FILM
Nonostante l'ottima prova di Elio Germano, premiato come miglior attore a Cannes, La nostra vita di Daniele Luchetti conferma l'incapacità del cinema italiano di raccontare gli scenari del nuovo proletariato. L'abbiamo visto in anteprima al Festival
di Simone Dotto
Da qualcosa come quindici o vent’anni, il cosiddetto cinema italiano medio si trova dietro il banco degli imputati, sempre con i soliti capi d’accusa. Gli si rimprovera, in breve, una sostanziale incapacità di uscire dalle note cornici narrative, per le quali l’ottanta per cento delle storie ha immancabilmente luogo in un qualche loft della Roma bene. Ogni anno, sui nostri schermi, decine di liberi professionisti della medio-alta borghesia si aggirano in preda a generiche angosce esistenziali, tra non meno generiche ambientazioni di fondo e arredi che sembrano presi di
24 Maggio 2010