Tre uomini normali, risvegliati da un coma di diversi anni, smettono di essere pezzi di legno e tornano a "volare" grazie alla magia teatrale della compagnia Babilonia Teatri. Tra provocazione e surrealismo, la formazione veneta si conferma una delle realtà più interessanti del nostro teatro contemporaneo
di Sergio Buttiglieri
Il tema è spinoso: è lecito mettere in scena persone che hanno sofferto? E’ strumentale utilizzarli come attori? E’ legittimo riderne se, in certi momenti, le battute lo richiedono? E’ corretto emozionarsi se in altri momenti le riflessioni si fanno impietose? O proprio così si rischia di cadere nel pietismo? Queste le riflessioni che mi tormentano quando osservo la Prima Nazionale al Teatro Storchi di Modena dello spiazzante lavoro dei Babilonia Teatri, una delle più interessanti e vitali formazioni del nuovo teatro italiano. La gio
Il Teatro delle Briciole affida ai veronesi di Babilonia Teatri un allestimento per i più piccoli. Forte di lavori apprezzati come Made in Italy e Pornobboy, con Baby don't cry la compagnia si produce nel suo repertorio esplosivo di luci, musica e citazioni pop. Ma per sorprendere e divertire i giovanissimi ci vuole ben altro
di Igor Vazzaz
Questione annosa, già proposta in queste lande (leggi): come devono essere gli spettacoli per bambini, quali parametri comprendere, quali (e quanti) livelli di lettura proporre? Interrogativo insidioso perché sempre aperto, problematico e declinabile all’infinito. È così che Teatro delle Briciole, in occasione d’un progetto rivolto ai ragazzi, commissiona a Babilonia Teatri, formazione veronese che da qualche stagione fa discutere pubblico e critica, un allestimento per e sui bambini. Titolo Baby Don’t Cry, tema, peraltro intrigante, il pianto
In The End la coraggiosa compagnia di Valeria Raimondi ed Enrico Castellani affronta la rimozione più grande del nostro tempo. Con uno monologo che mescola litanie da chiesa e ritmi moderni
di Sergio Buttiglieri
Ogni volta che ho la possibilità di vedere un nuovo lavoro di Babilonia Teatri non ci sono chilometri che tengano. So che il pugno nello stomaco che beccherò sarà cosi forte e salutare che mi ripagherà delle ore di viaggio, dei semafori rossi, delle code impreviste. E così è stato anche per questo spettacolo. The End non parla di cose piacevoli, ma affronta la rimozione più grande del nostro tempo: quella della morte. In un tempo in cui nessuno può più invecchiare, in cui tutti al massimo passano a miglior vita, se
Pornobboy della Compagnia Babilonia mette a nudo i meccanismi perversi del nostro sistema informativo
di Sergio Buttiglieri
Finalmente uno spettacolo che ti fa ritornare la voglia di andare a teatro. Che ti fa uscire carico di dubbi, che ti fa percepire che c'è qualcosa che non funziona nel nostro modo di accumulare brandelli di realtà. Pornobboy è ferocemente recitato da un giovane trio che immobilizza gli spettatori con il magnetico irriverente mantra di quella che noi definiamo informazione. La declinazione un po' rap delle nostre testate giornalistiche con i loro infiniti gadget, con i loro superflui allegati, con i loro insulsi supplementi, con la loro fragile inconsistenza, attu