• Seguici su:
ritratto di Gioia Gottini
di Gioia Gottini

Femminile plurale


E’ nelle grandi tragedie che si vede lo spirito di una nazione, vero? Vero. Ma qui in Italia siamo da tempo fermi all’avanspettacolo, quindi guardiamo altrove. Guardiamo ad Haiti, che già come paese se la passava molto molto male, ma mancava da un po’ di tempo all’attenzione mediatica, quindi è come se non fosse successo nulla fino ad ora. Il terremoto allora era necessario perché la questione diventasse degna di nota, almeno per scuotere l’opinione pubblica e strappare precisi impegni politici internazionali? Forse, anche se è sconfortante pensarlo. E come sta rispondendo il nostro paese all’emergenza?
 
Riprendo un estratto da una notizia apparsa sul sito dell'Adnkronos: “Intanto i ministri degli Esteri dell'Ue riuniti a Bruxelles per il Consiglio Affari Esteri hanno dato il via libera all'invio di almeno 300 uomini della gendarmeria europea, cui appartengono sei stati membri con polizie a statuto militare (Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Olanda e Romania). Alla missione parteciperà un battaglione di Carabinieri di circa 120-150 uomini“.
 
Beh, polemiche di Bertolaso a parte, almeno qualcosa si muove. Anzi qualcuno. Uomini, tanti, motivati e in missione. Però aspetta. Solo uomini? Guardo sui siti stranieri: in inglese si parla genericamente di “troops” o di “people”, mai di uomini. E che ormai le donne possano, anche in Italia, entrare in tutti i corpi militari e civili è conquista recente ma per fortuna non messa in discussione. E allora? Allora, come al solito, se dico “chirurgo” tu pensi a un tizio pelato e non a una con il reggiseno (a meno che non ci pensi comunque, ma quello è un tuo problema), se in un’attività umanitaria di qualsiasi tipo sono impegnati 3 uomini e 100 donne si parlerà genericamente di volontari, l’ultima trasmissione farlocca mi invita a eleggere Il Più Grande Italiano di tutti i tempi (e la tentazione allora è di votare Mina, per vedere l’effetto che fa).
 
Mi si dirà che la lingua italiana è fatta così, che non vorremo arrivare agli eccessi di politically correct americano, che insomma i problemi sono altri. Va bene, forse i problemi sono altri. Ma questo del linguaggio, e della sua inclinazione di genere, ci tocca nel profondo, e incide direttamente sull’inconscio. Per cui ci porta a escludere dal nostro orizzonte ipotetico tutta l’altra metà del cielo, con ricadute nelle nostre scelte, in quello che riteniamo probabile, e quindi nelle pari opportunità che diamo a noi stessi prima che agli altri. “Le parole sono importanti”, diceva una celebre battuta di Nanni Moretti. Forse sarebbe il caso di ricordarsi che sono importanti anche le loro desinenze.


6.878574
Media: 6.9 (7 voti)

Inserito da Gioia Gottini - 3 febbraio, 2010 - 00:50


Commenti

non deve essere una battaglia

non deve essere una battaglia persa. forse è il momento di convincere chi vuole usare una lingua onesta e senza ambiguità ad adottare un linguaggio di genere.

as usual. parlando di haiti

9

as usual. parlando di haiti aggiungerei questa annotazione, non da poco. è prassi degli aiuti umanitari organizzati che stanno distribuendo riso e generi di conforto, assegnare i sacchi/le taniche o quel che usano solo ed esclusivamente alle donne.

da una ricerca infatti emerge che è molto più probabile che quanto viene consegnato loro vada realmente a sfamare una famiglia. questa cosa non accade solo ad haiti, ma sta diventando la norma anche in altri paesi del mondo.

ora non è che "le donne" siano più oneste degli "uomini". non è una gara. ma una prova della forza di sopravvivenza e delle enormi capacità delle donne, che di fronte alla distruzione sono uno dei punti fermi della ricostruzione.

e per noi - noi Italia - non so. un paese dove le donne ministro sono, quando va bene "ministre" (sì io odio la storpiatura al femminile. un titolo è un titolo, non un aggettivo!) ma più spesso "le signore del parlamento/le signore del mio gorverno" (sic!) penso che i sacchi di riso, metaforici e non, ancora per un po', arriverano agli uomini.

Condivido in pieno! Mi sembra

9

Condivido in pieno! Mi sembra una battaglia però persa, o meglio, quando c'era occasione di farla tante sono state le donne che si sono offese se le si appellava secondo desinenza. Capisco che in certi casi a farne le spese sono le parole (avvocatessa, avvocata - come nel Salve Regina -, ministra, ecc) perché non particolarmente belle. Ma in realtà non è questo il problema: ci siamo abituati a brutture ben peggiori... Anzi, e forse qui rischio la brutta figura, se c'è una parola che suona in modo nobile e musicale per me è "poetessa". La stessa adorata Alda Merini preferiva definirsi "poeta" e sinceramente non me lo spiego (forse mi sfugge qualcosa, ma resto della mia idea), perchè in quella doppia esse risuona una voce interiore che mi ricorda qualcosa di ulteriormente femminile...

In tedesco si sta molto attenti a non confondere i generi - tanto che ne hanno 3, beati loro! -. Anche nel luogo simbolico della parola, del discorso, le donne in molte culture si sono guadagnate il loro spazio vitale ed espressivo, apportando ricchezza, senza pestare i piedi a nessuno. Ma mi rendo conto che per molti e molte in Italia questi sono solo piagnistei.

Condivido in pieno! Mi sembra

Condivido in pieno! Mi sembra una battaglia però persa, o meglio, quando c'era occasione di farla tante sono state le donne che si sono offese se le si appellava secondo desinenza. Capisco che in certi casi a farne le spese sono le parole (avvocatessa, avvocata - come nel Salve Regina -, ministra, ecc) perché non particolarmente belle. Ma in realtà non è questo il problema: ci siamo abituati a brutture ben peggiori... Anzi, e forse qui rischio la brutta figura, se c'è una parola che suona in modo nobile e musicale per me è "poetessa". La stessa adorata Alda Merini preferiva definirsi "poeta" e sinceramente non me lo spiego (forse mi sfugge qualcosa, ma resto della mia idea), perchè in quella doppia esse risuona una voce interiore che mi ricorda qualcosa di ulteriormente femminile...

In tedesco si sta molto attenti a non confondere i generi - tanto che ne hanno 3, beati loro! -. Anche nel luogo simbolico della parola, del discorso, le donne in molte culture si sono guadagnate il loro spazio vitale ed espressivo, apportando ricchezza, senza pestare i piedi a nessuno. Ma mi rendo conto che per molti e molte in Italia questi sono solo piagnistei.

Invia nuovo commento

Il contenuto di questo campo è privato e non verrà mostrato pubblicamente.
 
CAPTCHA
Questa domanda serve a verificare che il form non venga inviato da procedure automatizzate
Image CAPTCHA
Enter the characters (without spaces) shown in the image.