Seconda parte della nostra intervista iniziata qualche giorno fa. Questa volta il dj giramondo ci parla della sua ultima creatura, Thirte3n, di passioni musicali vecchie e nuove, di collaborazioni più e meno probabili e dei suoi progetti per il futuro
di Dario De Marco
Veniamo al nuovo Th1rt3en: trovo che una caratteristica che lo rende grande, e molto “musica del futuro”, sia quella - già presente nei tuoi lavori più recenti ma qui ulteriormente rafforzata – del rapporto tra elettronica e strumenti “veri”.
Cioè, le due componenti non solo sono compresenti e sovrapposte, ma anche fuse talmente bene che risulta impossibile scinderle: non si capisce, ed è un bene, quello che è suonato e quello che è prodotto elettronicamente, alla faccia dei puristi di entrambe le categorie. E' una cosa intenzionale, programmatica, o ti viene naturale? E quali sono le tue fonti d'ispirazione in tal senso?
Penso mi venga naturale. Cerco di fondere i due mondi in maniera da ottenere un sound unico e “fresco” che mi dia emozioni e che, possibilmente, duri nel tempo. Sono sempre stato un perfezionista in quello che faccio e sono piuttosto perseverante di carattere, e testardo!
Per ogni album che faccio, di solito mi prefiggo una meta e lavoro sodo per raggiungerla.
Dopo le prime produzioni non ero contento del mio sound e iniziai un lungo periodo di apprendimento su ciò che è la fase di produzione e mixaggio: cominciai ad analizzare tutti i vari dischi del passato che ancora suonano attuali, cercando di decifrare la chiave per riuscire a produrre musica che non invecchia, e il più delle volte è la semplicità. Non dico di essere arrivato ma penso di essere sulla buona strada.
Rispetto ai precedenti, l'ho trovato molto rock: a volte simile al progressive (quello degli anni '70), a volte al jazz rock alla Miles... Davis, a volte proprio rock rock, con quei bei riffettoni di chitarra distorta. Dipende dall'organico, dai musicisti impiegati? Oppure hai composto i brani dall'inizio con questa idea?
Ho composto tutti i brani prima con l’ausilio di un computer, perciò interamente programmati, per esempio usando suoni synth invece che chitarre elettriche. Una volta soddisfatto dell’arrangiamento ho iniziato a chiamare i vari musicisti e registrato le parti dal vivo. Successivamente ho chiesto a chi collaborava al progetto di improvvisare sui brani per poi prendere vari segmenti del loro lavoro e “scolpirli” in modo da poterli incorporare nel brano. Infine, la fase di “sound design” dove introduco le parti elettroniche e vari effetti (alcuni creati con gli strumenti stessi).
Nell'album c'è anche una traccia dove ho usato un'orchestra dal vivo per la sezione violini: la Urban Soul Orchestra. L’uso di un'orchestra dal vivo ha sempre il suo fascino e ogni volta mi fa venire la pelle d’oca: sentir suonare ciò che hai composto da 25 elementi è un’esperienza indescrivibile. Immaginati il giorno che mi daranno l’opportunità di usare un'orchestra sinfonica di 150 elementi!
Il fatto di vendere dischi con successo non ti ha fatto mai fermare nella tua attività originaria, di disc jockey. Domanda impertinente: com'è fare il dj a quarant'anni? Immagino che a differenza di quando hai iniziato, non ci siano tanti tuoi coetanei sul dancefloor... continuare a suonare dà il privilegio di mantenersi aggiornati, ventenni dentro? O suoni musica diversa da quella che mette un ragazzo?
Non e’ questione di sentirsi ventenni dentro, bensì di proporre musica nuova, e vedere e analizzare la reazione della gente alle varie sonorità che creo. Cerco di suonare in party dove so di poter proporre la musica che mi piace o che produco, e il più delle volte proprio per un’audience che si avvicina più alla mia età che ai ventenni. Perciò party privati e saltuariamente in locali più grossi dove comunque fanno una politica musicale di qualità. Ci sono più coetanei di ciò che pensi: molti di quelli che hanno vissuto la scena underground alla fine degli anni '80 e nei primi anni '90 non hanno perso l’energia e quando vengono a conoscenza di una festa con la musica giusta arrivano sempre puntuali e numerosi. Tendo ad evitare i locali commerciali dove ogni singolo disco ha la stessa formula o dove propongono musica di 15-20 anni fa, molto in vogue al momento! Si possono ascoltare alcuni dei miei dj set sul mio sito nella sezione Promo .
Precedentemente al lancio del disco, c'è stata un'idea originale: un concorso di remix per brani non ancora pubblicati. Com'è andato?
Direi più che positivo: 500 partecipanti da tutto il mondo. Stiamo ancora ascoltando i vari mix e saremo in grado di annunciare i due brani vincitori fra pochi giorni.
E adesso, che stai facendo? E che farai?
Sto lavorando alla colonna sonora di un nuovo film documentario prodotto da Time Life magazine in New York: 50 minuti di immagini mozzafiato e musica non stop. Un viaggio attraverso gli avvenimenti più importanti degli ultimi 100 anni. Un trip sia visivo che sonoro. In uscita quest’anno: appena è pronto lo comunicherò sul mio sito. Inoltre sto lavorando ad un remix di Miniature World (uno dei brani contenuti nel nuovo album). Una sorpresa... vocale!
Ho trovato una tua intervista di qualche anno fa in cui dicevi che uno dei tuoi sogni era collaborare con Robert Fripp (a destra)... voilà, si è realizzato. Com'è stato? E ora con chi vorresti suonare? E invece, qual è un sogno irrealizzabile, cioè una collaborazione ormai impossibile?
Sì, sono stato molto fortunato finora di poter lavorare con musicisti di ottimo livello: Robert Fripp, Trilok Gurtu, Bill Laswell, Nitin Sawhney e molti altri che non sono così famosi ma suonano altrettanto bene. Spero di poter collaborare in futuro con vari altri che stimo: per esempio Thom Yorke dei Radiohead. Avevo in mente di chiedere a David Gilmour di suonare la chitarra sul mio prossimo lavoro ma sono stato preceduto dagli Orb: mannaggia! Un altro musicista con il quale mi piacerebbe collaborare e’ Dave Grohl (Nirvana, Foo Fighters, Queen of the Stone Age). Come dicono? Chiedi e ti sara’ dato?
Quanto alle collaborazioni da seduta spiritica, Jimi Hendrix che suona la chitarra su un mio disco sarebbe un orgasmo puro!
Che musica stai ascoltando in questo periodo?
Negli ultimi sei mesi non sono riuscito ad ascoltare molta musica in quanto immerso nella colonna sonora e nell'album, pero’ nei pochi momenti liberi ascoltavo spesso In Rainbows dei Radiohead. Il nuovo Massive Attack mi sembra anche un buon lavoro.
Grazie, finito.
Saluti agli amici italiani… e grazie per essere cosi’ presenti e numerosi sia sul sito di S:alt che sulla pagina Facebook! Per chi ancora non e’ membro vi invito a fare parte della community e mandarci i vostri lavori.
Tags: Children, dance, Dario De Marco, Dave Grohl. David Gilmour. Miniatura World, dj, In Rainbows, intervista, massive attack, miles davis, Nirvana, Radiohead, Robert Fripp, Robert Miles, seconda parte,
Intervista a Robert Miles / 2
Sito ufficiale: www.robert-miles.com
Leggi la prima parte dell'intervista
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