Non è il solito disfattismo antipatriottico. E' l'arte del disfieri, che la filosofa Luisa Muraro propone nella nostra serie di articoli sull'Unità: prendere le trame ingarbugliate del bel paese e sfoltirle, come si faceva con le maglie usurate per non buttarle via. Disfare la patria per fare gli italiani
di Luisa Muraro
Ben più di libri e giornali, fu la pittura a fare da "mass media" per il popolo del Risorgimento. I migliori pennelli d'Italia riportavano avvenimenti e personaggi direttamente dai campi di battaglia, dando vita ad un immaginario che, da qualche parte, sopravvive ancora oggi
di Francesca Castellani
“Si attraversa una grande metropoli invecchiata nella civiltà…e gli occhi sono tratti verso l’alto, sursum, alle stelle; e sulle piazze, agli angoli degli incroci, personaggi immoti, più grandi di quelli che passano sotto di loro, raccontano in un linguaggio senza parole le fastose leggende della gloria, della guerra, della scienza e del martirio. Anche l’uomo più indifferente, più disgraziato o più vigliacco, mendicante o banchiere, si lascia per un istante conquistare dal fantasma di pietra”… Quanti di noi sanno
Per la nostra serie di articoli sul centocinquantenario dall'Unità d'Italia partiamo dall'industria, che a lungo è stata il cuore e la speranza di una crescita economica nazionale. Solo cinquant'anni fa le avremmo affidato il nostro futuro, ora non sapremmo dire quale sarà il suo
di Giuseppe Berta
Un poderoso saggio di Francesco Bruni dimostra che la nostra comunità nazionale esisteva ben prima del 1861. Dal mare nostrum a Dante, passando per tavole imbandite e alta moda, un viaggio alla scoperta di quella identità che qualcuno vorrebbe perduta
di Nicola Arrigoni
In previsione del centocinquantenario, Mario Martone rilegge l'unificazione nazionale in chiave anticelebrativa. Lungo e accurato, è il ritratto di una patria lontana soltanto nel tempo
di Andrea B. Previtera
Ma che vi credete, che sia facile raccontare il Risorgimento? Raccontare, dico io, la storia di quando l’Italia non era ancora neanche Italia, questo mondo rurale di illuminazione a olio, agricoltura, nobiltà e carboneria. Ah, la fa semplice il sussidiario delle scuole elementari: la barbetta di Mazzini, il barbone di Garibaldi, gli occhialetti di Cavour, i cannoni, e poi uno sfondo indistinto di figurine da presepe e cartapesta. No che non è facile. Noi Credevamo ci prova con lo sbobinamento di tre ore e un quarto di pellicola. Tre ore e tre storie – con la s