tornare ad essere quell’uomo che non conosceva pi&
Valter Hugo Mãe racconta le miserie degli ultimi in un paesino portoghese, tra sogni di aldilà, misteriosi delitti, amori scomodi
di Giovanni Zagni
Il comico e la scatenata compagnia Baby gang in D'ora in poi. Come sarebbe se fosse diverso. Uno spettacolo che mescola cabaret, commedia brillante, sperimentazione, avanguardia, dramma, metateatro, monologo e persino musical
di Daniel Agami
“Sognava il suicidio collettivo (bel progetto!)… un poeta deve morire perché le sue parole abbiano valore” (Carolina De La Calle Casanova) La morte e il comico, allegria di naufragi, funerali allegri. Sono tre ossimori, ma uno di questi non dovrebbe esserlo: eppure, la storia culturale ha imposto al comico (inteso come persona) due divieti difficilmente valicabili: la sessualità (il comico non può fare sesso, se non onanistico) e la morte (il comico non può morire). Comicità e Morte sembrano estremi, al punto tale che l’unione improp