Non si dice ma soprattutto non se ne parla. Eppure la bestemmia ha avuto e ha molti esponenti illustri dalla storia della letteratura, del cinema e della tv. Dal medioevo fino ad oggi, una lunga tradizione (tutta cattolica) di "scambi confidenziali" con l'Altissimo
di Igor Vazzaz
In un paese in cui ogni dettaglio viene ingrandito a dismisura secondo convenienze politiche, vi sono fenomeni che, negli ultimi anni, hanno acquisito visibilità e centralità inusitate sugli organi di stampa. Tra questi, la bestemmia. Che a prorompere in esclamazioni blasfeme sia un concorrente più o meno famoso di un reality, un comico toscanaccio, un calciatore o, addirittura, il Presidente del Consiglio, il copione è sempre il medesimo: improperio – costernazione pubblica – scuse di prammatica. Mai che qualcuno si attenti a proporre una
Montecitorio, ottobre 2011. Abrogato l'articolo del codice penale che punisce le "invettive o parole oltraggiose contro la divinità". L'ennesimo intervento ad personam per salvare il premier, ma anche la giusta abolizione di una norma obsoleta e di una contraddizione logica (e la parte più fantascientifica riguarda la nascita di una corrente laica nel Pd)
di Arrigo Roveda