L'operazione è di quelle ad alto rischio: riempire il vuoto d'immaginario degli USA e del mondo intero intorno all'uccisione dell'ultimo dei suoi Nemici Pubblici. Se ne fa carico Kathryn Bigelow, la regista di The Hurt Locker, rattoppando dati e fiction in Zero Dark Thirty, che nel campo minato di una situazione scottante si muove con circospezione
di Marinella Doriguzzi Bozzo
Della cattura e della morte di Saddam Hussein sembra di sapere tutto sia per le immagini del suo ritrovamento in una buca -i denti frugati, i peli scarmigliati e stinti - sia per il video della sua esecuzione - il cappio al collo, la botola che si apre. Della cattura e della morte di Osama Bin Laden sembra viceversa di non sapere niente perchè tutto è stato affidato alla parola ufficiale, se si eccettuano gli esterni di una casa di cemento grezzo, sorta di rudimentale ricovero per pollame predestinato. Un altro pezzo di Storia americana che, come il film su Lincoln (vedi
Il film di Kathryn Bigelow che ha trionfato agli Oscar torna in qualche sala e su Sky. L'Iraq come emblema dei conflitti moderni, in cui non si capisce chi è il nemico e soprattutto qual è la parte giusta
di Andrea Ferrari
La guerra non è più la partita a scacchi che Napoleone giocò contro l’Europa intera, e neanche quella degli scontri giganteschi e terribili del '40 tra le sabbie del nord Africa e nelle steppe russe, non assomiglia neppure più a quella del Viet Nam, dove un nemico intermittente, ma organizzato e ben strutturato, tenne testa per anni alla prima potenza del mondo. Adesso la guerra si vive raso-terra in un contesto in cui non si capisce più dove e chi sia il nemico, così sfuggente da rendere inutili le raffinatezze tecnologiche di un esercito tradi