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FILM

L'ennesima pellicola sul fine-vita di questa stagione porta la di firma Alejandro Gonzalez Iñárritu. La parte del padre-trafficante di clandestini a cui restano solo pochi mesi per riscattarsi dai propri peccati è valsa a Javier Bardem la palma di miglior attore all'ultimo festival di Cannes


di Marinella Doriguzzi Bozzo

Breve sfogo del recensore, che comincia a sentirsi intrappolato in una storia lunga come i rotoloni Regina. Sì, perché dopo La donna che canta, Kill me please, Il responsabile delle risorse umane, Hereafter, si è di nuovo aggiudicato, sui novanta numeri del lotto, il 47, morto che parla. Nella fattispecie, il morituro Uxbal, anche lui in comunicazione con coloro che il passo l’hanno già fatto. Anche se non si capisce se ci crede davvero o per denaro, che in questo senso il tema è appena accennato e non svolto (e meno male, che di carne al fuoco del
08 Febbraio 2011

FILM

Nonostante l'ottima prova di Elio Germano, premiato come miglior attore a Cannes, La nostra vita di Daniele Luchetti conferma l'incapacità del cinema italiano di raccontare gli scenari del nuovo proletariato. L'abbiamo visto in anteprima al Festival


di Simone Dotto

Da qualcosa come quindici o vent’anni, il cosiddetto cinema italiano medio si trova dietro il banco degli imputati, sempre con i soliti capi d’accusa. Gli si rimprovera, in breve, una sostanziale incapacità di uscire dalle note cornici narrative, per le quali l’ottanta per cento delle storie ha immancabilmente luogo in un qualche loft della Roma bene. Ogni anno, sui nostri schermi, decine di liberi professionisti della medio-alta borghesia si aggirano in preda a generiche angosce esistenziali, tra non meno generiche ambientazioni di fondo e arredi che sembrano presi di
24 Maggio 2010