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TEATRO

Dalla passione per la pittura ai suoi spettacoli fatti più di immagini e movimenti che di parole, dall'esordio folgorante di Einstein on the beach ai più recenti passaggi in Italia. Ritratto da vicino di un genio che non smette mai di porsi nuove sfide


di Sergio Buttiglieri

Bob Wilson dice di sé che avrebbe voluto essere un buon pittore, ma non lo è. E allora usa il teatro, la scena, per realizzare quadri: ogni suo allestimento è prima di tutto un disegno, gli attori e i cantanti vengono disposti proprio nel punto previsto per loro dai suoi disegni. "Per me Bob", diceva Heiner Muller, grande regista tedesco fra i più radicali, con cui Wilson in passato ha interagito, "ha la stessa funzione del cubismo nell’arte figurativa: serve da impianto di depurazione, vi si passano al setaccio i mezzi teatrali e improvvi
03 Aprile 2013

TEATRO

Le parole non serviranno più ad aggiustare quell'umanità diroccata e menomata che l'autore irlandese cantava in Finale di Partita, ora riportato in scena dalla regia di Giancarlo Cauteruccio. Per questo i suoi Hamm e Clov parlano un dialetto siculo 'ripulito'. In anteprima a Scandicci fino al 10 febbraio 


di Sergio Buttiglieri

"Non c’è niente di più comico dell’infelicità", dice, al centro della scena con le pareti ricoperte di stracci alla Burri, Hamm, il protagonista della commedia di Beckett. Un prezioso appuntamento con uno dei classici del teatro del Novecento, è quello che la Stagione del Teatro Studio di Scandicci ci ha da poco proposto in prima nazionale: Finale di Partita con la regia di Giancarlo Cauteruccio, che questa volta, rispetto al suo primo debutto del 1998 (U jocou sta’ finisciennu), ha impastato i dialoghi della celebre coppia con s
08 Febbraio 2013

TEATRO

Stefano Cenci dalla regia e Elisa Lolli in scena rileggono 4:48 Psychosis, Il testo sul suicidio di Sarah Kane, attraverso la figura dell'eroina shakespeariana e "schegge" di Beckett e Branagh. Uno spettacolo che frantuma e supera i testi da cui parte, con violenza e malinconia assieme


di Anna Colafiglio

"Ascendo. Dalla vita all’arte. Non dalla vita alla morte. Non dalla vita ad altra vita. Dalla vita all’arte". Con queste parole, Elisa Lolli/Ofelia/Sarah Kane sancisce la sua quasi-fine, il suo suicidio in fieri; richiamandosi direttamente alla vicenda personale della controversa autrice della drammaturgia, Ofelia 4e48 ("quattro e quattr'otto", dice il regista) porta in scena un testo sezionato ed esploso, in cui le suggestioni sono molteplici e di diversa natura.    Morta precocemente poco dopo aver compiuto 28 anni, Sarah Kane è ascesa nell'ol
02 Marzo 2012

TEATRO

Lo scorbutico e cinico filosofo ci conduce in un grottesco viaggio alla volta dell'America, ultima speranza di un occidente che muore. E' una fantasia di Thomas Bernhard, portata oggi in scena da Alessandro Gassman


di Sergio Buttiglieri

Thomas Bernhard per tutta la vita è stato - sua definizione - un "disturbatore della pubblica quiete". Questo recensore del caos oltre a raccontare sempre se stesso con i suoi scritti è riuscito a svelarci l'infelicità intrinseca all’esistenza stessa. E anche questo suo vecchio e intrattabile Immanuel Kant (magnificamente interpretato da un lucido Manrico Gammarota), non fa eccezione.   Malato di glaucoma durante un improbabile viaggio della speranza verso l’America, Kant è il ritratto metaforico della cecit&
04 Novembre 2010

SPECIALE LIBRI

La famosa madeleine non è il modo per ritrovare il passato ma il micidiale mezzo per sapere che nulla torna. E' la razionalistica e pessimistica interpretazione che Massimiliano Parente fa della Recherche: opera in cui domina la consapevolezza della morte o, come dice il titolo, L'evidenza della cosa terribile


di Sandra Petrignani

Sono due i punti di forza del saggio di Massimiliano Parente su Proust, L’evidenza della cosa terribile, bello perché stabilisce un inesorabile corpo a corpo con il testo e dunque è documentato e convincente. Primo punto: la Recherche è un’opera interamente scritta dalla parte della morte. Secondo punto: è la prima opera d’arte darwinista.   Darwin e morte s’incontrano nella completa esclusione di un creazionismo consolatorio. Proust, secondo Parente, applica alla visione delle cose e alla scrittura un metodo darwiniano evoluzionista, r
14 Maggio 2010