S'intitola proprio Res Nova il secondo disco da bandleader del sassofonista Mattia Cingalini e si propone, per l'appunto, di battere sentieri ancora inesplorati. Una suite in sette parti che dalle radici bop progredisce fino a lambire l'Europa classica. Niente male per un ventunenne!
di Marco Buttafuoco
ll suo primo disco da leader, Arriving soon, inciso con musicisti del calibro di Fabrizio Bosso e Tullio de Piscopo ha sfondato sul mercato giapponese. Nel paese del Sol Levante, dove il jazz è da sempre un culto, Mattia Cigalini è una star. A poca distanza da quel fortunato esordio il sassofonista piacentino fa uscire ora questo Res Nova, che già dal titolo racconta dell’ambizione di raccontare qualcosa di inedito nell’affollatissimo ma spesso piatto panorama jazzistico nazionale. Se Arriving Soon attingeva alla tradizione vasta dell’hard bop, Re
In The we way talk il fisarmonicista Simone Zanchini e il chitarrista Ratko Zjaca guidano un complesso jazz cosmopolita, combattuto fra tradizione e sperimentazione. Tutti musicisti di grande qualità, ma in quanto a fantasia e inventiva, il nostro connazionale parla un'altra lingua
di Marco Buttafuoco
Better alone, recitava il titolo di un disco che il fisarmonicista Simone Zanchini fece uscire nel 2009. Un cd in solitaria con lo stralunato supporto di effetti elettronici e di una segreteria telefonica. Non era un atteggiamento narcisistico, il suo, ma la consapevolezza che certi sentieri accidentati della sperimentazione è bene percorrerli in solitudine. In questo The way we talk, l’esploratore di nuovi suoni, lo spericolato pioniere dell’incontro fra fisa e musica contemporanea, torna su sentieri più conosciuti: quelli del mainstream jazzistico, del be bop i