TEATRO
L'opera di Alban Berg nella regia di Peter Stein delude i melomani più tradizionali, ma convince per potenza espressiva di musica e voci
di Sergio Buttiglieri
In fondo Carla Bruni non ha inventato nulla passando dal padre (il saggista Jean Paul Enthoven) al figlio (Raphael Enthoven) senza soluzione di continuità. Situazione che, in qualche modo, fa il verso alla glaciale scioltezza della Lulu di Weedekind, da cui Alban Berg trasse questa sua opera, che ha debuttato per la prima volta a Zurigo, in forma di frammento, nel 1937. Bisognò aspettare fino al 1979 per rivederla, questa volta in forma integrale, con un terzo atto postumo (il compositore muore nel 1935) risistemato e completato in maniera impeccabile da Friedrich Cerha: and&ogra
23 Aprile 2010