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TEATRO

Lucia Poli maestra nell'Italia unita

La grande attrice e sorella d'arte con Il libro Cuore ed altre storie racconta la storia nazionale tramite quella scolastica. Rivalutando il bistrattato De Amicis, ma con umorismo


di Igor Vazzaz


Si può trattare il tema dell’unità d’Italia in molti modi e, nella gran copia di tributi sospesi tra retorica un po’ frusta e discutibile opportunismo (duole dirlo, ma L’avaro molièriano allestito e aggiornato da Luigi De Filippo ci è parso talmente impresentabile da averne evitata la recensione), l’idea di ripensare, a teatro, la storia unitaria mediante l’istituzione scolastica è di sicuro originale. A rendersene protagonista è Lucia Poli, e non a caso: gran donna delle nostre scene, sorella di tanto fratello, interprete, autrice e teatrante d’indiscussa personalità, Lucia è stata realmente professoressa di liceo negli anni Sessanta. E neppure si tratta del primo spettacolo che vede l’artista fiorentina alle prese con banchi e aule: Corpo insegnante, pot-pourri del 1992 ispirato ai racconti di tema scolare pubblicati da Stefano Benni, la vide, infatti, segnalarsi quale prima musa drammatica dello scrittore emiliano. 
  
lucia verti.JPGNotevole e coraggiosa, però, la scelta di tornare a De Amicis, riprendendo il primo romanzo d’ambientazione didattica della nostra letteratura moderna, declinato a cartina di tornasole per un’istituzione che, ora come non mai, attraversa una crisi sistematica senza precedenti. Quel libro Cuore consegnato alla polvere, letteralmente e virtualmente, da un’epoca che più non gli riconosce credibilità alcuna: squalifica bipartisan, a dire il vero, se si rammenta l’anatema di Eco al riguardo. Eppure, sfrondata da un’innegabile retorica (da libro Cuore, appunto), non è che la fatica deamicisiana debba per forza vedersi destinare al rogo. 
 
duello.JPGDrammaturgia a cornice: l’oggi è una scuola sventrata da economicismi maldestri e presidi allineati a direttive ministeriali che non abbisognano d’iperbole satirica per risultar incredibili. Lo spazio asettico d’una classe contemporanea, complice un diverbio tra una docente all’antica e la scontata ironia sul romanzo del titolo da parte di un dirigente, si apre su di un flashback sospeso tra re–invenzione letteraria e ambientazione simbolica: l’enorme tricolore savoiardo fa da sfondo al casuale incrocio tra Enrico Bottini, protagonista fittizio e narratore in prima persona del romanzo di De Amicis, e Carlo Nobis, suo compagno di classe, arrogante figlio di papà incline alla maldicenza. L’agnizione tra i due (rispettivamente interpretati da Massimo Grigò e Francesco Franzosi) avviene al termine di alcuni attacchi di scherma, sport pionieristico tutt’altro che secondario nella nostra storia, e rappresenta l’occasione d’un confronto tanto serrato quanto laterale al testo originale. 
  
La drammaturgia a quattro mani firmata dalla stessa Poli con Angelo Savelli spazia con sapida libertà tra le interpretazioni dell’opera, mettendo in bocca ai due protagonisti vari giudizi, creando un gustoso cortocircuito metaletterario: la scrittura, specie nelle piegature umoristiche più efficaci, sembra memore della lezione di Federico Maria Sardelli, quel suo Libro Cuore (forse) che, pur diffuso a livello toscano o poco più, rappresenta un capitolo parodistico ormai irrinunciabile in riferimento all’originale. Magnifico è, quindi, l’ingresso in fogge maschili di Lucia: il suo maestro Perboni brilla per puntualità e opportuna vena surreale, recitazione ricca e, al contempo, misurata. L’intera prima parte coincide con questo atto d’amore, non incondizionato, riservato alla creatura di De Amicis, destrutturata con bell’umorismo. 
 
oggi.JPG"Dieci riforme più tardi", didascalia riportata dalla nera lavagna in scena alla riapertura del sipario, si torna alla scuola contemporanea, col suo bestiario antropologico, gli alunni bombardati dalla nuova medialità, i dirigenti, gli insegnanti ormai ostaggi di situazioni irreali ma realistiche. Ritmo più felice sotto il profilo drammatico, meno graffiante e imprevedibile, per contro, dal punto di vista contenutistico: permane un sensibile scollamento, di passo, d’armonia, tra la prim’attrice e i due compagni di scena quanto a recitazione, unitamente a una scrittura non del tutto sintonizzata tra i due tempi, né compiutamente risoluta tra spunti cabarettistici (usiamo il termine nella sua accezione alta e non dispregiativa) e una più ambiziosa aspirazione drammaturgica. 
  
Chiusura però tra gli applausi di una sala unanime nel tributare il dovuto riconoscimento a un’attrice, e teatrante tout court, tra le migliori, e non solo da adesso, del teatro italiano. Resta l’amaro tra le labbra: non tanto per una messinscena che ha comunque margini di miglioramento reali, quanto per un sistema scolastico che, purtroppo, avrebbe urgenza di mettere in atto le potenzialità culturali di cui è dotato e che difficilmente, lo sappiamo, ci riuscirà.



Tags: Angelo Savelli, Cuore, Edmondo De Amicis, Igor Vazzaz, Lucia Poli, pedagogia, Stefano Benni, unità d'italia,
01 Aprile 2011

Oggetto recensito:

Il libro Cuore ed altre storie – Pedagogia dell’Italia unita, di Angelo Savelli e Lucia Poli, con il contributo di Edmondo De Amicis e Stefano Benni

Prossimamente in scena: 2/4, Monsummano (Pt), T.Yves Montand; 3/4, Popiglio (Pt), Teatro Mascagni; in tournée nazionale per la prossima stagione
 
Visto: a Firenze, Teatro di Rifredi, il 19 marzo 2011
 
Produzione: Pupi e Fresedde - Teatro di Rifredi - Teatro Stabile di Innovazione
 
Il resto della locandina: Gianni Calosi, scene; Massimo Poli, costumi; Alfredo Piras, luci; Marco Bucci, musiche; Lucio Nugnes, maestro d'armi; Sartoria Teatrale Fiorentina, realizzazione costumi; Giacomo Bogani e Giada Benesperi, assistenti alla regia; Angelo Savelli, regia
 
Cuore, il libro: scritto da Edmondo De Amicis, pubblicato nel 1886 dalle edizioni Treves di Torino
 
Lucia Poli: approda "tardi" al teatro, nei primi anni Settanta, complice l’arrivo a Roma e la folgorazione al cospetto del "teatro delle cantine"; negli anni, si segnala tra le artiste più personali del nostro panorama
 
Federico Maria Sardelli: flautista barocco di livello mondiale, direttore del gruppo Modo Antiquo, ha all’attivo numerose incisioni e un’intensa attività concertistica; in Toscana è celebre in qualità di autore satirico (noi sosteniamo sia il migliore in Italia) sulle pagine del noto Vernacoliere; da leggere assolutamente Il libro Cuore (forse), Mario Cardinali Editore, 1998

giudizio:



8.01
Media: 8 (6 voti)

Commenti

ottimo...bravi gli attori....

8.01

ottimo...bravi gli attori....

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