Muscoloso eroe ispanoamericano, cerca vendetta contro il temibile boss della droga Torres. L'ultima fatica di Robert Rodriguez è, neanche a dirlo, un polpettone che inneggia al pulp e ai b-movies, tra fiumi di salsa di pomodoro e utensili da cucina che diventano armi mortali
di Marinella Doriguzzi Bozzo
La scritta arancione MESSICO grandeggia su una pista color sugo carne. La percorrono in macchina l’eroe del film, più butterato di un Cassano anabolizzato in Hulk (Danny Trejo) e un altro agente federale messicano, vittima designata (e la mamma, da casa, si sarà certamente dispiaciuta, dopo tanti sacrifici, di una comparsata così breve). I due sono diretti alla controversa cattura del supermafioso messicano Torres, interpretato da uno Steven Seagal ulteriormente dilatato dalla senilità, che nel frattempo gli stermina la famiglia fra un rotolar d
Ne La figlia della Curandera, Luis Alberto Urrea ricostruisce la vita della sua antenata Teresita: nata da padre colonialista e madre indigena, fu adorata come una dea e divenne la musa ispiratrice dei rivoltosi. Un ritratto del Messico e delle sue inquietudini alle soglie del Novecento
di Gabriele Salvatori
La figlia della Curandera è un libro che segue la storia e gioca con la leggenda. Racconta la vita della Santa di Cabora e, con essa, la fine del XIX secolo messicano. Teresa Urrea, la protagonista, è esistita davvero. Gli storici la definiscono "giovane illuminata" ma la gente della sua epoca la chiamava santa: coloro che vivevano intorno a lei si convertivano al suo culto, cacciavano i preti di Roma dalle loro terre e si ribellavano alle autorità. Furono innanzitutto i nativi - mayo, apache, yaqui – ad avvicinarsi a lei per farsi curare o b