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ATTUALITA' - NON E' UN PAESE PER DONNE? / 6

Donne che odiano le donne

C’è un luogo in cui la solidarietà femminile non riesce a scavalcare le generazioni: è la famiglia. Al di là degli stereotipi da barzelletta sulla suocera, la Madre Del Maschio ha spesso la mentalità di un machista argentino degli anni ’50


di Alessandra Montrucchio

(Illustrazione di Daniela Tieni)


Il modo migliore di farsi un quadro degli stereotipi sessuali più diffusi in Italia? Leggere le barzellette de La settimana enigmistica. Pagina dopo pagina, si incontrano il Marito Abbrutito Sul Divano, il Capoufficio Che Se La Fa Con La Segretaria, la Moglie Spendacciona, la Moglie Pericolo Al Volante e la Suocera. Visto che gli stereotipi nascono dall’osservazione della realtà, non sono sempre falsi: mai barzelletta s’incentrò su un Capufficio Donna, e infatti le opportunità professionali sono assai dispari, tra maschi e femmine. Per non parlare del Marito Abbrutito, sulla cui esistenza possono giurare frotte di casalinghe disperate. Ma la Suocera?
Nelle barzellette, è sempre la Madre Di Lei: una megera inquisitrice che rimprovera al genero qualunque cosa, dalla barba incolta alla fame nel mondo. Visto però che gli stereotipi tendono a cristallizzare nel tempo, non sono sempre veri: e, nella realtà, di solito la Suocera è la Madre Di Lui. Megera. Inquisitrice. Incline a rimproverare alla nuora qualunque cosa. E soprattutto, refrattaria a ogni solidarietà sessuale transgenerazionale.
 
Per uscire dalle barzellette: non c’è bisogno di guardare ai Paesi dove si pratica l’infibulazione (o meglio, c’è bisogno. Ma rimaniamo in Italia) per rendersi conto che le donne se la passano male. Nel nostro, di Paese, sono quasi sempre loro a faticare, penare e subire di più. Tanto che ci si aspetterebbe di vederle coalizzate, compatte, pronte a difendersi l’un l’altra con le unghie e coi denti. E invece no. Perché fra i tanti pianeti che compongono la galassia Donna, ce n’è uno enorme, gassoso come Giove, invivibile come Giove: il pianeta Madre del Maschio.
Tu ti innamori, ti senti al settimo cielo perché lui ti ricambia, ed ecco che arriva sua madre a farti piombare al suolo. Lo sai benissimo che non le piacerai mai, così come lui non piacerà mai a tuo padre: tra genitori e figli di sesso opposto funziona così. Eppure, la Madre del Maschio ha qualcosa che il Padre della Femmina non ha. Accanto a gelosia, nostalgia e malinconia, in lei c’è determinazione. Forza di volontà. E la consapevolezza che, a furia di camicie stirate e bucatini all’amatriciana, suo figlio ha sviluppato nei suoi confronti una dipendenza dura a morire.
 
Per cui, quando ti conosce ti scansiona. Ti trova inadeguata e te lo fa notare con piccole osservazioni che a lui sembrano innocue e tu decodifichi come perfide. Non ti fanno male quegli stivali, cara?, sembrano strettini per i tuoi polpacci. Devi rifarti i colpi di sole, cara, vedo un capello bianco. Ti ho portato un Tapperware con la parmigiana, che a lui piace tanto e tu non hai tempo di imparare a farla. Eccetera. Tu decodifichi, metabolizzi, tenti di ignorare. Ma poi vai a convivere o ti sposi. E il controllo si allarga. La pulizia della casa, le abitudini alimentari, quante volte esci senza di lui e con chi, lo stato delle sue camicie e del suo girovita. La Madre del Maschio ha la mentalità di un machista argentino degli anni Cinquanta. Parte dal presupposto che suo figlio debba essere servito e riverito. Non la sfiora nemmeno l’idea che, se lavorate entrambi, lui dovrebbe accollarsi il cinquanta per cento del ménage domestico. E se scopre che le camicie gliele stira la tintoria, apriti cielo: la compagna ideale di suo figlio non spreca soldi così. Deve essere una brava sarta, una brava cuoca, una brava stiratrice, una brava colf. La Madre del Maschio non lo dice, ma secondo lei sarebbe giusto che le donne mettessero il naso fuori di casa soltanto l’8 marzo (dopo aver lasciato agli uomini la cena in caldo, naturalmente); salvo poi criticarle per aderire a una ricorrenza tanto cretina.
E tu, al fondo di una giornata in cui sei stata mobbizzata in ufficio, palpata in autobus, chiamata donnina allegra (eufemismo) da uno per strada e avvilita dalle notizie su escort e donne-benefit per politici e imprenditori, torni a casa e lo trovi sul divano: non ha steso il bucato, non ha avviato la cena, non ha svuotato la lavastoviglie. Scusami, non ci ho pensato, ti dice. Sottinteso: A casa mia ci pensava sempre mia madre. Quando nasce un figlio, poi, è la tragedia.
 
