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di Gian Luca Favetto

Il canto delle spose, film che turba


Bella scoperta di fine anno. Un film che parla alla parte segreta degli uomini, al loro lato femminile. Da sentire: arriva alla pelle, prima che agli occhi e al cervello. È un film di pelle, infatti. Di sguardi e di memoria. Un film di donne: Karin Albou, francese quarantenne di origine algerina, regista e sceneggiatrice; Lizzie Brocheré e Olympe Borval, le due giovani protagoniste.
C’è qualcosa di perturbante ne Il canto delle spose, girato nel 2008, arrivato sugli schermi italiani a metà dicembre dello scorso anno e ancora in programmazione in otto sale. Non è la trama, non è lo sfondo a turbare: Tunisia 1942, occupazione tedesca nella colonia francese, propaganda e rastrellamenti, bombardamenti degli alleati, i mussulmani aizzati contro gli ebrei con cui hanno sempre condiviso mercati, cortili e abitazioni. In questo ambiente e in questo tempo si muovono due sedicenni vicine di casa, amiche dall’infanzia: un’araba, promessa sposa a un cugino che finirà a lavorare per i nazisti, e un’ebrea, studentessa di buon profitto, orfana di padre, costretta a sposare un medico molto più vecchio di lei.
Sono loro il film, corpo e storia, nudità e racconto. La loro complicità, l’appartenenza a un segreto, è il turbamento. Una ha occhi immensi, chiari, vibranti, sempre spalancati; l’altra li ha neri, profondi, ostinatamente mansueti. Gli sguardi di entrambe bruciano. Anche se non si rivolgono a te, seduto in sala, ma si guardano fra loro, guardano ciò che capita intorno, li senti come mani che sfiorano il tuo corpo, toccano la tua pelle. Sembra un racconto delle Mille e una notte. È una storia da Mille e una notte. È Sharazade che racconta. Vale la pena ascoltare. Anche solo in videocassetta o dvd.

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Media: 6.1 (12 voti)

Inserito da Gian Luca Favetto - 3 gennaio, 2010 - 22:53


Commenti

Quando le parole o le

Quando le parole o le immagini, in questo caso, riescono a parlare direttamente al corpo è perché hanno raggiunto il massimo dell'efficacia e dell'efficienza. Nel corpo intero, infatti, risiedono sia il cuore che il cervello, sia la ragione che il sentimento. Checché ne dicesse Cartesio, non si esiste in quanto si pensa, ma si esiste in quanto e solo quando si è tutto insieme. Grazie per la segnalazione del film, farò in modo di vederlo, anzi di sentirlo.

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