• Seguici su:
LIBRI - NARRATIVA

Radiazione: l'italia si desti

Trentenne assunto per lavorare alla collezione della Farnesina scopre un traffico di opere d'arte che coinvolge politica, Vaticano e crimine organizzato. Il primo libro di Stefano Jorio è un thriller che ritrae il belpaese così com'è oggi: un esordio sorprendente e originale dà la sveglia alle nostre coscienze civili


di Katia Laurannino


Quanti buoni motivi potrebbero spingerci oggi a leggere un romanzo italiano? Pochi. Per di più se la maggior parte di essi si perde in storielle lacrimevoli dove ci sono adulti che non sono poi così adulti e che passano la loro esistenza a inseguire amori inevitabilmente catastrofici, e/o in storielle lacrimevoli buone per adolescenti sognanti alle prese con le prime esperienze amorose, e/o in altre storielle lacrimevoli fatte di qualche operaio immancabilmente morto sul lavoro, o cassintegrato, o magari tutte e due le cose (ottime per alimentare il pietismo indignato dell’intellettuale di sinistra e farlo sentire così a posto con il mondo).
 
Insomma, ultimamente in letteratura i tentativi di provocare emissioni dalle ghiandole lacrimali si sprecano. Eppure, talvolta, si può essere piacevolmente sorpresi da qualche uscita letteraria defilata e al di fuori dei soliti circoli e dei salotti televisivi: Radiazione dell’esordiente Stefano Jorio, non lascia alcuno spazio a dinamiche prevedibili e allo stucchevole pathos a buon mercato, anzi. La banalità narrativa è bandita per lasciar spazio a una storia sapientemente intricata ma non per questo tortuosa, e ad una scrittura raffinata, plurilinguista, barocca, quasi a fare da antidoto all’onnipresente piattume espressivo che pare diventato un requisito fondamentale della produzione contemporanea.
 
La trama potrebbe essere facilmente ricondotta a fatti della cronaca odierna, senza però assumere i connotati del romanzo sinistroide di quart’ordine: un trentenne assunto dal Ministero degli Esteri come operatore culturale per la collezione d’arte contemporanea della Farnesina, si trova a scoprire un traffico di opere che coinvolge esponenti di spicco della politica italiana, delle gerarchie vaticane e della malavita organizzata internazionale. 
Anche grazie alle sue indagini, che conduce più per la voglia di sentirsi vivo in mezzo a larve umane che per autentico spirito patriottico, il protagonista avrà modo di operare un doloroso, quanto difficile percorso di introspezione, che lo porterà all’amara consapevolezza di essere un minuscolo insetto al cospetto delle storture titaniche alle quali la maggior parte di noi è solita opporre, nel migliore dei casi, una scrollatina di spalle. 
  
Sarebbe riduttivo e per di più ingiusto descrivere quest’opera come semplice romanzo di denuncia dei mali della nostra contemporaneità, giacché di Bastian Contrari dell’ultima ora sono pieni gli scaffali delle librerie. Molto più raro è riuscire ad armonizzare con tale maestria i tratti del romanzo di formazione insieme alla tematica amorosa, al thriller e perché no, anche alla riflessione filosofica, con una magistrale capacità descrittiva e di indagine psicologica esplicata dalle personae raccontate dall’autore; che ritrae sì impietosamente, ma senza l’odioso piglio del moralismo più becero, le miserie di uomini e donne resi ormai tristi caricature di se stessi, quell’italietta traffichina di buontemponi abbronzati e con la battuta volgare, che ormai ci sembra l’unico paese possibile. 
 
L'autore guarda attraverso gli occhi di una generazione poco raccontata, quelli nati fra i Settanta e gli Ottanta, i fuoriposto dalla maturità variabile, i bamboccioni che vivono ancora a casa con i genitori, o i "troppo giovani" che credono sia giusto vivere con un contratto a tempo indeterminato a trent’anni. Viene tracciato in questo modo lo smarrimento di chi è diverso in un paese come questo, mentre in qualunque altro sarebbe normale.
 
Una lettura che giunge a proposito tra i tronfi festeggiamenti per i centocinquant’anni di unificazione nazionale, per risvegliare in noi una sopita coscienza di cittadini. Radiazione ci restituisce il gusto di leggere un romanzo, problematizzando il presente a partire dalla storia di un uomo qualunque; per attraversare le stanze buie della Seconda Repubblica, il Vaticano e gli ingranaggi arrugginiti di questo stato villano e inelegante che con sprezzo del ridicolo ci ostiniamo a chiamare Italia Unita.



Tags: esordiente, italia, Katia Laurannino, Minimum fax, Ministro degli Esteri, Radiazione, recensione, seconda repubblica, Stefano Jorio, thriller, vaticano,
29 Aprile 2011

Oggetto recensito:

Stefano Jorio, Radiazione, Minimum Fax 2010, p 512, 16 euro

giudizio:



8.01
Media: 8 (4 voti)

Commenti

Invia nuovo commento

Il contenuto di questo campo è privato e non verrà mostrato pubblicamente.
 
CAPTCHA
Questa domanda serve a verificare che il form non venga inviato da procedure automatizzate
Image CAPTCHA
Enter the characters (without spaces) shown in the image.