Continua il dibattito degli intellettuali sulla televisione del futuro. Studioso dei media e professore all'Università di Torino, Peppino Ortoleva invita a tornare a monte della questione: perché la qualità delle trasmissioni dipende anche da cosa intendiamo per "pubblico" e "privato"
di Peppino Ortoleva
L'informazione dell'ammiraglia Rai segue una semplice linea editoriale: se il Paese va bene, è merito del Governo; se va male, è colpa degli altri.
di Francesco Signor
Ore 20. Sette milioni di italiani, neurone più neurone meno, ogni santa sera si fanno trovare con la tavola apparecchiata davanti al televisore per sorbirsi la loro razione quotidiana di notizie. Lo fanno servoassistiti dall’ammiraglia dell’informazione Rai, il Tg1. Molti italiani gli sono affezionati, come lo si potrebbe essere a un vecchio nonno rincoglionito. Del resto è il primo telegiornale di questa Repubblica, sempre più minacciato negli ascolti dal Tg5 e da Striscia la notizia. Detta così sembra una boutade, invece no. Nei fatti l’offerta i
Da ottobre la tv dei ragazzi sparisce dal palinsesto di Rai 3. Ci uniamo alle proteste di genitori e fan
di Redazione
Sa di stantio l'ultimo film di Sergio Rubini
di Andrea B. Previtera
C’è un Cinema italiano che odora di finanziamenti Rai e, pur con alcune qualità, buoni attori e tecnici d’eccellenza, non riesce proprio a nasconderlo questo odore un po’ stantio. Che è l’odore dei passaggi tv pomeridiani e della prevedibilità di certi elementi, l’odore di una certa miscela preconfezionata di montaggio, fotografia e recitazione. Ed è anche l’odore de L’uomo nero, la decima regia di Sergio Rubini. Protagonista inevitabile lo stesso Rubini, interprete del padre in una pellicola parzialmente autobiografi