DISCHI
La musica popolare è viva e lotta insieme a noi
Ancora Bella Ciao è il programmatico titolo dello spettacolo (reduce da un mese di successi a Parigi) e del disco di Lucilla Galeazzi. Tra una tarantella sui terremotati dell'Aquila e un omaggio a Matteo Salvatore, oggi come negli anni '70 folk e impegno politico procedono uniti
di
Marco Buttafuoco
Magari uno non se ne accorge, ma
la musica popolare italiana pare godere ottima salute. Per lo meno quella meridionale. Anche in questo l’Italia è infatti ricca di tradizioni diversissime ed è paese multiforme. In Europa pullulano, sull’onda del successo delle notti estive di Puglia, le scuole di tarantella. Di più, c’è in giro una forte voglia d’appartenenza, di radicamento nel natio suolo. "Il successo della Lega nasce proprio da questa paura dell’omologazione della propria storia. Certo i Lumbard hanno inventato una storia improbabile ed una mitologia tardiva, ma interpretano sentimenti profondi e diffusi", dice Lucilla Galeazzi. La cantante ternana è reduce da un fortunata esperienza parigina. Il suo spettacolo
Ancora Bella Ciao, che ha lo stesso titolo del disco di cui parliamo, è stato in cartellone per un mese.
Certo la situazione è molto diversa da quando, negli anni '60 e '70, la musica tradizionale faceva parte della lotta politica ed era un'arma culturale. Spettacoli come Le Canzoni di Bella Ciao, portato in scena dal Nuovo Canzoniere italiano, provocavano oltre che polemiche feroci addirittura tafferugli e chiamate in tribunale.“Ma io credo che questa forma d’arte possa ancora dare qualcosa in tal senso - prosegue la Galeazzi – che possa essere un martello utile per incrinare questa cappa di silenzio che sembra scesa sull’ Italia di oggi. Io vorrei raccontare un paese taciuto, nascosto sotto le incrostazioni tenaci del conformismo mediatico”.
Di qui le tarantelle che dicono dei terremotati dell’Aquila, o dei muratori calabresi che a Roma agli inizi degli anni '70 occuparono delle case con l’obiettivo di abbandonare le baraccopoli nelle quali erano costretti a vivere. Di qui la ballata dedicata a Sergio Secci, amico della cantante morto alla stazione di Bologna il 2 agosto di trent’anni fa. Di qui il vecchio canto degli emigrati italiani, quando erano le nostre navi ad affondare. Di qui l’omaggio (Lu furastiero) a quel grande poeta folk che fu Matteo Salvatore, di cui pochi (fra essi Vincio Capossela ) sembrano ricordarsi oggi.
Ma Ancora Bella Ciao non è solo un disco di canzoni “politiche”, non parla solo di silenzi “sociali”. Il pezzo più suggestivo del disco è a mio avviso Quelle parole, una accoratissima e quasi ruvida riflessione in romanesco sul silenzio dei sentimenti, sull’amore che non trova parole e tempi per esprimersi, sul non detto nei rapporti di coppia. "D’altronde anche i sentimenti forti sono banalizzati e soffocati, in questi nostri tempi piatti. C’è bisogno di far loro ritrovare l’ energia persa". Ha ragione Lucilla Galeazzi. Questi sono anni di noiosi, stucchevoli minimalismi emotivi (basti pensare a quasi tutto il cinema italiano).
Di questi sentimentalismi esili, per fortuna, non c’è traccia nel disco: si tratti di ninne nanne o di filastrocche, di canti di lotta o di sognanti canzoni come Quante stelle nel cielo con la luna. Dal punto di vista musicale è notevole l’uso della chitarra battente, suonata da Davide Polizzotto in alcuni brani. La Galeazzi, che pure ha prestato la sua ardente vocalità ai linguaggi più diversi (jazz, musica contemporanea, tango) è qui, per sua stessa ammissione, sul territorio preferito: quello della memoria collettiva e personale.
Tags:
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06 Luglio 2010
Oggetto recensito:
LUCILLA GALEAZZI, ANCORA BELLA CIAO, Helikonia 2010
1) Mamma, mamma damme cento lire
2) La tarantella de lu terremotu
3) Avò! L’ amuri miu
4) A’ virrinedda
5) Quella Parole
6) Quante stelle nel cielo con la luna
7) Girala girala
8) Trantella Kissibbè
9) Per Sergio
10) Lu furastiero
11) Stanotte ci so statu (Tarantella dei baraccati)
12) Bella ciao
13) Bella Ciao Special Track
Lucilla Galeazzi: voce
Davide Polizzotto: chitarra battente
Stefano Scamozza: chitarra
giudizio:
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