Potresti essere costretto ad usare una cabina telefonica
di Andrea Ferrari
Forse qualcuno ha sperimentato l’affondamento del cellulare nella tazza del water, incidente in agguato a corollario di cacarelle dispettose di quelle che colgono per strada e alle quali si dà corso nella toilette di qualche bar dopo affannati sbragamenti. In tali circostanze gli oggetti, solitamente mansueti, paiono risvegliarsi e prendono a fuggire in tutte le direzioni seguendo traiettorie imprevedibili alcune delle quali conducono dritte nel buco di cui si diceva più su.
Se questo dovesse capitarvi a Torino, dalle parti di Corso Marconi, e ne voleste dare tempestiva informazione a chi vi è caro, vi consiglio senz’altro di portarvi all’angolo in cui questo incrocia via Madama Cristina dove troverete non una, ma due cabine telefoniche. Il perché di tanta abbondanza andrebbe domandato alla Telecom che le nonne si ostinano a chiamare Stipel.
Diciamo subito che a entrambe manca la semiporta sinistra e che quindi non sono indicate nelle giornate di pioggia di stravento, né suggeribili a chi debba spifferare qualche segreto.
Quella di destra, la numero 483, è completamente priva di controsoffitto e fa mostra di un neon ritorto e decrepito, affiancato da una scatola elettrica ancora miracolosamente sigillata. Il pavimento presenta tracce di antichi sbrodolamenti e qualche cartaccia. In compenso qualcuno ha attaccato sul vetro la locandina pubblicitaria del centro massaggi “Diabolika” al quale potrete rivolgervi con fiducia (magari dopo aver comunicato l’affondamento del vostro Nokia) sempre che l’apparecchio della cabina funzionasse, cosa che non è.
La seconda, quella di sinistra, la numero 323, si presenta leggermente meglio. Ci sono le cartacce, vero, non è priva di sbrodolamenti, vero anche questo, però è dotata di controsoffitto a contenzione delle proprie interiora. Qui non solo il telefono funziona, ma è corredato di istruzioni plurilingue a dimostrazione del fatto che anche le cabine occupano un posto di tutto rispetto nella moderna società globalizzata.
Se poi, sebbene ancora scossi dal travaglio intestinale e dal naufragio del vostro portatile, vi venisse voglia di trasgredire, potrete dar retta al consiglio di chi ha inciso con mano malferma il recapito di una certa Lara accompagnato da una succinta ma esauriente descrizione delle sue prestazioni.
Rimane l’enigma dei numeri. Perché due cabine così vicine hanno numeri costi lontani? Non sarebbe stato meglio chiamarle, chessò, 483 e 484 ? Animato dal sacro fuoco del recensore lo domanderò per voi. Alla Stipel.
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Commenti
epperò...sono fortunato ad
epperò...sono fortunato ad abitare vicino a cotal simbolo di archeologia industriale...domani farovvi servizio fotografico...
sono contento pure io che siete tornati...
Ciauz B.
manda la fotorecensione, che
manda la fotorecensione, che noi te la pubblichiamo
Assolutamente
Assolutamente deliziosa. Grazie per questa piccola meraviglia, Antonella
bella penna ed acuto
bella penna ed acuto recensore Un paio di minuti ben spesi nella lettura pezzo. Ma ora scappo, mi suona il cellulare...
Bella scrittura ed acuto
Bella scrittura ed acuto recensore. Un paio di minuti ben spesi per leggere il tuo pezzo. Grazie, ma scusa, mi suona il cellulare.
Per universale giudizio qual
Per universale giudizio qual è si scrive senza apostrofo.
Non ho scritto "qual è" nè
Finalmente siete tornati!!
Finalmente siete tornati!!
Se venite a Roma, quartiere
Se venite a Roma, quartiere centocelle, centralissima via dei castani, vedrete di peggio
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