D’accordo. Ci sono le madri dei maschi, accanto alle Madri dei Maschi. Suocere che non odiano le nuore, che le aiutano e con cui vanno d’amore e d’accordo. In nove casi su dieci, però, anche loro hanno insegnato solo alle figlie femmine a cavarsela; ai figli maschi ne hanno insegnati ben pochi, di quei piccoli atti che compongono concretamente, quotidianamente, la parità uomo-donna. E dire che le madri dei mariti e fidanzati di oggi sono le figlie della rivoluzione sessuale; dovrebbero non essere così lontane, sul piano culturale, dalle trentenni e quarantenni del 2010. Invece no: inevitabile gap generazionale a parte, c’è un gap che riguarda i rapporti di forza con gli uomini, innanzitutto all’interno del nucleo famigliare. Difficile arrivare alla parità sul lavoro, in politica e in ogni campo se in famiglia – il primo luogo di socializzazione e apprendimento culturale – la parità, di fatto, manca, e le prime a non crederci e a non difenderla sono le donne.
Di nuovo: d’accordo. C’è chi ha fatto il ’68 e se lo ricorda bene eccetera. Eppure ultimamente, in una piccola inchiesta svolta da chi scrive tra amiche e conoscenti, alla domanda “Com’è il partner ideale?”, la prima, unanime e convinta risposta è stata: “Orfano!”. Non è una barzelletta.


Tags: 8 marzo, Alessandra Montrucchio, donne, famiglia, solidarietà intergenerazionale, suocera,
12 Marzo 2010


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Commenti

Le donne sono le peggiori

Le donne sono le peggiori nemiche di loro stesse non tanto per via che le suocere sono donne, ma perchè stanno al gioco. Anche le più intelligenti e le più impegnate. Dove c'è scritto che debbano badare al compagno come se si trattasse di un povero scemo? C'è un modo per sfuggire a questo stato di cose, anzi, due. Il primo modo è dire no. Magica parola. "Mi fai la cena?", "No". "Mi stiri le braghe?", "No". Voilà, e se lui non capisce bisognerebbe ricordargli che amore, stima, aiuto nelle piccole cose di tutti i giorni, viaggiano nei due sensi e che le cose a senso unico sono fastidiose e alla lunga logorano. Di più, credetemi, spesso gli uomini perdono la stima nei confronti di donne troppo accondiscendenti, preferendo un rapporto dialettico che poco ha a che fare con il lavaggio dei pedalini ( le amanti non si dedicano a tale attività). Il secondo modo attiene alla selezione del partner. Raramente chi pretenderà di essere accudito non ne manifesterà precocemente i sintomi. In tal caso basta starne alla larga o, scegliendo di procedere comunque nel menage, sapere a che cosa si andrà incontro (donna avvisata ....). Personalmente detesto farmi servire, da chiunque e a maggior ragione da mia moglie che amo e stimo come persona e non come colf. Ci dividiamo le incombenze e provvedo da solo alla manutenzione dei miei indumenti (arte che ho imparato durante la più maschile delle attività: il servizio militare). Se ogni tanto indugiamo in (sempre reciproci) "servizi" lo facciamo per amore e - ormai - lunga militanza, mai per dovere o per convenzione. I genitori (miei e suoi) li abbiamo tenuti fuori dalla nostra storia fin dall'inizio intrattenendo con loro rapporti affettuosi e cordiali, mai ingerenti. Forse ci è andata bene, ma ho il sospetto che, almeno in parte, si possa essere artefici della propria vita (altre e ben più gravi sono le sfighe in agguato) scegliendo. Semplicemente.

bellisimo articolo, grazie

bellisimo articolo, grazie

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