Gestazioni a progetto
Non c’è da stupirsi: nell’epoca delle prestazioni occasionali e dei contratti a progetto l’espressione “comprare un bambino” viene presa alla lettera. Le notizie poi, che in questi anni del web volano veloci, sono, per l’occasione, eteree cicogne che aprono il fagotto con un click. Una parola chiave ed è fatta: mamma surrogata. Se in principio erano i gossip dell’affitto di uteri vip in California, oggi la documentazione, costellata di forum e blog, è una bacheca di annunci. Soffiato il business delle cliniche specializzate a Inghilterra, America e India (nazione in cui si vende di tutto, si ricordi, fu la prima che smerciò un rene) anche i paesi dell’est hanno fiutato il mercato fiorente e la quarta voce delle 67.400 selezionate da Google, per esempio, porta al sito www.surrogate-mother.ru/it, Centro Internazionale Ucraino per la maternità surrogata “La vita felice”. Passi la tristezza del rosa-azzurro in homepage e la stucchevolezza della neonata su un trono, ultima spiaggia per aspiranti mamme e papà alla frutta candita. Passi che i genitori genetici son definiti clienti e la madre surrogata cantante. Passi che le prime voci da linkare sono “Prezzi” e “Contatti”. Ma che la struttura sanitaria sia definita Clinica per la Riproduzione Umana, questo no, non si può sopportare. Il Mondo Nuovo di Huxley era un libro, al massimo un film.
Commenti
Semplicemente agghiacciante.
Semplicemente agghiacciante.
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