L'epidemia di tisi, l'amore, la morte e il pessimismo cosmico farebbero pensare a un epigono del Bufalino de La diceria dell'untore. E invece Gli Addii dell'autore sudamericano, pubblicati per la prima volta nel '54, è un lavoro ben diverso, un'opera di surrealismo tragico dove si rimane ammaliati anche senza capirci molto...
di Dario De Marco
Un sanatorio fuori dal mondo, un protagonista votato alla rassegnazione, ombre femminili che gli danzano attorno, medici infermieri e altre irreali comparse, l'amore e la morte, la tisi che non fa soffrire più di tanto ma che aspetta inesorabile in fondo al cammino. Che libro è? Ma certo, Diceria dell'untore, Gesualdo Bufalino. E invece no: si tratta di Juan Carlos Onetti, Gli addii. Certo la suggestione è forte, ma al di là dell'ambientazione, dell'epoca in cui sono stati scritti (nel 1954 Gli addii, mentre la Diceria, anche se uscirà nell'81, era sta
I fantasmi è una delle tre uscite che inaugurano il catalogo della neonata casa editrice Sur, tutta dedicata alla letteratura del Sudamerica. Peculiarità dell'autore argentino quella di "scrivere come pensa", seguendo un sorvegliato flusso di coscienza che sembra non portare da nessuna parte. Fino a quando...
di Dario De Marco
Il caso più tipico è quello del cinema: chiunque può pensare a un film da realizzare, ma gli ostacoli posti dal saperlo fare, dai costi, dal personale, fanno sì che novantanove volte su cento il film non venga girato. Con le altre arti, in misura minore o maggiore, succede la stessa cosa. Però si potrebbe concepire un'arte nella quale le limitazioni della realtà fossero minime, nella quale il fatto o il non fatto si confondessero, un'arte istantaneamente reale e senza fantasmi. Forse esiste, ed è la letteratura. Non è per ni