Prima fu l'ascesa del "nuovo" centrodestra, rampante e con manie di grandeur; poi il caso Parmalat e le macchinazioni della finanza creativa svelate per la prima volta al grande pubblico. Il comune emiliano raccontato dal giornalista Marco Severo nel suo "istant book" Sconvocati ha l'aria del laboratorio politico-sociale. Una storia che non finisce all'ultima pagina...
di Marco Buttafuoco
Gli storici che nei prossimi anni studieranno l’Italia malata di questi giorni soffermeranno a lungo il loro sguardo su Parma. La città emiliana è stata infatti specchio (torbido) e luogo di incubazione di tutti i fenomeni che hanno segnato la storia d’Italia dell’ ultimo decennio. Nel 2002 il caso Parmalat rivelò ad un’opinione pubblica incredula quanto un certo capitalismo camminasse sui piedi d’argilla della finanza. Anzi, a ben vedere il crollo dell’azienda di Collecchio precedette di ben sei anni quello di Lehman Brothers. L
Ascesa e caduta della Parmalat. Andrea Molaioli porta sul grande schermo le storture del capitalismo italiano. Tra un Remo Girone troppo mite e un Toni Servillo appiattito sui suoi precedenti personaggi, più che un film di denuncia sembra un thriller: in cui il colpevole - cioè il responsabile delle truffe e della finanza creativa - alla fine non viene individuato
di Simone Dotto
Think locally, act globally. Quando si dice la cattiva globalizzazione. Questo sta a simboleggiare la Leda (leggi Parmalat), che in dieci anni da casa produttrice di latte a gestione familiare si ritrova a essere una multinazionale a investimento diversificato - ma pur sempre a gestione familiare. Sotto l’egida di un uomo tutto casa, azienda e chiesa come Amanzio Rastelli, lavora da sempre il ragionier Botta, uno che il suo impiego di stratega economico se lo porta dietro anche nei weekend. Eppure non basta: in ossequio ai soliti vincoli di sangue, gli verrà affiancata com
Tutto il potere concentrato nelle mani di pochi. Molta attenzione ai giochi finanziari e poca all'economia reale delle piccole imprese in affanno. Nessun rispetto per i correntisti (cioè noi). Ecco perché le banche italiane possono continuare a farsi gli affari propri. Poco disturbate dalla politica: a destra Tremonti accenna qualche debole protesta, ma a sinistra è silenzio totale
di Peppino Ortoleva