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LIBRI PER L'ESTATE

Se è vero che l'aspirazione massima di ogni scrittore è inventarsi una lingua che sia soltanto sua, allora l'autore di Ischia ci sta andando vicino: in Lu Campo di Girasoli il napoletano italianizzato dei libri precedenti diventa una 'fusion pan meridionale', che lo rende il suo lavoro ancora più interessante


di Dario De Marco

Quelli che vogliono dare a intendere di saperla lunga, quando si trovano a parlare di Camilleri dicono “dialetto siciliano”, e subito si affrettano ad aggiungere: “che poi in realtà non è il vero siciliano, è un dialetto che non esiste, una lingua inventata”. Ma quando mai: lo stesso Camilleri ha più volte raccontato la genesi del suo stile, spiegando che si tratta della lingua parlata, un idioma misto di dialetto semplificato, gergo e italiano colloquiale, ripreso dalla pratica quotidiana. Di fatto, è la lingua oggi più diffusa
22 Luglio 2011

LIBRI

In Acqua in bocca i due grandi del giallo italiano simulano un'indagine congiunta dei loro investigatori. Montalbano e Grazia Negro però giocano senza troppa convinzione


di Giampaolo Simi

Andrea Camilleri e Carlo Lucarelli sono i due autori più importanti del giallo italiano. Situandosi a due estremità anagrafiche, geografiche e timbriche, in questi anni lo hanno in qualche modo delimitato e compreso: a nord l'Emilia livida, convulsa e già in pieno sballo post-industriale del quarantenne Lucarelli, a sud la Sicilia splendente, ipnotica e ancora atavica nel pastiche post-moderno del settantenne Camilleri. A nord l'erede del ruvido Scerbanenco, a sud l'epigono del sommo Gadda. Ovvio che quando i due scrivono qualcosa insieme, si grida all'avvenimento editoria
30 Luglio 2010